Storie di finanza, trading, investimenti. Dal vostro cronista di provincia

scritto da il 22 Ottobre 2021

Cronaca di Borsa: esiste?

La finanza ha una pessima nomea tra il pubblico. Noi che ci occupiamo di finanza siamo tutti cattivi e votati al solo profitto, noi biechi speculatori di Borsa.

In realtà io da bambino volevo semplicemente fare il giornalista e per questo ho iniziato a scrivere per il Resto Del Carlino cronaca di Modena a 13 anni.

Producevo preziosi elzeviri su gare di bocce, battute di caccia e altri sport minori.

Frequentavo il liceo classico e con la mia bicicletta ho percorso tutto il cursus honorum della cronaca locale: dalle bocce al giro telefonate carabinieri e pronto soccorso e poi su su fino alle agenzie funebri, alle buche sulle strade e agli incidenti stradali.

Indro Montanelli è sempre stato il mio punto di riferimento

Indro Montanelli è sempre stato il mio punto di riferimento

Punto di arrivo il consiglio comunale e persino la cronaca giudiziaria della locale Pretura.

Ho seguito processi di furto al supermercato, inquinamento ambientale, liti tra condomini e botte alla moglie.

Insomma, il mondo visto attraverso le lenti della cronaca locale. Un mondo che girava lento con gli articoli battuti a macchina e spediti dalla locale stazione ferroviaria entro le ore 16 con il “fuori sacco”.

Il “fuori sacco” era  una busta che passava di mano in mano dal capostazione al capotreno e di nuovo al capostazione della fermata di arrivo.

Per poi essere raccolta dal fattorino della redazione alle ore 17.

Ebbene, voglio semplicemente giustificarmi. Io non sono cattivo come tutti gli altri speculatori di Borsa, io voglio solo fare cronaca di Borsa.

Io qui ci sono finito semplicemente perché un giorno mi sono innamorato della Borsa e ho continuato a fare quello che mi piaceva fare: scrivere.

Mi considero un cronista di Borsa, del resto ci sono i cronisti sportivi e perché non possono esserci i cronisti di Borsa ?

Spesso mi chiedono quando mi sono innamorato della Borsa.

È successo al Department of Agricultural Economics dell’Università di Reading, Regno Unito.

In quella piovosa università c’era un corso di Econometrics che mi sarebbe piaciuto frequentare, docente il Dr. David Hallam, mio tutor della tesi.

Purtroppo non c’erano posti disponibili perché il numero di computer era limitato.

Sì, il computer.

Io non avevo mai visto il computer, correva infatti l’anno 1992 e nella mia università italiana i computer li vedevamo in fotografia mentre là ce n’era uno ogni 2 studenti.

Ma io non potevo frequentare quel corso per banali questioni burocratiche. Un corso dove in programma c’erano diverse lezioni sull’utilizzo del software previsionale Microfit e una esercitazione sulla previsione dell’indice di Borsa Ftse giorno dopo giorno.

Cose lunari per uno studente italiano la cui preoccupazione era lo spessore dei libri da studiare e non certo una esercitazione eminentemente pratica come quella.

Ci rimasi male, ma ci rimasi peggio quando vedevo di notte i fortunati studenti di quel corso alternarsi nel laboratorio di calcolo nel tentativo di stimare apertura e chiusura della Borsa del giorno dopo.

Fu in quel momento che decisi che la Borsa e il trading quantitativo sarebbero stato il mio futuro.

La sensazione era di profonda libertà ed indipendenza.

Non ero attratto dall’aspetto monetario della Borsa ma ero attratto dal sentirmi solo contro il mondo, dalle vertigini che ti dà la convinzione di poter fare da solo, senza l’ausilio di altri. Tu e la Borsa, armato del tuo Microfit che manco sapevo come funzionava.

E mi ricorreva alla mente la famosa frase del film “Per un pugno di dollari”: “Quando l’uomo con il fucile incontra l’uomo con la pistola l’uomo con la pistola è un uomo morto”.

E pensavo a Tomasini con il suo Microfit: quando qualcuno senza Microfit mi avrebbe incontrato sarebbe stato un analista un trader un giornalista morto.

cronaca di borsa

Marzo 1990: la mia prima volta in Borsa a Milano … esistevano ancora le corbeilles ed io ero stato inviato da un giornale locale

In realtà poi nel film l’uomo con la pistola ammazza l’uomo con il fucile ma la storia rimane buona lo stesso da raccontare o da immaginare.

Mio padre diceva che non esista spazio vuoto che mi resista: io tendo a imbrattarlo, prima o poi… con le mie parole.

Che sia cronaca di provincia o cronaca di Borsa.

Ed eccomi qui sulle colonne di Econopoly de Il Sole 24ORE dopo essermi consumato i polpastrelli su tanti altri giornali: un bel regalo per un bambino di provincia che voleva fare solo il giornalista

Cari lettori vi do appuntamento due volte la settimana su questo foglio virtuale: vi racconterò le mie storie, storie da poco di finanza e trading, investimenti e dintorni.

Storie di un bambino che voleva fare il giornalista e che per caso ci è riuscito.

Non sono cattivo come gli altri speculatori di Borsa, ve lo assicuro, io da bambino volevo solo fare il giornalista… per questo ora faccio cronaca di Borsa… credetemi…

 

Twitter @EmilioTomasini

La pagina di Emilio Tomasini sul sito dell’Università di Bologna