Bitcoin non ti temo!

scritto da il 18 Dicembre 2017

Pubblichiamo un post di Stefano Capaccioli, dottore commercialista e presidente di Assob.it –

Il bitcoin sta generando interesse per le quotazioni, riempiendo pagine di giornali e vari commentatori che cercano di spiegare tecnologia, determinanti di prezzo, funzionamento e si sperticano in riflessioni.

Lo studio del bitcoin necessita di un nuovo paradigma anche interpretativo, ripartendo dalle basi, invece di commentare con le proprie conoscenze.

In principio era il baratto: l’uomo scambiava beni e servizi contro altri beni e servizi. Il baratto permette la liquidazione immediata e la soddisfazione reciproca dei bisogni, ma i beni e servizi non sono divisibili e i bisogni non sono contemporanei.

Il baratto costituiva un ostacolo allo sviluppo e non rispondeva totalmente alle esigenze dell’uomo e per superare questi ostacoli diviene necessaria la fiducia.

La fiducia è ciò che permette di trasferire nel tempo o nello spazio la differenza dei valori di scambio, quando non sono tra loro equivalenti.

All’infuori del baratto occorre immettere la fiducia nel sistema relazionale economico, un’aspettativa di ottenere beni o servizi futuri.

La fiducia può essere soggettiva, posta sull’oggetto o sul soggetto ovvero diventare convenzionale.

Soggettiva
La forma di fiducia soggettiva è quella data alla controparte per potere eseguire la controprestazione nel futuro (concessione di credito). Tale fiducia è alla base delle transazioni all’interno di una famiglia o di una comunità ovvero di alcuni sistemi multilaterali di compensazioni.

La fiducia soggettiva non è un credito monetario, ma esclusivamente l’aspettativa che il soggetto esegua quella controprestazione in futuro (dato che al momento dell’esecuzione della mia non ho bisogno) sulla base di un imperativo morale derivante dall’appartenenza al “gruppo” o per affetto.

Nel momento in cui si esce da tale gruppo diventa imprescindibile individuare un sistema per superare il baratto e su cui porre la fiducia.

Il primo passo fu la fiducia su un oggetto.

Oggetto
Per fiducia su un oggetto si intende quel bene materiale la cui consegna viene accettata e che assume la forma di moneta merce (oro, argento, diamanti, sale, conchiglie, pecore, etc). Questo sistema monetario è durato per oltre 4.000 anni, con varie forme di crisi.

La fiducia è posta sull’oggetto fisico, su cui la comunità pone fiducia.

La fiducia consiste quindi nella aspettativa di accettazione futura di quell’oggetto e per questo viene riconosciuto all’oggetto il valore.

Nei campi di prigionia le sigarette costituivano mezzo di scambio, quindi moneta, anche da parte dei non fumatori, dato che il vizio determinava l’accettazione futura poiché qualche fumatore, causa astinenza, l’avrebbe accettata in cambio di qualche cosa.

Quindi la fiducia sull’oggetto si è formata sulla base dell’utilità di tale oggetto (divisibilità, non deperibilità, facilità di verifica, difficoltà di produzione, scarsità, omogeneità, trasportabilità, etc.), con adozione differenziata a seconda della comunità e delle esigenze.

Un caso particolare è costituito dalla Monetaria Moneta, conchiglia in uso nell’Oceano indiano.

Soggetto
La fiducia sul soggetto consiste nella delega ad un terzo della garanzia della transazione. Il primo passo fu riconoscere ad un terzo la garanzia della moneta merce, al fine di evitare la contraffazione (Mastro Adamo docet).

La trasportabilità della moneta merce fu superata con la moneta rappresentativa, vale a dire un biglietto, un documento rilasciato da un ente centrale (Stato, Goldsmiths, Mercante, etc) che rappresentava una determinata quantità di merce.

Tale fiducia si basa quindi su una trusted third party (terza parte fiduciaria che è debitore) che garantisce tutte le parti essendo ritenuto solvibile ed il documento non falsificabile.

Convenzionale
La fiducia si scinde dal sottostante, dall’oggetto, e diventa assoluta nel caso delle monete fiat, emesse da uno Stato, da un ente centrale e che rappresentano esclusivamente loro stesse.

Tali monete sono accettate in pagamento solo perché chi le riceve è certo (per convenzione, per imposizione con la forza o per pagare imposte) che altri faranno altrettanto in futuro. La prima volta apparve in Cina nell’XI secolo, sistema diventato “mondiale” a partire dal 1971, con la fine della convertibilità del dollaro in oro.

Da quel momento l’esistenza della valuta è scollegata da qualsiasi sottostante e rappresenta solo sé stessa.

La storia economica dell’uomo è costellata da manipolazione della moneta, da svalutazioni, da contraffazioni, da crisi di fiducia e da divieti, da normative valutarie tese a limitarne la libertà per i più disparati motivi, da motivi politici, economici, etici o finanche religiosi.

Comprendere questi elementi è funzionale per cercare di capire la FIDUCIA SULL’ALGORITMO, che è l’ultima forma di fiducia su un mezzo di pagamento.

La moneta fiat (a fiducia convenzionale) è oramai diventata massimamente digitale, ma affidata prevalentemente a terze parti private (istituzioni finanziarie) che le detengono in forma di bit, con una continua attenzione e disincentivo all’utilizzo del denaro contante.

La fiducia non è più riposta solamente nella moneta “fiat”, ma anche sulla terza parte privata che la controlla, richiedendo quindi una doppia fiducia (moneta e terza parte).

Le crisi di fiducia portano a riflettere sul costo di tale fiducia e sulle conseguenze di una fiducia mal riposta, come alcuni eventi recenti (Crisi a Cipro, in Grecia, dichiarazione fuori corso delle banconote da 500 e 1000 rupie in India, etc.) o potenziali (Bail-in, quantitative easing, rischi inflazionistici, svalutazione etc)..

Il bitcoin pone una sfida: porre fiducia sull’infrastruttura, sulla contrapposizione di interessi, sull’algoritmo che ne garantisce il funzionamento.

Semplicisticamente, i minatori, coloro che validano le transazioni creando il blocco, hanno l’interesse che il sistema generi fiducia, perché è solo la fiducia del sistema che ne garantisce la loro redditività: in pagamento della loro attività, infatti, vengono ricompensati esclusivamente con criptovalute.

Per questo cercheranno esclusivamente il bene del sistema accettando solamente le proposte di modifica che mantengano o aumentino la fiducia nell’algoritmo.

Questa è la sfida che pone il bitcoin, cercando un sistema che non richieda la fiducia in un terzo, ma solo del sistema stesso.

Twitter @s_capaccioli