Fa più paura l’Intelligenza Artificiale o la Vera Stupidità?

scritto da il 10 Gennaio 2019

L’autore di questo post è Silvano Joly, country manager di Centric Software Italia, che dal 1995 lavora in aziende high tech seguendo il mercato italiano e del Mediterraneo –

Il grande feldmaresciallo prussiano Helmut Karl Bernhard Graf Von Moltke (1800-1891, foto in basso) divideva i suoi ufficiali in 4 categorie: pigri e volenterosi, stupidi e intelligenti. Teorizzava che si potessero usare le varie combinazioni tra le quattro caratteristiche e prediligeva i pigri intelligenti, che risultavano essere più ponderati nel prendere decisioni strategiche.

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“Quelli che sono intelligenti e volenterosi sono idonei ad alti incarichi nello Stato Maggiore. Si possono impiegare anche gli stupidi ed i pigri. L’uomo che è ad un tempo intelligente e pigro è idoneo alla più alta funzione di comando: ha il temperamento ed il sangue freddo indispensabile per far fronte a tutte le circostanze. Ma chi sia contemporaneamente stupido e volenteroso costituisce un grave pericolo e deve essere immediatamente destituito”.

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Uso ed ho usato personalmente questa griglia, e mi riconosco nel volenteroso intelligente – con tutte le controindicazioni del caso, e chi mi conosce sa che quando dico di qualcuno “è una 4a categoria di Von Moltke”, non gli sto facendo un complimento.

A riguardo sono convinto che Von Moltke non avrebbe avuto dubbi con l’Intelligenza Artificiale, definendola Intelligente e Pigra, adatta quindi alle più alte funzioni avendo temperamento e sangue freddo per far fronte a tutte le circostanze. Compreso dire non capisco la domanda, una delle risposte più intelligenti che SIRI sa darmi.

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Nell’ambito del mio lavoro, mi occupo di software e di innovazione tecnologica, ho già avuto diverse esperienze ed ho potuto considerare i benefici che l’AI (Artificial Intelligence) potrebbe portare, ma molto più ho potuto constatare gli enormi danni che la VSU (Vera Stupidità Umana) può causare.

Se quindi non posso quindi dirmi un esperto di AI e non oso avventurarmi nei dibattiti tecnici, etici e filosofici che ne riguardano lo sviluppo, vorrei invece parlare della VSU (Vera Stupidità Umana), soffermandomi sui vari modi nei quali può fare danno.

Ma per parlare di stupidità, vorrei riflettere sui vari modi di determinare l’intelligenza.

In una recente intervista Luciano Floridi, filosofo e Professore di filosofia ed etica dell’informazione all’Università di Oxford, ha detto a Martina Pennisi che le “macchine non arriveranno mai a ragionare come noi, ma neanche come il nostro cane”.

Bene ma come si misura l’Intelligenza? C’è chi dice che chi riesce a risolvere i giochini dei classici test, è intelligente. Per altri, intelligenti sono coloro che si comportano in accordo alle proprie opinioni. C’è anche chi dice che l’intelligenza sia la capacità di risolvere velocemente problemi di tipo matematico, artistico o musicale. Ma con un computer posso risolvere ogni problema, comporre musica orecchiabile e con Photoshop 4.0 confezionare ottimi quadri e disegni. Questo è molto vero ma succede solo dall’inizio dell’era Digitale. Prima l’intelligenza e l’innovazione erano lente, si sviluppavano in decenni e qualche volta scampavano alla VSU grazie al mimetismo del loro sviluppo a passo di formica.

L’Eremita Digitale Roberto Cingolani ha ben riassunto: “Per cinque o seimila anni abbiamo creato tecnologie che ci mettevano secoli a essere pervasive. L’automobile ci ha messo cento anni per essere di uso comune, l’aeroplano ce ne ha messi novanta. Abbiamo sempre avuto tempo, come società organizzata, di metabolizzare l’uso dell’innovazione. Nasce l’automobile e abbiamo anni per fare il codice della strada, per insegnare ai cocchieri a guidare, per costruire infrastrutture e città a misura delle automobili. L’innovazione, fino a qualche anno fa, era intergenerazionale”.

