Circular Economy, l’economia che si rigenera da sola. Siamo pronti?

scritto da il 27 Giugno 2019

L’autore di questo post è Silvano Joly, country manager di Centric Software Italia, che dal 1995 lavora in aziende high tech seguendo il mercato italiano e del Mediterraneo –

L’ultima settimana di maggio è stata per me Connesso Viaggiatore e Propositore di Innovazione sostenibile e circular. È partita male: lunedì il bidone per la raccolta carta era pieno di altri rifiuti e cartoni. Ho guardato gli scatoloni, nota marca di mobili ecofriendly, motto: “Dal 46 costruiamo idee con l’attenzione più accurata a materiali naturali e tecnologia”. Peccato che qualcuno abbia buttato tutto a casaccio, rendendo vano tutto lo sforzo di sostenibilità aziendale. Sostenibilità e Circular Economy devono partire dall’idea iniziale di disegno di un prodotto o di un servizio ma anche essere accettate, praticate e sostenute da tutti i consumatori, con comportamenti e gesti coerenti. Se no la Filiera della Circolarità, che altro non è che una ruota, si inceppa.

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Nel 2015 le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda Globale per lo Sviluppo Sostenibile dando tutta l’urgenza di un cambio per far fronte all’emergenza ambientale, sociale ed economica di tutto il Pianeta e dei suoi abitanti. Un’Agenda che potrebbe diventare norma ed ha 17 SBG – Sustainable Business Goal – che “dimostrano la dimensione e l’ambizione di questa nuova Agenda universale… che stimoleranno nei prossimi 15 anni interventi in aree di importanza cruciale per l’umanità e il pianeta.” L’Agenda DuemilaTrenta conclude : “Se noi realizzeremo … l’intera Agenda … il mondo sarà trasformato al meglio.”

I 17 SDG dell'Agenda 2030

I 17 SDG dell’Agenda 2030

Ma da dove partire? Dall’economia, non quella di Adam Smith ma quella di Senofonte. Lo storico e mercenario ateniese coniò la parola con il significato di “arte della gestione domestica” e la buona amministrazione come chiave di volta per crescere e svilupparsi. Oggi la Casa è il Pianeta Terra, lo spazio e la Luna che abbiamo iniziato a inquinare, il confine domestico si è ingrandito, occorre una visione che non abbia restrizioni territoriali e che non si dia come unico obiettivo crescita e profitto.

Ma torniamo alla mia settimana: il 23 maggio sono stato invitato da Nonsoloambiente.it a moderare la sessione “Processi e Filiere” del convegno “Percorsi sostenibili – Direzione 2030”, sull’approccio alla sostenibilità da parte delle aziende italiane in relazione all’Agenda 2030.

Il Convegno Percorsi Sostenibili Direzione 2030 nella Sala Colonne di BPM

Il Convegno Percorsi Sostenibili Direzione 2030 nella Sala Colonne di BPM

Mi occupo di Gestione del Ciclo di Vita del prodotto (PLM) soprattutto in ambito Fashion, una delle industrie dal maggior impatto ambientale, e studio il tema da qualche anno. L’economia della ciambella di Kate Raworth, Visiting Research Associate dell’Università di Oxford ed esperta di management dell’ambiente e dei cambiamenti climatici è un Must Read sul tema.

Il libro e la ciambella di Kate Raworth

Il libro e la ciambella di Kate Raworth

Sempre in mare e parlando di Circular Economy, da studiare anche la storia di Ellen McArthur, la velista che ha segnato il record di circumnavigazione senza scalo, scoprendo gioco forza che ogni oggetto dovesse essere utilizzato per ridurre gli sprechi e che il rifiuto era risorsa: una gestione domestica capace di rigenerarsi da sola.

Ellen Macharthur Foundation

Ellen Macharthur Foundation

Nominata Dame Commander del British Empire nel 2005, nel 2009 Ellen ha fondato la Ellen MacArthur Foundation, per accelerare lo sviluppo dell’ecomomia globale in 3 aree: Education – ispirare i giovani; Business – innovare nelle imprese; Insight – rivoluzionare con il re-design. Per ora non ci è riuscita.

Sarà l’Agenda 2030 a definire un sistema circolare? I piccoli cambiamenti nelle scelte di acquisto sono un bel segnale. EMG Acqua ha evidenziato che qualità e sostenibilità sono driver di scelta, e che il 60,2% degli italiani crede che la sostenibilità assumerà un impatto più profondo nella vita di ciascuno.

Altre aziende italiane, tutte attente alla sostenibilità, Banca Popolare Etica, Oway (cosmetici), Venica&Venica (Vino), Zordan (arredamento), Birra Peroni, hanno raccontato la loro e c’era anche Barbara Meggetto, di Legambiente. Consiglio di ascoltare le video testimonianze.

Aziende e consumatori possono migliorare le strategie di business e le abitudini di acquisto, bisogna divulgare quotidianamente informazioni e condividere l’esistenza di buone pratiche. Se ne è parlato a “The Age of Relevance” all’Accenture Customer Innovation Network in piazza Gae Aulenti, un’altra tappa della mia settimana.

L’evento Age of relevance del 29 Maggio

L’evento Age of relevance del 29 Maggio

Angelo D’Imporzano e Sander van’t Noordende, Top Executive di Accenture e Mark Curtis, di Fjord, Bob Kunze-Concewitz, Ceo di Campari, e Sid McGrath, CSO di Karmarama han raccontato che i Top Spender preferiscono i prodotti delle imprese attente a cause ambientaliste, che riducono l’uso di plastica e danno più fiducia alle aziende che non alle istituzioni. Meglio che uno spot in TV.

Per farlo succedere, con i miei colleghi Centric Software abbiamo realizzato strumenti per simulare CO2 Footprint e sostenibilità di un capo di abbigliamento sin dalle prime fasi di design. Perché proprio tessile e moda hanno dati pessimi: 2.700 litri di acqua per una maglietta (National Geographic); 16% dei pesticidi e il 7% degli erbicidi solo per il cotone (Greenpeace 2017); 8% delle emissioni di gas serra per abbigliamento e calzature (Quantis 2018). Dati incredibili ma veri. Ed il mondo del Lusso e della Moda corre ai ripari.

Anche sharing (si può noleggiare un vestito non solo una bicicletta) e acquisto di seconda mano sono modelli consolidati e preferiti da molti consumatori che consapevolmente scelgono di iniziare, percorrere, terminare e “estendere” il loro rapporto con un prodotto attraverso vari e diversi modi possibili in un mondo ormai quasi circular nella mentalità ma non ancora nell’organizzazione.

La Ellen Macarthur Foundation definisce la circular economy “un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera”.

La Spirale della Circular Economy

La Spirale della Circular Economy

Quindi l’obiettivo è un’economia a zero scarti, dove qualsiasi prodotto viene consumato e smaltito senza lasciar traccia. Energie rinnovabili e oggetti utilizzati e riutilizzati in vari contesti per poter durare il più a lungo possibile. Proteggere l’ambiente e risparmiare sui costi di produzione e di gestione, produrre utili “più utili” se non a noi a chi dopo di noi vivrà su questo bel minuscolo pianeta chiamato Terra.

Twitter @sjoly_ita