Scacco matto ai fallimenti bancari

scritto da il 09 Dicembre 2015

La Federconsumatori si è lanciata a piedi uniti in un intervento sul tema “salvabanche” che lascia basiti per l’aridità di contenuti tecnici. Una invettiva indirizzata a “Bankitalia e ai Governi loro camerieri” che non fa nulla per dare ai consumatori cui dovrebbe essere rivolta qualche elemento utile a proteggersi nel futuro da eventi incresciosi come il recente “quasi-bail-in” che ha colpito gli investitori (in buonissima parte clienti) di Banca delle Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti e Cassa di Risparmio di Ferrara.

Il comunicato della Federconsumatori parla di “esproprio criminale del sudato risparmio” e prosegue cavalcando la tigre sentenziando “È certamente criminale imporre ai cittadini l’obbligo di un costoso conto in banca, senza che possano partecipare alle gestione del credito e del risparmio, addossando loro crac e dissesti bancari per ripianare le perdite“. Quanto si legge fa il paio con la lettera, pubblicata qui su Econopoly, di una risparmiatrice cliente di Banca Etruria che parlando di ciò che le è successo, ugualmente a moltissimi altri clienti della banca, lamenta come “parte o tutto dei loro risparmi sono stati fatti investire in obbligazioni, che oggi scoprono essere subordinate“.

Non c’è dubbio che si tratti di vittime, ma è opportuno capire bene chi sia il carnefice. Chi ha danneggiato irreparabilmente quei risparmiatori non è il decreto salvabanche, ma i consigli interessati che sono stati dispensati dai funzionari della banca, in un contesto normativo che consente e incentiva questo tipo di comportamenti.

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