Ecco quindi un indizio per scovare VSU (Vera Stupidità Umana): cercare la paura per l’innovazione. Vale sin dai tempi della ruota.

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Con la ruota rotoliamo su decine di secoli per osservare un altro un episodio dei tempi delle macchine a vapore: nel viaggio inaugurale della ferrovia Liverpool – Manchester uno dei sostenitori dell’opera, Sir William Huskisson,, salì sul predellino mentre il treno si muoveva, scivolò cadendo con le gambe sulle rotaie e le ruote gli tranciarono di netto entrambe le gambe.

Il grande sostenitore della “macchina infernale” morì in serata, diventando la prima vittima ferroviaria ed in molti sfruttarono l’episodio per cercare di dimostrare che il problema non fosse stata l’imprudenza della vittima ma il treno stesso e che Tecnologia e Innovazione fossero un pericolo per gli uomini e per la società.

Gli esponenti della VSU ottocentesca non vollero vedere il vantaggio e preferirono osteggiare la novità tout-court.

Accade la stessa cosa oggi e soprattutto nel mondo del fashion, che ben conosco e ancora si dibatte tra il Made in Italy come concetto e l’innovazione come arma per difenderlo.

Due dei miei clienti – Triumph e Yoox YNAP – hanno recentemente annunciato l’adozione di app e piattaforme che usano (non sfruttano) algoritmi per procedimenti che richiederebbero molto lavoro agli operatori umani. Nello specifico con una soluzione AI Image Search, i designer possono scattare la foto di un nuovo tessuto o di una finitura spunto di ispirazione e avviare istantaneamente una ricerca negli archivi delle immagini del PLM per trovare la migliore corrispondenza. Un designer può scoprire immediatamente se un articolo simile è stato approvato o utilizzato precedentemente. Se negli archivi non è presente un equivalente, Centric AI Image Search può aiutare a trovare un fornitore che offra un prodotto simile.

È stata creata una libreria digitale composta da migliaia di campioni di pizzo, rendendola completamente ricercabile grazie alla nuova funzionalità Centric AI Image Search, che finirà per sostituire le librerie di campioni fisici in diverse sedi nel mondo, riducendo l’enorme sforzo necessario per mantenere aggiornate le librerie fisiche e digitali e consentendo agli utenti di accedere alle informazioni di cui sono già in possesso sotto forma di set di dati visivi, al fine di prendere decisioni più efficaci.

Fantastico, no? Ma parlandone con i miei Clienti e potenziali tali, ho ricevuto molte più critiche aprioristiche che richieste di informazioni. Invece che “Come la usano? Cosa ci guadagnano” molti hanno preferito chiedermi “Ma cosa se ne fanno? Impossibile farlo da noi? È troppo per noi…”

E noi, gente del secolo breve, che ha imparato a scrivere con il lapis, poi ha avuto la stilo Auretta, la tesi di laurea l’ha ancora battuta a macchina e a lavorare ha avuto sia Telex che pc, quanta VSU abbiamo trovato ad accogliere le idee e l’innovazione che volevamo portare?
Quanti maniaci di grandezza, paranoici, deliri di onnipotenza, presuntuosi. Quanti che pensando l’innovazione fosse un’arma, ne hanno avuto paura e ci hanno impedito di usarla?

Abbiamo detto la Paura. Ma in quali altri casi si determina e misura la VSU (Vera Stupidità Umana) nelle organizzazioni aziendali? Io uso i sentimenti, molto umani e cerco paura, invidia, superbia, semplice cattiveria.

