Perché la crescita continua a rallentare?

scritto da il 15 Febbraio 2017

Pubblichiamo un post* di Fernando Martínsenior economist della Federal Reserve di St. Louis

L’economia statunitense nel 2016 è cresciuta dell’1,6 per cento in termini di prodotto interno lordo (Pil) reale. Il Pil reale è salito in media del 2,1 per cento annuo dalla fine dell’ultima recessione, un dato molto più basso della media del periodo che va dalla fine della seconda guerra mondiale in poi (circa il 3 per cento l’anno).

Questi tassi di crescita più bassi possono essere spiegati, in parte, da un rallentamento nella crescita della produttività e da un calo dell’utilizzazione dei fattori[1]. Ma possono aver giocato un ruolo significativo anche i fattori demografici e gli atteggiamenti nei confronti del mercato del lavoro.

Il grafico qui sotto mostra una misurazione delle tendenze di lungo periodo dell’attività economica. Riporta il tasso di crescita medio annuo nei precedenti 40 trimestri (10 anni) per il periodo 1955-2016. (La prima osservazione nel grafico si riferisce quindi al primo trimestre 1965 e l’ultima al quarto trimestre 2016.)

Medie decennali dei tassi di crescita annui

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Pil reale
Fonte: Ufficio di analisi economica degli Stati Uniti.

I tassi di crescita di lungo periodo sono stati alti fino a metà degli anni 70. In seguito sono calati rapidamente, attestandosi intorno al 3 per cento annuo nei tre decenni successivi.

Nella seconda metà degli anni 2000, intorno all’inizio dell’ultima recessione, la crescita ha subito un’ulteriore, brusca contrazione e da allora non fa che scendere. Il tasso di crescita medio decennale nel quarto trimestre del 2016 era soltanto dell’1,3 per cento annuo.

Il prodotto totale cresce perché l’economia è più produttiva e i capitali si accumulano, ma anche perché la popolazione aumenta nel tempo. Il prossimo grafico mette a confronto i tassi di crescita di lungo periodo del Pil reale e del Pil reale pro capite. Le due serie evidenziano un comportamento analogo.

Medie decennali dei tassi di crescita annui

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Pil reale
Pil reale pro capite

Fonti: Ufficio di analisi economica degli Stati Uniti e Ufficio del censimento degli Stati Uniti.

Anche se la crescita della popolazione è rallentata, l’effetto non è così significativo da alterare i risultati qualitativi sopra descritti.

Il terzo grafico aggiunge i tassi di crescita di lungo periodo del Pil reale divisi per la forza lavoro[2]. Dividendo per la forza lavoro invece che per la popolazione totale si tiene conto degli effetti dei cambiamenti demografici e dell’attaccamento al mercato del lavoro.

Medie decennali dei tassi di crescita annui

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Pil reale
Pil reale pro capite
Pil reale per partecipante alla forza lavoro

Fonti: Ufficio di analisi economica degli Stati Uniti, Ufficio del censimento degli Stati Uniti e Ufficio statistiche del lavoro degli Stati Uniti.

Dagli anni 70 fino agli anni 2000, i tassi di crescita di lungo periodo del Pil reale divisi per la forza lavoro sono rimasti ben al di sotto di quelli del Pil reale pro capite. Ci sono due fattori che spiegano questo dato:

1) Il calo della fertilità e l’allungamento della vita media hanno incrementato costantemente la forza lavoro potenziale in rapporto alla popolazione complessiva.

2) La partecipazione della forza lavoro è aumentata notevolmente dagli anni 60 al 2000, in gran parte per effetto dell’accresciuta partecipazione delle donne al mercato del lavoro.

Se si tiene conto di questi due fattori, l’attività economica dal 1975 al 1985 appare meno brillante che nei due decenni successivi. È un dato che sembra coerente con gli effetti negativi che produssero sull’economia gli shock petroliferi negli anni 70 e gli sforzi per ridurre l’inflazione nei primi anni 80[3].

La tendenza all’aumento della partecipazione alla forza lavoro si è invertita nel 2000, e da allora i tassi di partecipazione calano costantemente. Questo spiega perché il Pil reale diviso per i tassi di crescita della forza lavoro ormai sia più alto dei tassi di crescita del Pil reale pro capite.

Una volta tenuto conto degli effetti di lungo periodo dei cambiamenti demografici e degli atteggiamenti verso il mercato del lavoro, possiamo andare a guardare gli effetti della crescita della produttività e dell’utilizzazione dei fattori. L’ultimo grafico mette a confronto i tassi di crescita di lungo periodo del Pil reale divisi per la forza lavoro con i tassi di crescita di lungo periodo della produttività totale dei fattori e le medie di lungo periodo dell’utilizzazione degli impianti (vale a dire l’uso effettivo del capitale installato rispetto all’uso potenziale)[4]. È da osservare che i dati per l’utilizzazione degli impianti sono disponibili solo a partire dal 1967.

Medie decennali dei tassi di crescita annui e dell’utilizzazione degli impianti

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Utilizzazione degli impianti (asse di destra)
Pil reale per partecipante alla forza lavoro
Produttività totale dei fattori

Fonti: Ufficio di analisi economica degli Stati Uniti, Federal Reserve di San Francisco e Consiglio dei governatori della Federal Reserve.

La scadente performance di lungo periodo del 1975-1985 può essere attribuita alla bassa crescita della produttività e a un calo dell’utilizzazione degli impianti. Successivamente, i tassi di crescita di lungo periodo del Pil hanno cominciato a risalire, prima in relazione a un incremento dell’utilizzazione degli impianti e poi in relazione a un’accelerazione della crescita della produttività.

L’attuale traiettoria di declino della crescita del Pil deriva da un rallentamento della crescita della produttività e un calo dell’utilizzazione degli impianti, anche se questo secondo fattore è cominciato prima e potrebbe raggiungere più rapidamente un livello di stabilizzazione.

(Traduzione di Fabio Galimberti)

Il post originale è stato pubblicato sul sito della Federal Reserve Bank di St. Louis

Note e riferimenti

[1] Come argomentato dal presidente della Federal Reserve di Saint Louis James Bullard, in questo momento ci troviamo, apparentemente, in un regime di bassa crescita della produttività. Cfr. James Bullard, The St. Louis Fed’s New Characterization of the Outlook for the U.S. Economy, comunicato, 17 giugno 2016.

[2] La forza lavoro include tutte le persone classificate come occupate o disoccupate nel Current Population Survey dell’Ufficio statistiche del lavoro degli Stati Uniti.

[3] Per un approfondimento sulle misure di politica monetaria dei primi anni 80, cfr. Bill Medley Volcker’s Announcement of Anti-Inflation Measures, in Federal Reserve History, 22 novembre 2013.

[4] Le serie per la produttività totale dei fattori sono prese dalla Federal Reserve di San Francisco. I dati sull’utilizzazione degli impianti sono pubblicati dal Consiglio dei governatori della Federal Reserve e coprono soltanto il settore industriale dell’economia (industria manifatturiera, industria mineraria, società di servizi pubblici e alcuni settori tecnologici).