Premiare le idee o assumere low-cost: quale modello per i nostri giovani?

scritto da il 26 Settembre 2017

All’interno del già complesso dibattito sul tema del lavoro si apre oggi un ulteriore elemento di riflessione con riguardo al potere o forza contrattuale degli investitori stranieri rispetto allo Stato ed al Sistema Paese.

Da un lato, infatti, assistiamo all’ingresso nel nostro sistema economico di operatori economici stranieri che, a supporto delle proprie politiche di espansione commerciale, assumono numerosi giovani creando nei fatti occupazione. Dall’altro lato si scopre, leggendo le ultime vicende di una nota compagnia aerea low cost, che l’occupazione creata non sempre rispetta le regole, i modelli e le normative del nostro sistema economico e del nostro ordinamento giuridico, creando nei fatti una concorrenza non sempre leale verso le nostre aziende e condizioni di lavoro che i nostri giovani, non avendo altre alternative, sono costretti ad accettare.

Risultato: un Paese debole, in difficoltà nel costruire occupazione per i propri giovani ed un sistema in cui a fronte di un presunto neo-liberismo alcuni operatori traggono vantaggio acquisendo competenze, creatività ed intelligenza a condizioni non sempre eque. Dal punto di vista economico un sistema nel quale la corretta impostazione della “partita doppia” viene scardinata con un dare dal valore molto elevato ed un avere – per il Sistema Italia – dal valore non correttamente commisurato al dare.

carriera_giovani

The good news: per fortuna non sempre le cose vanno in questo modo. Michele, giovane pugliese e figlio di un operaio, dopo la laurea triennale in economia lascia la propria città per frequentare la laurea magistrale in Economia del Turismo presso l’Università degli Studi Milano Bicocca. Durante il percorso di studio decide di fare uno stage in un’importante catena alberghiera americana con alcuni Hotel a Milano. Al termine dello stage viene assunto e subito l’azienda gli chiede di andare all’estero: Londra, Francoforte, Dubai, Seychelles. Michele decide di restare a lavorare in Italia per terminare i propri studi e da Milano si trasferisce a Venezia dove diventa responsabile della tesoreria di un Hotel il cui fatturato supera i 45 milioni di euro.

Oggi Michele – 25 anni compiuti – è laureato, guadagna oltre duemila euro netti al mese, è stato inserito in un programma di formazione professionalizzante interamente pagato dall’azienda che gli consente di frequentare corsi presso le più importanti Istituzioni di Alta Formazione nel Turismo nel Mondo ed è uno degli ambasciatori dell’OEX (Operational Excellence) un programma di brain storming che mira a stimolare la creatività e la fabbrica delle idee e dell’intelligenza per migliorare sempre di più la qualità di vita e l’economia delle persone: se l’idea è condivisa in azienda viene implementata in tutti i quasi 5000 alberghi del mondo. Valorizzazione di quell’intelligenza e creatività che altre aziende non vogliono pagare e comprano a condizioni low-cost.

Nella complessità di un sistema economico nel quale convivono visioni del lavoro anche molto distanti tra loro bene le riforme che il Governo sta realizzando, bene le attività che Tito Boeri sta portando avanti in materia pensionistica, ma forse merita fare una seria riflessione anche sui modelli aziendali che vogliamo lasciare ai nostri giovani.

Il modello Hilton è sicuramente condivisibile – tra l’altro il turismo è un moltiplicatore di valore non potendo essere delocalizzato – ma non dimentichiamo che in Italia da sempre abbiamo avuto (ed abbiamo) casi eccellenti nella costruzione di modelli che nel tempo si sono dimostrati sostenibili e innovativi: non possiamo non ricordare Adriano Olivetti: Adriano Olivetti se vivesse oggi sarebbe ancora un formidabile precursore ed innovatore in grado di esportare il suo modello in tutto il mondo. L’insegnamento di Adriano Olivetti ci deve dare il coraggio per ripensare – accademici e mondo delle imprese – i modelli che nel rispetto e nella valorizzazione delle nuove generazioni possono garantire al nostro Sistema Paese competitività senza dover cedere al potere contrattuale di alcuni operatori economici stranieri.

Twitter @AleBicocca