I debiti trilionari delle famiglie americane tornano al livello del 2008

scritto da il 04 Giugno 2016

L’ultimo quarterly report rilasciato dalla Fed, che monitora l’andamento dei debiti delle famiglie americane riporta un dato interessante: il debito aggregato è cresciuto ancora nel primo quarto del 2016, raggiungendo la rispettabile cifra di 12,25 trilioni di dollari, l’1,1% in più dell’ultima quarto 2015. Siamo ancora sotto il picco del 2008 (12,68 trilioni), ossia dell’epoca che ha preceduto la crisi, ma appena di un misero 3,3%: nulla che non si possa recuperare entro un paio di trimestri. Il QE, se questo era uno dei suoi scopi, ha funzionato esemplarmente.

Oltre all’andamento crescente dell’indebitamento delle famiglie americane, è interessante osservare anche come sia composta questa montagna trilionaria. A tal fine si può osservare questo grafico che monitora i diversi settori familiari a far data dal 2003.

Fonte: FED houshold debt and credit report, maggio 2016

Fonte: FED household debt and credit report, maggio 2016

La prima cosa che si nota è la notevole crescita del debito studentesco. Ormai i debiti dei giovani studenti hanno raggiunto il 10% del totale considerato, quindi si parla di oltre 1.200 miliardi di dollari, persino superiori al 9% dei prestiti per le automobili. La massa debitoria collegata ai mutui quota il 68% del totale, poco inferiore al livello del 2008. Nel dettaglio, i debiti per mutui sono arrivati a 8,37 trilioni, 120 miliardi in più rispetto all’ultimo quarto 2015.

Un’altra informazione utile da osservare è il tasso di delinquency, che la Fed giudica migliorato. In percentuale, al 31 marzo 2016, il 5% della massa debitoria era in ritardo sui pagamenti, quindi parliamo di circa 613 miliardi, 436 dei quali erano in condizioni critiche: vuol dire che il ritardo aveva raggiunto i 90 giorni.

Se guardiamo al dato di delinquency riferito agli studenti, scopriamo che l’11% dell’aggregato, che vale 1,26 trilioni ed è ancora cresciuto nel primo quarto 2016, era in questa condizione, con ritardi pari o superiori ai 90 giorni, migliorato di uno 0,5% rispetto all’ultimo quarto 2015. In sostanza le “sofferenze” degli studenti Usa sono più del doppio della media. C’è poco da stupirsi: l‘odissea economica dei millennials made in Usa è un altro meraviglioso regalo dei tempi del QE.

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