Pubblica amministrazione ed e-gov, così il divario con l’Europa resta abissale

scritto da il 10 Luglio 2018

Nonostante alcuni sforzi compiuti negli ultimi anni da parte dei Governi che si sono succeduti, l’Italia continua a mostrare un divario abissale rispetto ad altri paesi europei in termini di diffusione dell’e-government. I cittadini italiani che nel 2017 hanno “dialogato” con la PA attraverso internet sono stati solo il 25%, contro il 68% dei francesi, il 53% dei tedeschi e il 52% degli spagnoli (grafico 1). Come il nostro paese anche altre nazioni stentano a far decollare l’e-gov, si tratta di Croazia, Polonia, Bulgaria e Romania, paesi che, tuttavia, hanno poco in comune con l’Italia.

Grafico 1. Individui che hanno avuto interazioni con la Pubblica Amministrazione attraverso Internet negli ultimi 12 mesi
(dati in percentuale relativi al 2017)

grafico bem research

Fonte: elaborazioni BEM Research su dati Eurostat

Tra i fattori che possono spiegare la diversa diffusione dell’e-gov c’è l’età e il livello di istruzione, parametri sui quali l’Italia mostra differenze strutturali con il resto d’Europa. La popolazione italiana è infatti mediamente più anziana, e quindi meno propensa ad utilizzare tecnologie digitali, e con un minor grado di istruzione. Ma l’Italia risulta comunque in forte ritardo anche considerando gruppi di popolazione aventi le stesse caratteristiche. Tra i soggetti di età compresa tra i 25 e i 54 anni con titolo di studio elevato (laurea o titolo superiore) solo il 53% ha utilizzato l’e-gov nel 2017, contro l’80% della Germania, l’82% della Spagna e il 92% della Francia. Confrontando la dinamica nell’utilizzo dell’e-government si riscontra che in Italia la sua diffusione è andata addirittura diminuendo nel 2017 rispetto all’anno passato per la popolazione con titolo di studio alto.

Questa evidenza sembra segnalare che la scarsa diffusione dell’e-government sia imputabile prevalentemente dalla modalità attraverso le quali la PA si interfaccia con gli utenti.

Un’indicazione al riguardo è offerta dall’analisi della performance online dei 20 comuni capoluogo di regione presente nell’ultimo Rapporto sull’e-government di BEM Research. Nel complesso, le performance sul web dei comuni capoluogo di regione sono in chiaro scuro. Se sono migliorati alcuni indicatori sui siti web ufficiali, come velocità di caricamento e usabilità, seppur non tali da recuperare pienamente il terreno perso lo scorso anno, sul fronte dell’interazione attraverso i social network e nella diffusione delle applicazioni mobile per il traffico locale non si segnalano miglioramenti di rilievo. Relativamente a quest’ultimo parametro, il numero di comuni che dispone di un app ufficiale è rimasto invariato, mentre il giudizio degli utenti sulle app disponibili è andato peggiorando.

Più nello specifico, la classifica vede in testa Bologna, confermandosi per il secondo anno come l’ente locale con le migliori prestazioni complessive sull’online (tabella 1). Seguono Genova, Ancona, Bari e Firenze. Tra le altre grandi città Roma è 8a (+1 posizione rispetto al 2017), Torino 9a (+1 posizione), Milano 11a (+3 posizioni), Napoli 19a (-2 posizioni) e Palermo ultima (-4 posizioni).

Tabella 1. Comuni capoluogo di regione: performance online
(valori minino=0, valore massimo=100)

bemresearch_tabella1

Fonte: BEM Research
Lo sviluppo dell’e-government dovrebbe essere una priorità per il Governo in carica. Da una sua maggiore diffusione la PA potrebbe guadagnare in efficienza e risparmiare fino a 8 miliardi di euro l’anno di spesa pubblica. Favorendo le interazioni a distanza anche per i cittadini ci sarebbero evidenti vantaggi, risparmiando tempi e costi necessari per accedere agli uffici pubblici. Tutta l’economia ne trarrebbe beneficio.

Il Governo gialloverde su questa tema dovrà porre maggiore attenzione. Nel contratto di Governo si fa cenno alcune volte al tema della digitalizzazione, tuttavia però senza indicare quali azioni concrete verranno implementate per migliorare la situazione attuale. Fino ad oggi l’unica mossa adottata è stata quella della ministra alla PA Giulia Bongiorno con la rimozione del capo dell’Agenzia per l’Italia Digitale. Ancora incerte sono invece le sorti dell’organismo commissariale guidato da Diego Piacentini, top manager di Amazon al momento in aspettativa.

Romania e Bulgaria, gli unici due paesi europei con una più bassa diffusione dell’e-gov rispetto all’Italia, si stanno adoperando per rilanciare il digitale e hanno già definito una strategia per ottenere questo risultato. Urge anche per l’Italia che un’efficace strategia venga definita e poi rapidamente implementata.

Twitter @MilaniC