Chi vuol essere algotrader?

scritto da il 06 Maggio 2018

Come si diventa algotrader?

Spesso mi fanno questa domanda soprattutto i più giovani. E io rispondo così: “Bisogna essere versatili”.

Un algotrader non è un matematico. Non è un fisico anche se si avvicina. È un appassionato di numeri fin da bambino. È uno studioso di intelligenza artificiale. Di fisica. Di psicologia. Di filosofia. Ed è maledettamente testardo. Paziente. Stakanovista. Uno scienziato sicuramente, ma assolutamente un artigiano. Un matematico, per niente.

Il mercato è psicologia. E i modelli che comprendono meglio la psicologia dei trader funzionano. Ma la psicologia cambia continuamente e un modello statico può funzionare per un breve periodo di tempo per poi diventare in poco tempo obsoleto.

Il pensiero economico è molto più ricco della semplice matematica applicata e dovremmo cercare di comprenderlo nella sua interezza come se fosse un essere umano. La matematica, dunque, non è marginale ma risulta comunque insufficiente.

Milioni e milioni di trader lottano continuamente per sopravvivere. Chi resta in vita si accoppia e crea strutture sempre più performanti e resilienti. Gli altri semplicemente muoiono. In pochi istanti si riesce a creare con il computer un mondo. Anzi. Più mondi. E gli script sono dei trader. Sono degli esseri inumani molto simili a robot che competono tra di loro istante dopo istante per lasciare una traccia alla generazione successiva. Apprendimento. Questa è la traccia. E chi apprende meglio dal passato sopravvive con maggiore efficienza. Generazione dopo generazione i trader diventano sempre più bravi e passano alle generazioni successive le proprie qualità. I migliori gestiscono il risparmio. È evoluzione della specie. Come insegnava Darwin.

No. Non si può semplificare l’Intelligenza Artificiale. Si. In tanti lo fanno e in questo periodo vi è un vero e proprio hype.

In tutto il mondo iniziano a proliferare fondi che si dicono guidati da Intelligenza Artificiale ma andando al nocciolo si possono trovare strategie molto semplici, strutture basilari studiate da reti neurali o algoritmi genetici. Una combinazione di due medie mobili può essere venduta come strategia innovativa. Ma poi funziona?

Tanto più la struttura base è complessa e attinge da dati chiari e oggettivi quanto più l’Intelligenza Artificiale può rendere quelle strutture più resilienti e performanti.

Come?

Come cosa?

Quel che si ottiene con scarso aiuto della fortuna è più resistente al caso prendendo in prestito le parole di Nassim Taleb.

È primavera e le giornate si fanno più lunghe e il cielo più limpido. Quanti uccelli si riescono a scorgere osservando il cielo? Ecco. Se distoglieste un attimo gli occhi dal monitor provate ad osservarli. Gli uccelli… Se un uccello vede il cibo si sposta immediatamente e abbandona il resto dello stormo. Ma se anche un altro uccello lo vede, tutto lo stormo istantaneamente cambia di direzione. No. In uno stormo di uccelli non esiste un capo e l’informazione viene condivisa immediatamente.

Quando parliamo di Intelligenza Artificiale ci dimentichiamo che essa viene comunque generata dalla natura. E le formule che vengono impiegate simulano situazioni che osserviamo quotidianamente.

Un bambino impiega quasi un anno prima di iniziare a camminare. Ci sono dei robot bambini che ci impiegano 30 minuti, un’ora al massimo grazie all’uso dell’Intelligenza dello sciame o stormo (in gergo Swarm Intelligence). Il robot cade. Ricade. E impara dai propri errori. Dopo diverse cadute il robot bambino cammina perché si è adattato risolvendo determinate soluzioni.

L’intelligenza dello stormo viene anch’essa studiata per cogliere meglio la psicologia dei trader. Gli algoritmi riescono ad osservare – attraverso questo processo – il mondo azionario nel “molto piccolo” senza farsi influenzare da quello che i tecnici del trading definiscono rumore. Ovvero un falso segnale o meglio un pattern ingannevole.

Vengono creati stormi e universi nuovi, nei quali si riesce anche a volare a più dimensioni. L’impatto di una news o di un movimento nel brevissimo termine viene immediatamente trasmesso ai vari script, come succede in uno stormo di uccelli, i quali cambiano direzione…

Tutte le azioni possono essere studiate dall’Intelligenza Artificiale? Dalla nostra esperienza decisamente no. 
Prendiamo ad esempio il titolo Pfizer. Quando ha prodotto e poi distribuito il Viagra una gigantesca candela verde sul grafico del titolo ha preso vita. Quante probabilità ci sono che accada di nuovo? Quella candela ha lasciato una traccia indelebile nella serie storica ed erroneamente l’AI potrebbe ritenerla nuovamente possibile.

Attualmente, quindi, l’Intelligenza Artificiale ha ancora qualche limite ma in futuro saranno le stesse macchine a programmarsi da sole. Ad oggi apprendono. Si adattano. Ma non si creano da zero.

Tutto questo parlare di Intelligenza Artificiale per dire cosa?

C’è una differenza sostanziale tra un modello quantitativo tradizionale, come ad esempio l’econometria, con modelli guidati da Intelligenza Artificiale;

La stessa Intelligenza Artificiale si divide in “ intelligenze diverse”;

Chi parla di AI difficilmente ha lavorato in questo campo e sta diventando di moda come parlare di criptovalute.

Per il Financial Times i fondi guidati da Intelligenza Artificiale sono tra i pochi che sovraperformano il mercato.

Conclusioni

Ho voluto scrivere questo post perché ad ogni crollo viene data la colpa agli algoritmi. Sì che oramai una buona fetta del mercato viene gestita dagli algoritmi ma gli stessi algoritmi si differenziano l’uno dall’altro.

Sono gli algoritmi ad aver causato la crisi del 2008. Così dicono. Ed in parte è vero. Ma erano modelli che non apprendevano. In poche parole non erano capaci di migliorarsi e adattarsi al mercato.

È da ricordare il famoso fondo quantitativo non guidato da AI gestito da famosi premi Nobel (LCTM) salvato dalle grandi istituzioni perché un suo fallimento avrebbe creato una gigantesca crisi finanziaria. Questo fondo sembrava andasse anche a leva 100.

Il mercato, oggi, è schiavo di due estremi: il puramente istintivo o animale (trading discrezionale) e il puramente razionale (modelli matematici). Ma il mercato difficilmente si farà imprigionare per tanto tempo dall’homo oeconomicus né cederà completamente agli spiriti animali. 
L’Intelligenza Artificiale fa da ponte tra questi due estremi. Tra le pulsioni umane imprevedibili e la pura astrazione.

È un osservatore. Uno scienziato. Un artigiano. Non puro pensiero. L’algo trader.

Egli sa che il mercato non si fa fregare né dalle banche centrali né tanto meno dalla pura matematica. Sembrava che con essa si potessero finalmente dividere i rischi in tante parti e renderli innocui. Invero sono tornati come un boomerang. Come nel caso del 2008.

La verità è che la finanza anticipa la realtà e un trader per sopravvivere dovrà reinventarsi.

Con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale e della Blockchain anche le istituzioni finanziarie tradizionali dovranno cambiare veste. 
E tra l’hype e la speranza ora siamo nel mezzo.

Appesi ad un sogno. Quello di aprire le porte ad una finanza finalmente oggettiva (guidata da AI), trasparente (grazie alla blockchain) ed etica (senza commissioni di gestione).

E sì. È l’inizio di una nuova era. Non è così?

Twitter @simeoneantonio1