L’ultima truffa AI? Finti guru finanziari e titoli manipolati

scritto da il 19 Giugno 2025

Da diverse settimane, un’ondata di truffe senza precedenti sta scuotendo il settore della finanza retail online. Youtuber, opinion leader, giornalisti di Borsa, educatori finanziari, società e anche programmi televisivi famosi – come Report – vengono presi di mira da una banda di truffatori che, attraverso i prodigi dell’intelligenza artificiale, si sostituiscono a loro (camuffandosi dietro i loro nomi, la loro immagine, il logo, o anche in video alterati), spingendo ignari e sprovveduti risparmiatori a investire in azioni “sottili” e quindi facilmente manipolabili. Scontato il risultato finale: la perdita per l’investitore malcapitato, dall’80% al 100% del capitale investito.

Ma vediamo meglio come funziona la truffa, della quale posso svelare io stesso quasi ogni dettaglio, in quanto – mio malgrado – sono finito tra coloro che sono stati “clonati” da questi impostori.

Con non poca fatica sono riuscito a entrare sotto anonimato nei meccanismi di questi malfattori, e ora condivido qui lo schema truffaldino.

truffa on line

                         (Fonte: www.lombardreport.com )

Tutto parte da campagne promozionali sponsorizzate sui social di Meta (quindi Facebook e Instagram): i truffatori attingono ai video e alle foto online degli opinion leader finanziari e, attraverso l’intelligenza artificiale, creano nuovi video in cui fanno dire a questi soggetti frasi false, simulandone anche la voce, apparentemente formulando promesse di guadagni strepitosi a chi si fosse unito a fantomatici gruppi WhatsApp, dove gli sarebbero state svelate azioni in grado di offrire ritorni senza precedenti e assai accattivanti.

Non sempre, ma solo in alcuni casi, l’invito a unirsi a questi gruppi viene accompagnato dalla promessa: “Se perdi soldi, te li restituisco io”, dove ovviamente “io” si riferisce al malcapitato che è stato “clonato”.

Nel mio caso veniva citata come esca una fantomatica operazione su Leonardo, con tanto di prezzi di acquisto e vendita, conclusasi con uno stratosferico profitto del 143%. Tutto falso, ovviamente.

Vediamo l’annuncio pubblicitario truffaldino che mi riguarda:

truffa on line ai

Chi, attratto dal potenziale profitto, cade nella trappola finisce in un gruppo WhatsApp che in realtà è un covo di serpi. Ne esistono molti, tutti diversi e con nomi altisonanti tipo “Sentiero della Ricchezza” o amenità simili. In particolare, in quello in cui mi sono iscritto io, c’erano una settantina di iscritti.

A campione, ho provato a contattare diversi di loro: il primo era un elettricista, che ci ha detto di sospettare una truffa, ma gli altri – non appena abbiamo espresso qualche dubbio – ci hanno immediatamente cacciato dal gruppo.

Abbiamo allora provato a chiamare il numero di telefono a cui è intestato il gruppo “F-Alto1 Accademia della Ricchezza”: ci hanno risposto subito, ma la connessione scadente ha impedito un dialogo. Abbiamo quindi inoltrato un messaggio WhatsApp, scrivendo che se non ci avessero contattato personalmente non ci saremmo più fidati. Dopo reiterate insistenze, ci hanno ricontattato a viva voce, con un accento dell’Est Europa, dichiarando di essere in Italia ma di origini ucraine. In seguito, con ulteriori messaggi via WhatsApp, ci hanno poi spinto a comprare alcune azioni “sottili”, sia italiane che straniere.

A questo punto era chiaro: la maggior parte dei partecipanti al gruppo sono una claque, che magnifica il finto opinion leader, ne loda l’abilità previsionale e racconta quanti soldi si possano guadagnare con i suoi consigli.

Attizzata a dovere l’avidità dei malcapitati, questi ultimi – cucinati a puntino da un paio di operazioni vincenti con capitali minimi, su titoli evidentemente manipolati – subiscono la terza “chiamata all’investimento”, con invito ad “andarci pesante”. Ed è qui che scatta la truffa.

