Bitcoin, anno 10: dalla pre-storia a Silk Road

scritto da il 06 Gennaio 2019

Bitcoin è un fenomeno che esiste simultaneamente sul piano sociale e tecnologico. Il rapporto tra questi due piani di realtà è un tema altamente dibattuto e complesso da decifrare.

Bitcoin è un esperimento: sperimentare con questo sistema può portare a consistenti perdite di valore.

Nulla di quanto scritto costituisce in alcun modo consigli di investimento.

Premessa
Questa mini-serie di post ha l’obiettivo di dare al lettore una veloce (ma sufficientemente dettagliata) panoramica sulla storia dei primi 10 anni di Bitcoin. Si da per scontato che il lettore conosca le basi di Bitcoin, nelle sue componenti tecnologiche e il sistema di incentivi.

Per chi volesse approfondire o acquisire maggiore familiarità con questi temi, si consiglia la sezione “Getting Started” di bitcoin.cc, un eccellente resource center mantenuto da Jameson Lopp, o il bel libro di Raffaele Mauro e Francesco De Collibus “Hacking Finance”.

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Le Origini: pre-storia di Bitcoin

“Nell’era dell’elettronica, la privacy è un presupposto necessario per mantenere una società libera. Privacy è diverso da segretezza. Una questione privata è qualcosa che non si vuole far sapere a tutto il mondo, mentre una questione segreta è un qualcosa che non vogliamo far sapere a nessuno. Privacy è poter rivelare una questione al resto del mondo, in maniera selettiva.” – Eric Hughes, A Cypherpunk’s Manifesto, 1993.

Bitcoin affonda le sue radici e la sua ideologia nella cultura Cypherpunk – una subcultura nata da Eric Hughes, Timothy C. May e John Gilmore. I tre danno vita nel 1992 ad un “meetup” mensile a San Francisco, nella Bay Area, e subito dopo ad una mailing list.

È su quella stessa mailing list (o meglio, un’evoluzione della stessa) che il 31 ottobre 2008 un’identità sotto il nome di Satoshi Nakamoto pubblica un whitepaper titolato “Bitcoin: A Peer-to-Peer Electronic Cash System”.

Bitcoin, come molte invenzioni, è una combinazione di idee, tecnologie e tentativi falliti in precedenza, messe a sistema in un modo nuovo.

Il “Nakamoto consensus” – definito come il core set di tecnologia e schema di incentivi e regole che permettono a bitcoin di funzionare (quasi) perfettamente da 10 anni – è costruito su anni di ricerca di crittografia, computer science e teoria dei giochi.

È nella bibliografia del whitepaper stesso che il background accademico del lavoro di Nakamoto e le sue radici concettuali diventano palesi ed verificabili.

Si trovano citati più volte Haber & Stornetta con paper che vanno dal 1991 al 1997 (da cui Bitcoin prende le idee alla base del “ledger”), e poi HashCash di Adam Back del 2002 e b-money di Wei Dai.

È da Back che Satoshi prende l’idea del “proof of work”, originariamente progettato come meccanismo anti-spam per email, e lo combina con l’idea dei “puzzle” di Wei Dai per dar vita al meccanismo di “mining”, fondamentale per mantenere la sicurezza del network.

Satoshi non è stato il primo a cercare un modo di creare una “internet currency”. Il successo di Bitcoin è costruito anche su tentativi falliti di veri e propri “bitcoin primordiali”: da DigiCash di David Chaum (il padre del “digital cash”), a b-money di Wei Dai e BitGold di Nick Szabo.

bitcoin1Una foto del team di Digicash – David Chaum, Nick Szabo sulla destra

L’idea stessa di una “internet currency” – che molti osservatori, ancora oggi, definiscono una assurdità, una invenzione inutile, una truffa, uno “schema ponzi 4.0” o “veleno per topi” (come descritto da Warren Buffet) – venne persino predetta da Milton Friedman (premio Nobel per l’Economia e fondatore della scuola di Chicago) in un’intervista del 1999.

La pre-storia di Bitcoin è particolarmente affascinante. Non è solo una collezione di storie ed avvenimenti avvincenti, ma aiuta a comprendere i fondamenti tecnologici e principi del contratto sociale su cui si basa questo fenomeno piuttosto nebuloso chiamato Bitcoin.

I primi anni: dal Genesis Block alla fondazione di Silk Road

Bitcoin nasce con il whitepaper pubblicato ad ottobre 2008 e diventa reale con il Genesis Block, creato il 3 gennaio 2009.

bitcoin2(Il “Genesis Block”. La scritta sulla destra è il titolo del Times del 3 gennaio 2009, inserito da Nakamoto.)

La scritta che si trova nel Genesis Block è il titolo del Times del giorno – “03/Jan/2009, Chancellor on brink of second bailout for banks”.

Una dichiarazione d’intenti: creare un nuovo sistema, diverso da quello attuale, ritenuto da Nakamoto “ingiusto”, troppo facilmente distorto da pressioni politiche.

