Bitcoin, blockchain e sistema dei pagamenti: un’alternativa ma non l’alternativa

scritto da il 07 Luglio 2017

Pubblichiamo un post di Andrea Mantovi e Giulio Tagliavini. Mantovi è docente a contratto di approfondimenti di microeconomia presso l’Università degli Studi di Parma. Tagliavini è professore ordinario di economia degli intermediari finanziari presso lo stesso ateneo –

La natura monetaria dei fenomeni associati alle “criptovalute” merita di essere approfondita, crediamo, non solo dal punto di vista intellettuale (la teoria economica ha una sua dignità, dopo tutto), ma anche da quello molto concreto di policy. Tali fenomeni stanno probabilmente attraversando una transizione (fisiologica?) ad uno stadio in cui prendono forma più precisa. Izabella Kaminska su FT del 20 Giugno ha parlato di “mythmaking” e di “inflated expectations” riguardo la blockchain, ma non è certo la prima volta che una innovazione viene sopravvalutata dai mercati. Più interessante è la posizione espressa da Bank of Canada riguardo le intrinseche tensioni tra un sistema centralizzato di pagamenti come organizzato dal sistema bancario tradizionale, e quello decentralizzato della “distributed ledger technology”. Senza presunzione di interpretare la posizione di BoC, pensiamo interessante proporre una metafora sulla natura monetaria della distributed ledger – come noto, gli economisti sono appassionati di metafore.

Negli ultimi anni, in conseguenza della grande crisi finanziaria, è venuta crescendo la consapevolezza dell’opportunità di ripensare i sistemi monetari alla luce della intrinseca gerarchia delle monete e quasi-monete in gioco (si veda ad esempio il nostro ultimo working paper e i riferimenti contenuti), per cui gli aggregati monetari standard non sembrano fornire una prospettiva sufficientemente dettagliata – basti pensare che l’aggregato M1 contiene sia il circolante che la moneta bancaria. Il sistema dei pagamenti tradizionale ha una posizione ben precisa nella gerarchia della moneta.

Le banche tradizionali si distinguono dalle cosiddette shadow banks e dalle altre istituzioni finanziarie soprattutto in quanto hanno accesso al bilancio della banca centrale. Questo è un privilegio, come sottolineato da tempo, che solleva complesse questioni di efficienza e competitività dei mercati. Al contempo, la stabilità del sistema dei pagamenti e del credito dipende in maniera essenziale da tale privilegio del sistema bancario. Il sistema dei pagamenti, come noto già nel diciannovesimo secolo, è anche un sistema di credito, e in quanto tale, soggetto a instabilità, ad esempio, problemi di liquidità (per quanto concerne Bitcoin, gli elementi di instabilità sembrano attualmente incentrati sulla volatilità del suo valore). La costituzione di stanze di compensazione e banche centrali si giustifica anche rispetto a tali instabilità (Bitcoin attualmente non usufruisce di tali infrastrutture istituzionali).

Veniamo alla metafora. Consideriamo i veicoli che transitano su una autostrada come metafora di un sistema di pagamenti, in particolare del sistema centralizzato dei pagamenti organizzato dalle banche tradizionali. Ebbene, la metafora appare inadeguata. In una autostrada, i veicoli che entrano sono gli stessi che escono (a meno di incidenti, che per fortuna rappresentano un fenomeno statisticamente molto limitato), mentre il sistema dei pagamenti centralizzato contempla compensazione e creazione di credito durante l’attività giornaliera, e regolazione alla chiusura. In tale processo, la qualità della moneta veicolata è cruciale.

Le banche in gioco, la clearinghouse, ed eventualmente la banca centrale, sono coinvolte nella stabilità del credito temporaneo che fluidifica il sistema. La qualità della moneta della clearinghouse e della banca centrale è superiore a quella delle banche; questo è il punto essenziale per ragionare della stabilità del sistema. La blockchain non ha accesso a moneta di qualità superiore, ed è concepita per veicolare pagamenti diretti; in questo senso è abbastanza simile ad un sistema di tratti autostradali che possono avere pedaggi più bassi e limiti di velocità meno stringenti (la metafora si può approfondire a piacere) rispetto ad un sistema autostradale di riferimento.

Un sistema decentralizzato di tratti autostradali potrebbe sostituire (quasi) perfettamente un sistema centralizzato; tra l’altro, si contribuirebbe a diminuire l’incidenza di eventuali ingorghi. D’altra parte, la fluidità del sistema dei pagamenti generata dal credito si dovrebbe paragonare, nella metafora, alla costruzione istantanea di tratti stradali alternativi al momento di un ingorgo, il che chiarisce la distanza tra la metaforica autostrada e l’attuale sistema dei pagamenti centralizzato. La blockchain può essere efficiente come un sistema alternativo per alcuni tipi di servizi, ma non può rappresentare le fondamenta del sistema dei pagamenti. È un dato di fatto che Bitcoin ha un valore che non fa perno sulla consistenza patrimoniale di una istituzione valutata attraverso il suo bilancio; questo è un punto cruciale per discutere delle dinamiche del valore della ‘moneta’ Bitcoin, in particolare della instabilità di tale valore.

Questo non significa, ovviamente, che innovazioni nel sistema dei pagamenti debbano essere scomunicate a priori, o che la posizione di mercato delle banche tradizionali vada difesa in linea di principio. L’articolo di Kaminska si conclude testimoniando come Bank of England creda in una possibile integrazione di blockchain e meccanismi centralizzati. Concordiamo con la rilevanza di tale opportunità. Ancora più rilevante ci pare la comprensione profonda della natura monetaria dei fenomeni associati alla blockchain, in primo luogo la creazione di fiducia (un articolo ormai celebre dell’Economist titolava “The trust machine”), uno dei temi fondamentali della teoria della moneta.