Sarebbe bello se Milano si stringesse intorno alla figura di Giorgio Ambrosoli

scritto da il 12 Luglio 2017

Giorgio Ambrosoli, per cinque anni commissario liquidatore della Banca Privata di Michele Sindona, fu ucciso a Milano da un killer la notte tra l’11 e il 12 luglio 1979.

Milano in questi ultimi anni sta rialzando la testa, ritrovando il suo orgoglio. Chi scrive ha già espresso le sue perplessità sulla qualità e solidità di questo rinascimento ma già che c’è tanto vale sostenerlo. E la crescita sarà tanto più sostenibile quanto Milano avrà il coraggio di tornare a voler essere la capitale morale d’Italia.

Perché Milano deve guardare all’Europa ma essere capace di dare il suo contributo al Paese, riattivando quella cinghia di trasmissione indispensabile per tornare a crescere.

Sarebbe bello se le forze migliori della città si unissero organizzando un evento annuale, raccogliendo le Università milanesi, per ricordare Ambrosoli. Per i ragazzi, per gli studenti soprattutto.

È una figura attorno alla quale raccogliere le Professioni, la Guardia di Finanza (con un eroe troppo spesso dimenticato), Banca d’Italia e soprattutto chi fa impresa. Senza rivendicazioni politiche. Solo ricordando una persona per bene. Senza dotti approfondimenti teorici. Solo raccontando la storia di un uomo coraggioso.

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E lo so che oggi il figlio Umberto è sceso in politica con il PD e molte istituzioni avranno paura di perdere la loro imparzialità. Basterà ricordare che Giorgio Ambrosoli era liberale e monarchico. Un borghese. E magari trovare un po’ di coraggio, perché questa città ha bisogno di tornare ad unirsi su valori comuni, a credere negli esempi migliori, a credere nei giovani e nel loro futuro. “Milano il futuro” come ama ricordare Carlo Bonomi, Presidente di Assolombarda.

Vi ripropongo (lo ripropongo soprattutto ai lettori più giovani) un estratto della lettera scritta alla moglie poco dopo aver ricevuto l’incarico e diversi anni prima di morire. Quanta dignità, quanta consapevolezza del proprio ruolo di professionista, quanto amore per la sua famiglia e per il suo Paese in queste poche righe, in nome dello Stato e non per un partito.

“Anna carissima,
è il 25.2.1975 e sono pronto per il deposito dello stato passivo della B.P.I. (Banca Privata Italiana n.d. r.) atto che ovviamente non soddisfarà molti e che è costato una bella fatica.
Non ho timori per me perché non vedo possibili altro che pressioni per farmi sostituire, ma è certo che faccende alla Verzotto e il fatto stesso di dover trattare con gente di ogni colore e risma non tranquillizza affatto. È indubbio che, in ogni caso, pagherò a molto caro prezzo l’incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un’occasione unica di fare qualcosa per il paese.

Ricordi i giorni dell’Umi (Unione Monarchica Italiana n.d.r.) , le speranze mai realizzate di far politica per il paese e non per i partiti: ebbene, a quarant’anni, di colpo, ho fatto politica e in nome dello Stato e non per un partito. Con l’incarico, ho avuto in mano un potere enorme e discrezionale al massimo ed ho sempre operato – ne ho la piena coscienza – solo nell’interesse del paese, creandomi ovviamente solo nemici perché tutti quelli che hanno per mio merito avuto quanto loro spettava non sono certo riconoscenti perché credono di aver avuto solo quello che a loro spettava: ed hanno ragione, anche se, non fossi stato io, avrebbero recuperato i loro averi parecchi mesi dopo.

I nemici comunque non aiutano, e cercheranno in ogni modo di farmi scivolare su qualche fesseria, e purtroppo, quando devi firmare centinaia di lettere al giorno, puoi anche firmare fesserie. Qualunque cosa succeda, comunque, tu sai che cosa devi fare e sono certo saprai fare benissimo. Dovrai tu allevare i ragazzi e crescerli nel rispetto di quei valori nei quali noi abbiamo creduto [… ] Abbiano coscienza dei loro doveri verso se stessi, verso la famiglia nel senso trascendente che io ho, verso il paese, si chiami Italia o si chiami Europa. Riuscirai benissimo, ne sono certo, perché sei molto brava e perché i ragazzi sono uno meglio dell’altro [… ] Sarà per te una vita dura, ma sei una ragazza talmente brava che te la caverai sempre e farai come sempre il tuo dovere costi quello che costi.”

Ci sono cose che è giusto ricordare, che fa bene ricordare anche a noi che lavoriamo tutti i giorni nell’economia e nel diritto.

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