La distanza fiscale fra Nord e Sud e il referendum che getta benzina sul fuoco

scritto da il 17 Ottobre 2017

Gli autori di questo post sono Fedele De Novellis e Sara Signorini, rispettivamente partner e economista senior e ricercatrice di REF Ricerche

Nonostante gli ampi divari di capacità fiscale nel nostro paese, la redistribuzione di risorse effettuata dal sistema di welfare consente di garantire livelli di spesa primaria abbastanza omogenei lungo tutto il territorio nazionale. In particolare il riferimento è alla direttrice Nord Sud, lungo la quale avviene la maggior parte dei trasferimenti di risorse pubbliche.

Fino ad ora però la redistribuzione di risorse non è riuscita a fornire una risposta concreta al permanere di un ampio gap di sviluppo. Anzi, la crisi economica alle nostre spalle ha visto ampliarsi questo divario tra Nord e Sud, essendosi abbattuta su un contesto già estremamente differenziato dal punto di vista economico, in cui le perdite di prodotto e occupazione sono state maggiori soprattutto nelle regioni più deboli.

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Se si confrontano i dati sugli occupati più recenti con quelli precedenti la crisi, si osserva come l’Italia nel complesso stia ritornando sui livelli del 2008. Ma mentre al Centro e al Nord siamo oramai vicini a quei massimi, nelle regioni del Sud mancano all’appello circa 350mila occupati. Le distanze si ampliano ulteriormente si si considerano gli indicatori dell’andamento delle ore lavorate.

I divari territoriali possono essere letti come un indicatore di debolezza strutturale del sistema economico, che dovrebbe essere contrastata dalle politiche economiche. Non deve quindi sorprendere che con frequenza emergano segnali di insoddisfazione da più parti. È ad esempio il caso dei referendum che il 22 ottobre vedranno impegnati i cittadini di Lombardia e Veneto nella richiesta (o meno) di maggiori margini di autonomia nell’ambito delle possibilità offerte dalla Costituzione Italiana.

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Sulla distanza tra Nord e Sud si veda anche il dibattito degli scorsi mesi su Econopoly. Ecco i link ai post pubblicati:

Perché i referendum non tuteleranno le autonomie (e cosa bisognerebbe fare)

C’è un motivo se la speranza di crescita per il Mezzogiorno è (praticamente) zero

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– Contrattazione decentrata e politica dei minimi: un’idea per il Sud

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