Ecco lo stesso schema raccontato da Davide Biocchi, uno dei più noti educatori finanziari italiani, anche lui purtroppo vittima di clonazione in truffe come questa:

“Quelli che restano dentro al gruppo vengono spinti a investire su microcap dell’OTC USA o del NASDAQ, che vengono poi facilmente manipolate dai truffatori essendo illiquide. Finché fai delle prove con denari minimi, le compri e queste vengono fatte salire artificialmente: bastano pochi spicci per farle decollare. Allora tu pensi che sia tutto vero e che non si tratti di una truffa. Solo che, dopo che ci hai guadagnato due volte di fila con piccole somme, a quel punto ti fidi. Ed è qui che ti fanno ingoiare il boccone avvelenato.

Come avviene la truffa? Ovviamente non lo so bene – continua Biocchi – ma i malandrini o hanno comprato prima e quindi sono loro a rivenderti le azioni quando compri tu, oppure tu compri a prezzi artificialmente alti e loro vanno short. È infatti sicuramente sospetto che, per le prime due volte, ti chiedano la contabile delle operazioni che hai fatto, adducendo – quando poi ci hai perso – la strampalata motivazione che serve per rifonderti le perdite. Invece io penso che questa richiesta serva a sapere esattamente quante azioni sono state acquistate. Io purtroppo ho appreso che, al terzo tentativo, ci sono persone che hanno investito molti soldi, convinti di essere in presenza di benefattori. Le perdite si aggirano tra l’80% e il 90% del capitale investito.”

Ma ciò che è più clamoroso in queste truffe è ciò che Biocchi definisce “la sindrome di Stoccolma finanziaria” che si sviluppa tra vittima e carnefice:

“Alcune persone che erano comunque consapevoli che si trattasse di impostori che utilizzavano falsamente il mio nome e la mia foto – commenta amaro Biocchi – hanno continuato lo stesso a seguire le “dritte” di questi malfattori perché ‘che mi frega… finché mi fanno guadagnare…’. Inutili gli avvisi a non ingoiare bocconi avvelenati, ricordando che – quando la rete si chiude – non fanno prigionieri…”.

E infine, la vittima spesso cerca di autoassolversi con una mossa finale:

“Sono rimasto di stucco – conclude Biocchi – quando uno di questi poveretti mi ha chiesto di rimborsarlo, scaricando su di me quella che lui sapeva perfettamente essere stata una sua ingenuità. È davvero un meccanismo psicologico perverso, frutto dell’avidità: credere che possa esserci qualcuno nel settore finanziario disposto a rimborsare le perdite è come credere al campo degli zecchini d’oro”.

Biocchi, che ha esplicitamente chiamato in causa il Gatto e la Volpe e il Campo dei Miracoli per spiegare questa situazione, non è il solo del settore finance a essere stato preso di mira da questi malviventi.

“Attraverso un mio profilo falso su Instagram e Meta – spiega Giovanni Borsi, formatore finanziario – questi truffatori hanno cercato di ottenere l’amicizia di persone del mio gruppo o comunque del mio settore e, spacciandosi per me, li hanno invitati a far parte di gruppi WhatsApp. In questi gruppi c’era un guru che si professava mio fidato collaboratore e che ha messo in atto una truffa, attraverso l’invito a investire in crypto, con risultati che tutti possono immaginare.”

Ma il gioco al massacro non finisce qui. Dopo aver perso tutto, le vittime della truffa ricevono una nuova telefonata: è l’Istituto Nazionale USA contro le Truffe Finanziarie (naturalmente, tutte maiuscole nel titolo), che chiede loro un fondo spese per recuperare il maltolto per vie legali.

Questa è la parte finale – e più schifosa – della truffa: sfruttare persone in un momento di debolezza per estorcere ulteriore denaro.

Della serie: cornuto e mazziato.

@EmilioTomasini

La pagina di Emilio Tomasini sul suo sito personale