Cannabis e bitcoin, due facce della stessa bolla?

scritto da il 11 Ottobre 2018

Era sera. Anzi notte. Ed ero a Roma da Elio. Parlavamo di bolle. No. Non siamo proprio dei filosofi io ed Elio, ma discutevamo del fatto che tutto fosse in bolla dopo le ingenti masse monetarie elargite dalle banche centrali. Facile intuizione, non trovate? Una domanda è venuta fuori.

Quale sarà la prossima bolla?

Ma no. Non lo scoppio della bolla. Non cercavamo di indovinare il trigger di una possibile prossima crisi finanziaria. No. 
In assoluto l’opposto. Quale sarà il prossimo “effetto Bitcoin”?

Abbiamo convenuto sul fatto che fosse più facile prevedere un crollo piuttosto che la formazione di una grande bolla.

Le stampanti 3d fanno parte dell’era del paleolitico. Di Biotech oramai se ne parla da tempo. Basti pensare a tutto quello che tuttora fa l’Intelligenza Artificiale nella medicina.  Le cripto sono il presente e per alcuni già un passato da dimenticare.

Quale sarà la prossima bolla. O meglio cosa sta mettendo le radici nei nostri desideri. Oggi?

No. Non è affatto facile.

Sono stato tra i primi in Italia a conoscere il Bitcoin e poi a renderlo “istituzionale” nel 2013 con la fondazione del primo osservatorio universitario in Europa. E ricordo che tutti coloro che lo avevano studiato approfonditamente lo facevano sia perché era magicamente perfetto – e parlo della tecnologia blockchain – che per un bisogno emotivo. I primi adopter bitcoin non facevano parte delle élite. Erano – ed eravamo – degli sconosciuti. Ribelli. Dei diversi… 
Sì. Ribelli e diversi. Perché eravamo arrabbiati. E ingabbiati. Dai modelli tradizionali della finanza tradizionale.

Il mondo cambiava e noi ci accorgevamo che qualcosa non tornava. Il 2008 ci aveva toccato profondamente e l’indignazione verso quel mondo che la faceva da padrone.

Così giovani matematici, economisti, fisici, programmatori hanno riempito questa indignazione – come se fosse morte un dio – con una nuova religione. Code is Law. E con un universo fatto di soli numeri. Della sola cosa di cui ci si può fidare. 

La blockchain noi la intendiamo come una catena. L’immagine è quella. Ma di fatto sono script che si sposano per tenere in vita il gene digitale. Il bitcoin.

Perché la bolla – e se è una bolla – è scoppiata? All’inizio c’era tanto entusiasmo. Troppo. Ma non è stato questo a far salire il prezzo quanto una distorsione della realtà. Ma fermiamoci un attimo.
“Se si evita l’esaltazione la depressione non affiora”. È del padre della psicologia bioenergetica.

Prima della formazione di una bolla, dunque, si ha una sensibilità e una percezione che qualcosa sta per arrivare. Qualcosa deve cambiare. Ma non tutti danno ascolto a questi segnali.

Arriva così il cambio di paradigma. Alcuni riescono a seguirlo – o sfruttarlo – e a conoscerlo. Ma la maggior parte preferisce restare nella “comfort zone”.

E quando il paradigma – da idea – diventa reale comincia a essere preso sul serio. E diventa il “treno da non perdere”…

Ho banalizzato e semplificato un processo psicologico. Quello della dissonanza cognitiva e l’ho integrato ad un approccio stile “Psicologia del gregge”. Non essendoci formule ma solo opinioni potrei anche aver preso un abbaglio. Ma parlo della mia esperienza.

Il bitcoin a 20.000 dollari era arrivato non solo alle élite – affascinate e preoccupate – ma al popolo. Manipolazioni del prezzo ed esaltazione continua lo hanno fatto precipitare in un anno o quasi di depressione.

Seguirà la fase della crescita?

Non saprei. I Venture Capital hanno investito nel mondo cripto nel 2018 circa il 280% di più rispetto agli altri anni. Ma la rete bitcoin ha ancora troppi problemi di scalabilità.

Per quanto riguarda le ICO, i regolatori stanno diventando sempre più severi, e io sono d’accordo con la loro posizione. La maggior parte delle ICO, infatti, sono fallite e sembra che abbiano creato schemi grazie ai quali i token dopo essere stati emessi venivano ricambiati in moneta fiat (euro – dollari) attraverso banche (estere) compiacenti in cambio di alte commissioni per l’apertura dei conti.

Allora. La prossima bolla?

È la cannabis.

“Se avessi 10 milioni di dollari ora dove li metteresti tra cannabis e criptovalute?” Il 69% dei lettori di CbInsight hanno risposto cannabis.

tlry-stock-1

Osservate il grafico di Tilray, che ha come core business lo sviluppo di prodotti di vario tipo legati alla cannabis, non vi ricorda il bitcoin?

Basterebbe perdere un po’ di tempo su Reddit. La psicologia. L’età dei trader. La loro cultura. La lotta contro le élite… Sì. Sembrano gli stessi attori. Cripto e cannabis sono alimentate da trader con caratteristiche simili. Giovani e non solo che investono su asset che presentano “vuoti normativi”.

Psicologicamente funziona. E il mercato è psicologia. E questo è il mercato dei millennials? Ecco. 
I millennials. Bisognerebbe comprendere i desideri dei giovanissimi di oggi…

Il titolo Pepsi subito dopo l’annuncio che non distribuirà bibite alla cannabis ha subito una forte e intensa volatilità. Ricorda quello che succedeva nel mondo delle cripto.

pepsi-cannabis

Il mercato è pieno di bolle e bollicine pronte a scoppiare.

Con l’uso dell’Intelligenza Artificiale e di modelli complessi spesso si riescono a cogliere queste sfumature di comportamenti. Ma non a prevederle nella loro creazione (magari in futuro…).

Perché, ad oggi, il mercato è ancora il riflesso di noi stessi. 
Questo vuol dire che le prime bolle o bollicine siamo noi.

Se la cannabis avrà lo stesso “effetto bitcoin”?

Io penso di no.

Facciamo una scommessa?

Twitter @simeoneantonio1