Alcuni esempi:

Il Contemporaneo: ritiene valido solo ciò che gli è coetaneo e di conseguenza lavora con le persone e le tecnologie che conosce e sa usare da sempre. Un esempio: negli anni ’90 chi reputava l’avvento del 3D come un capriccio e vedeva nel disegno bidimensionale l’unico modo di fare della progettazione meccanico. Oggi lo si osserva denigrare gli schermi touch parlando di lavagne e tabelloni.

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Il Sindacale, che teme la tecnologia porti via posti di lavoro o sia un sortilegio al servizio dei padroni. Così critica Industry 4.0 anziché aiutare l’azienda ad adottarla per il suo stesso bene e per proteggere il suo posto di lavoro. Molto diffuso nella mia Torino ha molti tratti negativi del bougia-nen e nessuno di quelli positivi, ad esempio essere intelligente e pigro.

Il Cattivo tout-court, esemplare molto interessante. Non potendo affrontare la discussione, ostacola. Ricordo un Capo Bolognese che indiceva riunioni su R&D e Innovazioni il venerdì pomeriggio a fine giornata, in modo da renderle brevi e ritardare sino al lunedì successivo i passi successivi.

Il Maniaco Persecutorio o Bugs Seekers, è lo specialista del trovare “cosa potrebbe andare male” così da arrestare ogni iniziativa o progresso che leda lo status quo. Lo si riconosce dalle domande costruttive, ad esempio: bello questo sistema che è completamente online e potremo usare da ogni dove, ma … è a prova di hacker? Spesso si aggira nei corridori entusiasta annunciando di essere riuscito a causare un crash.

L’Orgoglioso. Detto anche “Stupidus – Stupidus” non è molto pericoloso, insiste nelle sue tesi e cerca di dimostrarle con documenti, studi e analisi. Ma alla fine può solo usare il suo eventuale veto per arrestare le cose. Spesso ha un tatuaggio ma c’è scritto “Abbiamo sempre fatto così”.

Il Misogino, ahimè molto diffuso. Se lo dice una donna non è bene. Se lo dice un uomo va bene. Spesso è single e se in coppia è insoddisfatto.

L’Auto-celebrativo, parla di sé stesso/a in terza persona e usa metriche medievali. Ad esempio “io ho comprato 3 milioni di giornate uomo nella mia carriera e speso miliardi in software”. Se gli parli di ROI, riduzione costi efficienza sfodera lo sguardo della mucca quando passa il treno. Spesso insulta i fornitori e poi se ne va tutto contento

Il Seriale, ha sempre una tecnologia uguale a quella che gli stai descrivendo e che ha sviluppato la Nasa. L’ha scritta un amico di suo cugino, non costa niente e per farla funzionare non bisogna fare nulla. Basta dire “Sim Sala Bim”.

L’elenco potrebbe continuare e spero di leggere nei commenti le vostre esperienze di VSU, ma spero che tra AI e VSU se la giochino anche le categorie che Von Moltke non ha censito:

– Ottimisti, scienziati che inventano più banche e venture capital che finanziano;

– Pessimisti, sociologi, statistici, sindacalisti che vedono un futuro grigio di redditi stagnanti, benessere in declino e disoccupazione.

Spero che i primi trovino soldi e energie così che il tempo faccia il suo lavoro e ci faccia capire che il rischio con le nuove tecnologie è sovrastimare impatto a breve e sottostimare quello a medio lungo termine.

Hub, Poli tecnologici e ricerca come lo StartupBootcamp di Alceo Rapagna in ambito Fashion, potranno difendere dalla VSU l’intelligenza artificiale e il machine learning che anche questo mercato inizia ad adottare e predisporre vera transizione verso il meglio.

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Il futuro può essere roseo, se si scelgono buoni ufficiali, se si evitano stupidità volenterosa e previsione pessimistica piena di puro nichilismo.

Sostituiamo la premonizione ”Resteranno un uomo e un cane, l’uomo guarderà le macchine e il cane controllerà che l’uomo non tocchi niente” con “Resteranno un uomo e un cane, le macchine lavoreranno e l’uomo giocherà con il cane”.

Twitter @sjoly_ita