Il 12 gennaio 2009 viene effettuata la prima vera transazione. È tra Nakamoto ed Hal Finney, uno sviluppatore software e attivista cypherpunk.

Finney ci racconta il suo rapporto con Bitcoin in un bellissimo post su Bitcointalk (primo forum “ufficiale” di Bitcoin), ora riportato in “Bitcoin and me”.

Satoshi aveva ricevuto una reazione a dir poco “fredda” alla pubblicazione del whitepaper.

Non era il primo a proporre una e-currency, e molti avevano semplicemente ignorato questa proposta; Finney stesso aveva provato a creare una currency basata su proof-of-work (ndr: su una variante del PoW chiamata Reusable Proof of Work).

Da lì, il suo interesse a provare a far girare un nodo sul suo PC. Dopo aver minato alcuni blocchi ed effettuato la prima transazione con Satoshi, Hal lascia perdere il progetto e spegne il proprio nodo.

Minare questi “bitcoin” fa diventare il suo PC bollente!

Da tenere a mente: a questo punto sono sostanzialmente solo lui e Nakamoto, Bitcoin non ha alcun valore monetario, non è scambiato e nessuno lo utilizza.

Hal risente parlare di Bitcoin nel 2010. Con suo stupore, quel piccolo progetto è cresciuto “notevolmente” fino ad avere una prima “conversione” ufficiale.

È infatti ad Ottobre 2009 che il New Liberty Standard – il primo “exchange” di Bitcoin (nulla più di un forum) pubblica il primo prezzo di conversione.

Non esistendo un prezzo di conversione, il gestore di NLS (che minava Bitcoin sul proprio PC – da ricordare che all’epoca era sufficiente un PC normale per minare) lo stabilisce nel modo più semplice: è il “costo-per-Bitcoin” minato, sostenuto in spese di elettricità.

La logica può sembrare bislacca, ma va vista dal punto di vista di un miner: comprare Bitcoin esistenti (già minati) in cambio dell’equivalente in dollari che quello stesso miner spenderebbe comunque in energia per minarli, è un prezzo ragionevole.

È così che il primo exchange USD/BTC rate viene stabilito: US$1 = 1,309.03 BTC.

I mesi scorrono, e si arriva al 22 Maggio 2010 – oggi conosciuto e celebrato come il “Bitcoin pizza day”.

Laszlo Hanyecz, un programmatore attivo su BitcoinTalk, posta il 18 Maggio 2010 una offerta per una pizza: 10,000 BTC. (ndr: a quell’epoca valutabili circa $25).

È la prima “vera” transazione con un bene proveniente dal “mondo reale” registrata. Due mesi dopo, nel luglio 2010, si registra la prima “bolla”.

Su Slashdot – un blog/forum seguito da appassionati di software e tecnologia – viene annunciato il rilascio di Bitcoin 0.3, l’ultima versione aggiornata del software.

Si accende una discussione.

Il flusso di nuovi utenti portati a Bitcoin da questa discussione blog è tale da far balzare il prezzo di 10 volte, da $0.008 a $0.08 per Bitcoin.

In poche settimane succede di tutto: dalla fondazione di MtGox da parte di Jeb McCaleb, alla scoperta del primo vero bug (una vulnerabilità causa la creazione di 186 miliardi di coins), al raggiungimento di $1M di capitalizzazione a novembre 2010.

bitcoin_silkroadIl 28 novembre 2010 Wikileaks e cinque grandi giornali (El Pais, Le Monde, Der Spiegel, The Guardian e The New York Times) pubblicano simultaneamente 220 degli oltre 200mila documenti riservati ottenuti da Wikileaks.

Pochi giorni dopo, il 10 Dicembre, PC World pubblica un post su Wikileaks e su Bitcoin: “Could the Wikileaks Scandal Lead to New Virtual Currency?” È il primo magazine online “mainstream” a parlare di Bitcoin.

Il giorno dopo Satoshi commenta “Sarebbe stato bello ricevere questa attenzione in qualunque altro contesto. Wikileaks ha scoperchiato un nido di vespe e lo sciame sarà diretto verso di noi”.

Il 12 Dicembre pubblica l’ultimo messaggio su Bitcointalk. Nelle settimane successive Satoshi comunica sporadicamente in via privata con gli altri developers di Bitcoin.

Il 23 aprile 2011 scrive a Mike Hearn: “Mi sto occupando di altro. Il progetto è in buone mani con Gavin (ndr: Andresen) e gli altri”. È il suo ultimo messaggio noto.

In quelle stesse settimane a cavallo tra il 2010 ed il 2011, precisamente a Febbraio 2011, un’identità con il nome di Dread Pirate Roberts fonda Silk Road – che presto diventa il marketplace più frequentato del dark web.

Con Silk Road si apre un nuovo capitolo nella storia di Bitcoin.

1 – continua

Twitter @tobdea

Grazie Raffaele, Massimo, Leonardo e Luca per i feedback.