E-banking, l’Italia perde terreno invece di rimontare. Altra occasione mancata?

scritto da il 03 Aprile 2018

L’utilizzo dell’e-banking stenta ancora a decollare in Italia. Nel corso del 2017 l’utilizzo dei servizi bancari a distanza ha riguardato appena un terzo della popolazione, contro la metà dell’Area euro. Il divario rispetto all’eurozona, pari a oltre 20 punti percentuali, è andato ulteriormente crescendo rispetto a 10 anni fa, quando era pari a 13 punti percentuali. Invece di recuperare terreno, il Bel Paese ha perso contatto con il resto d’Europa.

È abissale il distacco con i paesi in testa alla classifica: Danimarca (90%), Olanda (89%), Finlandia (87%) e Svezia (86%) hanno livelli di diffusione dell’e-banking tre volte più alti rispetto all’Italia (grafico 1). Tra gli altri grandi paesi dell’eurozona fanno molto meglio di noi Spagna (46%), Germania (56%) e Francia (62%).

Grafico 1. UE28: individui che hanno utilizzato l’internet banking
Dati in percentuale della popolazione relativi al 2017

Grafico utilizzo e-banking Europa

Fonte: elaborazioni BEM Research su dati Eurostat.

Il gap italiano è legato ad alcune evidenti arretratezze culturali. Ad esempio, il divario tra uomo e donna nell’uso di questi servizi è molto più ampio in Italia rispetto alla media europea. In Italia l’e-banking è utilizzato dal 36% di uomini (in Europa dal 54%) e dal 26% di donne (50% nel complesso dei paesi europei).

Nell’Area euro i soggetti con basso titolo di studio utilizzano l’e-banking solo nel 25% dei casi, in Italia ci si ferma a un modesto 12% (11% nel 2016). Considerando la categoria dei soggetti con elevato titolo di studio si riscontra invece una diffusione dell’internet banking pari al 77% nell’eurozona e al 61% in Italia.

Guardando alla classificazione per età, si osserva un andamento “a campana” in tutti i paesi considerati. In altri termini, il picco di utilizzo si ha in corrispondenza degli individui giovani, ma non giovanissimi, e poi decresce all’avanzare dell’anzianità dei soggetti.
Incrociando i dati delle classificazioni dell’uso dell’internet banking in base all’età e al titolo di studio si osserva che tra i principali paesi dell’Area euro solo la Francia mostra una maggior diffusione dell’e-banking, rispetto alla media dell’eurozona, per tutte le combinazioni possibili di individui, ovvero tra giovani e meno giovani, tra più istruiti e meno (tabella 1).  La Germania risulta sufficientemente allineata alla media della zona euro, evidenziando un qualche ritardo, seppur contenuto, solo con riguardo ai soggetti anziani con medio-alto livello di titolo di studio.

Spagna e Italia hanno in comune un netto ritardo nella diffusione dell’internet banking tra le categorie di soggetti più giovani (16-24 anni). L’alto livello di disoccupazione giovanile che contraddistingue i due paesi può essere alla base di questa evidenza: 44% in Spagna, 38% in Italia, 25% in Franca e 7% in Germania secondo le statistiche Eurostat relative al 2016 (21% nella media dell’Area euro). Se però la Spagna migliora nettamente il suo divario al crescere della classe di età, in Italia il gap permane, anche a prescindere dal livello di istruzione. Al contrario della Germania, sono i soggetti più anziani che in Italia tendono ad avere una propensione nell’uso dell’e-banking simile al resto d’Europa, mentre per i soggetti in età lavorativa il divario è particolarmente ampio.

Tabella 1. UE4: individui che hanno utilizzato l’internet banking
Classificazione in base all’età e al livello di istruzione
Differenze rispetto alla media dell’Area euro – valori in percentuale relativi al 2017

Tabella istruzione età Fonte: elaborazioni BEM Research su dati Eurostat.

Incidono poi altri fattori quali: lavoro, densità popolazione, barriere tecnologiche e utilizzo dei device mobili. Considerando ognuno di questi aspetti, il Report sull’e-banking 2018 di BEM Research evidenzia come il nostro paese si muova a rilento rispetto al resto d’Europa.

Anche la segmentazione territoriale è un elemento che aiuta a spiegare la diversa diffusione dell’e-banking. Sono infatti soprattutto le famiglie residenti nel Centro-Nord d’Italia a farne uso. In particolare, è la Lombardia ad avere la maggiore incidenza dell’home banking, seguita dalla Valle d’Aosta, dall’Emilia-Romagna, dal Piemonte e dal Veneto. Sul fronte opposto: Basilicata, Calabria e Campania.

Su ognuno dei fattori considerati sarebbe opportuno intervenire, sia per un impulso interno al sistema bancario sia attraverso strategie mirate da parte del policy maker (si veda al riguardo anche un precedente articolo sullo stesso argomento). Per l’industria bancaria è in particolare un’occasione da non perdere se vuole migliorare la sua efficienza nella gestione dei costi, e sopravvivere all’onda crescente del Fintech.

Grafico 2. Area euro: relazione tra e-banking e sportelli bancari
Dati relativi al 2016

Grafico sportelli banche ed e-banking

Fonte: elaborazioni BEM Research su dati BCE ed Eurostat.

Osservando infatti la relazione tra la dinamica nel numero di sportelli bancari ogni mille abitanti e quella dell’utilizzo dell’e-banking, si rileva la presenza di un trade-off. In altri termini, la diffusione degli sportelli diminuisce di più laddove cresce in misura maggiore la propensione all’utilizzo dell’internet banking da parte degli utenti.

Con l’intensificarsi dell’utilizzo dell’e-banking in paesi in cui attualmente ha una scarsa penetrazione, come è appunto il caso dell’Italia, ci si può quindi attendere un’accelerazione nel processo di chiusura degli sportelli bancari.

Twitter @MilaniC