Milano è così, felice soprattutto quando lavora

scritto da il 15 Aprile 2016

Ultimi giorni del Salone internazionale del Mobile di Milano. Tanto ho considerato poco “milanese” l’Expo, tanto mi entusiasma e sento mio questo evento che purtroppo questa settimana non sono riuscito a godermi appieno a causa di un piccolo infortunio. Fino a qualche anno fa invece vivendo in Brera praticamente ci abitavo dentro. Sì, perché nei giorni del Salone ogni spazio è buono, anche volendo non puoi non partecipare, oltre ai negozi è capace di invadere ristoranti, pizzerie e perfino l’edicola sotto casa. Nulla si salva. Ed è in questa confusione progettata per un anno intero che i nostri imprenditori danno il meglio, fondendo nei loro prodotti arte e saper far bene.

Sul Sole 24 Ore trovate numerosi approfondimenti. Qui in estratto riporto solo qualche numero, anche se non è di numeri che mi interessa parlare oggi:

“Questo movimento di persone legato al mondo dell’arredo-design – secondo le stime della Camera di commercio di Monza e Brianza – porterà su tutto il territorio lombardo ricadute economiche per oltre 220 milioni, legate soprattutto alle attività turistiche. Un dato in linea con quello dello scorso anno, ma in aumento del 7% rispetto al 2014. Dunque una conferma, secondo la Camera di commercio, dell’attrattività internazionale guadagnata da Milano negli ultimi anni, e in particolare con Expo 2015, che quest’anno è alimentata anche dalla XXI Triennale Internazionale inaugurata lo scorso 2 aprile e in scena fino al prossimo 12 settembre con 25 mostre in 19 location differenti”. Non parliamo di semplici turisti, in molti casi sono compratori.

salone

Questa Milano aperta al Mondo è una gran festa. Perché Milano è così, felice soprattutto quando lavora, espone, incontra. E li vedi gli amici imprenditori “stanchi ma felici” come si diceva un tempo nelle favole della buona notte. Con tutta la Lombardia (e non solo) a fare sistema, dove sono le imprese ed il loro genio a muoversi e non i Ministeri. Si perché non è solo Milano a farsi bella per l’occasione, è tutta la provincia produttiva che viene a vantarsi di fronte al mondo. E per una volta Milano, solitamente così sobria, perdona qualche stravaganza e sorride divertita, perché se hai voglia di lavorare Milano ti perdona tutto.

Il ricordo più bello è di un Salone di qualche anno fa, mentre visitavamo il loro stand, con gli occhi emozionati Filippo e sua moglie ci annunciarono di aspettare un figlio. Perché a Meda nulla accade a caso. E famiglia ed impresa si fondono in un’unica bellissima storia.

E poi oltre al salone non dimentichiamo la Triennale, il Vinitaly con vigneti valutati in alcuni nobili casi a multipli elevatissimi. Impariamo così che non sempre il vino è solo agricoltura, a volte si sublima diventando lusso. In Italia accade anche questo (e non è un fenomeno così isolato, chi si occupa di valutazioni come il sottoscritto ricorderà bene di aver assistito recentemente a qualcosa di simile riguardo al brand Ferrari, ben lontano dall’essere considerato appartenere solo al settore automotive).

In occasione della XXI Triennale di Milano, la Fabbrica del Vapore ospita la mostra NEW CRAFT. La mostra prova a proporre un nuovo modo di pensare la manifattura. Tanti i settori coinvolti in mostra: biciclette, gioielli, vestiti, mobili, protesi, acciaio e legno. Emerge così una cultura del progetto che si innesta sul potenziale di flessibilità e di personalizzazione tipico della manifattura digitale.  Cosa che più conta è il porre l’attenzione non solo sui prodotti, ma anche sui processi. Perché quella è la nuova sfida dell’ innovazione. Lusso, innovazione di processo, crescita dimensionale. Questi gli indizi sempre più forti e capaci di tracciare la via presente e futura del Made in Italy.

L’aspetto più bello del clima che si è respirato in questi giorni probabilmente è questo riscoprirsi per una volta internazionali ma fieri della propria storia e del proprio presente che non è provincialismo (come spesso accade, non nascondiamocelo) ma è consapevolezza di avere ancora molto da dire. Quanto orgoglio nel vedere che gli Italiani a fare gli Italiani senza scimmiottare null’altro sono proprio bravi.

La vecchia manifattura è ancora capace di emozionarci. Viva!

Twitter @commercialista