Lezione di inglese a Renzi: vincere le elezioni creando lavoro

scritto da il 13 Maggio 2015

Mentre la sinistra inglese guidata da Ed Miliband – ora dimissionario dopo la sconfitta elettorale – si presentava agli elettori con un programma di deficit spending keynesiano, David Cameron vinceva le elezioni nel Regno Unito anche grazie al taglio della spesa pubblica corrente.

In questi ultimi anni il leader dei conservatori ha:

1) ridotto di 500mila persone l’organico della Pubblica Amministrazione;

2) tagliato la spesa pubblica ritenuta improduttiva;

3) tagliato le imposte. Il dato più interessante è che Cameron ha scelto di risanare i conti pubblici agendo sul lato delle entrate, non aumentando il carico fiscale, come è stato fatto invece in Italia, aumentando l’Imu.

Risultati? Nel 2015 il Pil del Regno Unito crescerà del 2,5%, contro un pallido 1,5% dell’area euro (Italia, sempre dietro con un atteso + 0,7%). La disoccupazione è scesa sotto il 6% (si veda sotto il grafico sui tassi di disoccupazione nella Ue, destagionalizzati, marzo 2015. Fonte Eurostat) contro il 13% del Belpaese.

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Che grande prova la democrazia inglese! Andando contro i sondaggi, che sempre più si rivelano fallaci, Cameron ha stravinto le elezioni, costringendo gli avversari – Ed Miliband, Nigel Farage dell’Ukip e il leader dei liberali Nick Clegg – alle dimissioni.

Proseguendo nella direzione vincente, Cameron intende impostare la legislatura dei prossimi cinque anni con provvedimenti rivolti al taglio del welfare (12 miliardi di sterline entro il 2020), misure a favore delle piccole e medie imprese, tramite la rimozione di “red tape” (lacci e lacciuoli, direbbe Guido Carli), modifica dello scaglione di reddito tassato al 40% (soglia da 42.400 sterline a 50.000).

Il paradosso è che la destra aiuta veramente gli incapienti e i veri bisognosi: è in arrivo a favore della famiglie l’innalzamento della fascia di reddito esente da imposte da 10.600 a 12.500 sterline. In Italia pensiamo che in Inghilterra il welfare non esista. Invece esiste, eccome. La differenza è che è un sistema di tutele attive, dove si stimola il lavoratore che ha perso il lavoro – e intanto prende il “dole” (sussidio) – a cercare incessantemente un altro lavoro.

La sinistra italiana riformista al potere, guidata da Matteo Renzi, ha da imparare dalla strategia di Cameron che ha dimostrato che si può vincere agendo sul taglio della spesa pubblica corrente (gli investimenti teniamoli fuori). Con l’austerity si possono vincere le elezioni!

Coloro che hanno da sempre favorito un sistema assistenziale (non chiamiamolo welfare, come saggiamente invitava a fare Federico Caffè) basato quasi esclusivamente sulle pensioni possono anche cambiare idea. Se si spendono 280 miliardi all’anno su 800 di spesa pubblica complessiva, non è più possibile – per vincoli di bilancio – usare altre misure a favore delle persone in vero stato di necessità, come per esempio le madri separate con minori a carico.

Twitter @beniapiccone