Mad Men quarant’anni dopo: la creatività bloccata al tempo della Rete

scritto da il 26 Giugno 2017

Pubblichiamo un post di Luca Di Persio, direttore Global marketing and communication di Mosaicoon

Ad un certo punto Don Draper si alza in piedi, si aggiusta i gemelli, si avvicina lentamente ad un piccolo piedistallo e con un gesto sicuro e teatrale fa cadere il panno che fino a qualche istante prima copriva la campagna pubblicitaria. I clienti fingono distacco, si lanciano occhiate indecifrabili, ma poi alla fine si dichiarano pienamente soddisfatti, naturalmente mentre bevono litri di whisky e fumano ogni tipo di sigaretta.

Tolto tabacco e alcol e – ça va sans dire – qualche milione di dollari dalle fatture che negli anni ’60 si staccavano per i primi spot TV, la scena di Mad Men è terribilmente attuale. Photoshoppate un Mac sulla scrivania del caro Draper e vedrete che non stona affatto. Mentre tutto il resto, dall’arredamento, ai vestiti (peccato), fino ai modi di dire è totalmente cambiato, e basti pensare all’impressionante numero di utenti online che ha solo Facebook, ormai verso i 2 miliardi.

Dunque c’è una strana anomalia. In un mondo in rapida evoluzione, in cui le persone sono costantemente connesse e consumano sempre più contenuti digitali (27 miliardi di views ogni giorno, secondo Bloomberg e mediamente 1/3 del tempo di navigazione) la creatività viene prodotta ancora come quarant’anni fa: si arriva ad ottenere un video, massimo due o tre, attraverso processi lunghi, complessi, costosi, e con un generico approccio top-down che mortifica il talento e spesso va a scapito della qualità. Ma a chi giova questa arretratezza? Alle agenzie sicuramente no, ma nemmeno ai brand, che dopo briefing infiniti e sessioni di rework domenicali, si trovano contenuti forse adatti alla TV ma quasi sempre inefficaci – e inefficienti – se distribuiti online.

I recenti sviluppi del comparto Ad Blocking dimostrano proprio che il video advertising, se fatto male, senza tenere conto dei reali gusti del pubblico, finisce per essere disturbante e dunque preferibilmente bloccato a monte. Ovviamente questo perché TV e Internet sono mondi differenti, spesso opposti: la Rete non ragiona con le stesse regole del broadcaster. Tende a ribaltarle. Credo sia esperienza abbastanza diffusa infatti premere il tasto SKIP su la quasi totalità dei pre-roll pubblicitari che arrivano diretti dalla televisione, nonostante ci sia un incremento del mercato verso l’adv digital, la linea è abbastanza tracciata: l’approccio è sempre più data-driven oriented, anche per quanto riguarda la creatività.

Questo perché alle persone, soprattutto quando navigano o stanno sui social, piacciono le storie, quelle belle, quelle che arrivano dal talento creativo e non brand super presenzialisti che devono per forza comparire in ogni singolo fotogramma. Ma questo in fondo lo sapeva anche il vecchio Don.