Juve, Roma, Lazio. Il 2017 è stato un anno d’oro in Borsa, vediamo perché

scritto da il 22 Dicembre 2017

L’autore del post è Paolo Lenzi, analista finanziario presso Intesa Sanpaolo* – 

Come è noto agli appassionati sportivi, Juventus, Roma e Lazio negli ultimi tempi stanno ottenendo buoni risultati in campionato e, soprattutto, in Europa. La comune qualificazione al turno successivo delle competizioni europee, se da un lato, soddisfa i tifosi dal punto di vista calcistico, dall’altro è un toccasana in termini di futuri proventi economici.

Basti pensare che grazie al raggiungimento della finale di Champions League, la Juventus nell’esercizio 2016/2017 ha registrato ricavi per proventi da competizioni UEFA pari a 110,3 milioni di euro (vs. 75,6 milioni della stagione 2015-2016).

E in Borsa, quest’anno, gli investitori più attenti al settore non sono rimasti con le mani in mano.

Dall’inizio del 2017, le quotazioni dei tre titoli hanno avuto performance da posizioni di vertice nella classifica di Piazza Affari.

Le quotazioni della Juventus hanno galoppato nella prima parte dell’anno non soltanto per i risultati sportivi ma anche per le valorizzazioni di Inter e Milan nelle operazioni di M&A (molto superiori a quanto la Borsa valutasse la Juventus) e per le suggestive ipotesi di delisting della società dalla Borsa.

Poi, dalla sconfitta in finale di Champions League, i titoli hanno preso un periodo di pausa nei mesi estivi, tenendo il supporto di euro/azione 0,50, per poi riprendere nuovamente slancio dall’inizio della stagione 2017/2018 grazie ai buoni risultati in campionato e al passaggio del turno in Champions League, ove il sorteggio per gli ottavi di Coppa è parso essere non troppo punitivo con l’ostacolo Tottenham.

La Lazio ha avuto quotazioni sostanzialmente flat fino a fine luglio, poi con un mercato estivo equilibrato che non ha comportato spese ingenti, ha iniziato la stagione 2017/2018 in modo convincente, vincendo la Supercoppa Italiana, qualificandosi al primo posto nel girone di Europa League e viaggiando su posizioni di alta classifica in campionato, permettendo alle quotazioni di Borsa di registrare dallo scorso 18 agosto una performance positiva nell’ordine del 50%.

Anche la Roma, data per spacciata in Europa a causa di un girone di ferro e a un mercato estivo che aveva suscitato qualche malumore per la vendita di alcuni pezzi pregiati, ha ottenuto performance importanti. La delibera del Comune di Roma alla costruzione del nuovo stadio che dovrebbe essere inaugurato nel 2020 è stato l’ulteriore tassello che ha spinto le quotazioni in Borsa, facendo passare in secondo piano l’operazione di aumento di capitale che la società dovrà affrontare.

schermata-2017-12-23-alle-03-39-09

Per capire più in generale il business e il giro d’affari delle tre società calcistiche quotate, dall’analisi dei risultati economici e finanziari del periodo 2008-2017 emergono alcuni dati interessanti.

In primo luogo, in termini di fatturato, nel periodo considerato, se da un lato Lazio e Roma hanno incrementato i ricavi rispettivamente nell’ordine del 10% e del 25%, principalmente per effetto dei maggiori proventi radiotelevisivi e media, la Juventus ha più che raddoppiato il fatturato passando da ca. € 240,4 mln del 2008/2009 ai € 562,7 mln del 2016/2017. Un risultato particolarmente positivo che è il frutto di un incremento generalizzato delle voci di ricavo. In particolare, i ricavi da gare sono passati da € 14,0 mln del 2008/2009 a € 57,8 mln del 2016/2017 (+313%) grazie al maggiore numero medio di partite giocate nell’anno e al numero medio degli spettatori paganti che sono aumentati anche per l’effetto “Juventus Stadium”.

Per le stesse motivazioni, i diritti radiotelevisivi sono passati da €124,2 mln a € 232,8 mln e quelli da sponsorizzazioni e pubblicità da €41,2 mln a € 74,7 mln. Mentre una componente straordinaria è stata rappresentata nell’ultimo bilancio d’esercizio dal significativo incremento dei proventi derivanti dalla cessione dei calciatori (ad esempio Pogba al Manchester United).

Complessivamente, la struttura dei ricavi delle tre società calcistiche è fortemente sbilanciata sulla componente legata ai diritti televisivi. I proventi da diritti TV pesano mediamente tra il 50% e il 60% dell’intero fatturato. A tal proposito, il rinvio lo scorso giugno dell’asta sui diritti TV del calcio per il triennio 2018-2021 a causa di offerte giudicate troppo basse dimostra come oramai le società non possano prescindere da tali proventi.

In un panorama europeo e mondiale ove il calcio è sempre più business televisivo e commerciale, in Italia, come in altri Paesi, i ricavi da biglietteria sono oramai una piccola porzione del giro d’affari complessivo. Per la Lazio, dalla biglietteria arrivano meno dell’8% dei ricavi complessivi. Un po’ meglio va per la Juventus e la Roma. Ma comunque non si supera il 13%.

schermata-2017-12-23-alle-03-26-18

Guardando al monte ingaggi del personale tesserato, la necessità per la Juventus di mantenere una rosa competitiva a livello italiano ed europeo per continuare a vincere ha determinato un significativo incremento delle spese. Dalla stagione 2008/2009, l’aumento è stato nell’ordine di ca. 80%, passando da € 129,6 mln a € 235,7 mln nel 2016/2017 (+€ 106,0 mln).

La Roma nello stesso periodo ha incrementato le spese per il personale tesserato di ca. il 35% passando da € 95,7 mln nel 2008/2009 a €129,0 mln nel 2016/2017; la Lazio del 120% passando da €25,0 mln nel 2008/2009 a € 55,1 mln nel 2016/2017 pur continuando a perseguire un’attenta politica di spesa.

schermata-2017-12-23-alle-03-26-34

A livello di utile, la Juventus soltanto negli ultimi tre anni ha registrato stabilmente un valore positivo, influenzato dalle plusvalenze realizzate dalla cessione di calciatori importanti. La Lazio, negli ultimi anni ha alternato esercizi in utile ad altri in leggera perdita mentre la Roma perde almeno una decina di milioni ogni anno e anche in conseguenza di ciò si appresta ad effettuare un nuovo aumento di capitale di € 120 mln per coprire le perdite accumulate negli ultimi anni (l’indebitamento finanziario netto risulta pari a € 192,5 mln nell’ultimo bilancio).

schermata-2017-12-23-alle-03-26-42

In Borsa tutto ciò si è tradotto in fasi di mercato caratterizzate da movimenti delle quotazioni laterali, alternate a fasi di alta volatilità con oscillazioni significative ove i prezzi dei titoli sono rimasti depressi, con valori al di sotto dei prezzi di IPO:

1- Il 6 maggio 1998, giorno di quotazione in Borsa della Lazio, il prezzo di IPO, rettificato per le successive operazioni straordinarie, era €/az. 21,53. Oggi il titolo quota circa €/az. 1,10;

2- Il 22 maggio 2000, giorno di quotazione in Borsa della Roma, il Prezzo di IPO, rettificato per gli aumenti di capitale, era pari a €/az. 2,40. Oggi il titolo quota circa €/az. 0,62;

3- Il 19 dicembre 2001, giorno di quotazione in Borsa della Juventus, il Prezzo IPO rettificato per gli aumenti di capitale era €/az. 1,35. Oggi il titolo quota circa €/az. 0,76.

Su un orizzonte pluriennale, questi titoli vivono di fiammate improvvise seguite poi da periodi più o meno lunghi di discese e calma piatta. Negli anni più recenti, dopo un periodo 2013-2016 di quotazioni in diminuzione o comunque stabili, il 2017 sembra aver riacceso l’attenzione verso tali società per ragioni sportive, economiche e speculative.

L’impressionante cavalcata nel 2017 della Juventus sembra abbia contribuito a riportare l’attenzione anche su Roma e Lazio che nel frattempo hanno ottenuto importanti successi dentro e fuori dal campo (la delibera per stadio e il passaggio del turno In Champions League per la Roma; la vittoria della Supercoppa Italiana e gli ottavi in Europa League per la Lazio).

Oggi, le quotazioni sono ancora lontane dai prezzi di IPO. Prendere posizione su una società calcistica non è molto di moda poiché i risultati economici sono influenzati anche da quelli sportivi ottenuti anno per anno dalle società. E quindi non facilmente prevedibili, soggetti come sono a molteplici variabili. Certo è che chi ha investito ad inizio 2017 su queste società si è tolto belle soddisfazioni.

*Le opinioni espresse dall’autore nell’articolo sono esclusivamente a titolo personale e non impegnano in alcun modo l’istituto di appartenenza