Governo e scelte future, bonaccia su web e mercati. Quanto può durare?

scritto da il 11 Maggio 2018

Fino alla prima settimana di maggio le difficoltà nella formazione del Governo non hanno causato un aumento delle preoccupazioni né da parte dei mercati né da parte degli utenti online, italiani e non. Sostanzialmente non si sono registrati timori in merito a eventuali conseguenze negative su crescita e sostenibilità del debito: è quanto emerge dall’Analisi Flash di BEM Research intitolata “L’incertezza politica letta attraverso il web ed effetti sui mercati”.

L’esito elettorale del 4 marzo scorso ha riaperto il dibattito sull’urgenza di trovare una soluzione per evitare il rischio che si ripetano le turbolenze finanziarie osservate nel 2011. In altri termini, il timore è che l’Italia torni ad essere il sorvegliato speciale in Europa e non solo.

Un modo per valutare quanto effettivamente il nostro paese stia destando l’attenzione su scala globale è osservare la frequenza di ricerche sul web su tematiche connesse alla politica italiana. Per farlo si può utilizzare Google Trends, da cui si può desumere l’interesse sul web a livello mondiale. Al riguardo si nota che negli ultimi 12 mesi le ricerche sul web che hanno avuto come argomento il “Governo della Repubblica Italiana” hanno visto una forte crescita proprio in coincidenza con il 4 marzo 2018, per poi rallentare e mantenersi comunque su un livello elevato (grafico 1). Va sottolineato che la frequenza riguarda l’argomento e non lo specifico termine di ricerca. Ciò significa che Google Trends indica un insieme di termini che condividono lo stesso concetto e in qualsiasi lingua. A titolo di esempio, rientrano nelle ricerche riportate nel grafico 1 anche quelle relative a “Italian government”, effettuate quindi da utenti di lingua inglese sparsi in giro per il mondo.

A guardare l’interesse sul web in tema di formazione del Governo italiano sembrerebbe effettivamente ci sia stato, recentemente, un aumento di attenzione e probabilmente un aumento della preoccupazione su come stia evolvendo la situazione politica italiana.

Grafico 1. Interesse sul web a livello globale su “Governo della Repubblica Italiana”
(100=massimo interesse)

interesse sul web

Fonte: elaborazioni BEM Research su dati Google Trends.

 Ampliando però l’analisi si vede che, in realtà, non siamo in presenza di una tendenza di ricerca anomala rispetto a quanto accaduto in passato durante altre situazioni simili. Ciò è dimostrato dall’analisi delle ricerche effettate su Google (considerando la massima serie storica disponibile) incrociate con i dati relativi allo spread tra BTP italiani e Bund tedeschi a 10 anni, nonché con la dinamica dell’indice azionario della Borsa di Milano (grafico 2).

Grafico 2. Interesse sul web a livello globale su “Governo della Repubblica Italiana” e reazione dei mercati finanziari
(medie mobili trimestrali)

interesse web e reazione mercati

 Note: ricerche web mondiali e indice FTSE Mib pari a 100 a marzo 2014.
Fonte: elaborazioni BEM Research su dati Google Trends e Thomson-Reuters.

Negli ultimi 15 anni (la massima serie storica disponibile su Google Trends) si possono individuare ben otto eventi che hanno destato l’interesse degli internauti su scala mondiale.

Il primo è relativo alle elezioni del 2006, a cui ha poi fatto seguito la formazione del secondo Governo Prodi (punto A nel grafico 2). Il secondo è la crisi del Governo Prodi II verificatasi nel 2007 (B), che poi determinò le elezioni anticipate del 2008 (C). Il quarto evento è stata la crisi del Governo Berlusconi IV (D) e le successive elezioni del 2013 (E). Si riscontra poi una leggera crescita di interesse quando al Governo Letta è succeduto il Governo Renzi (F) e quando quest’ultimo è andato in crisi in corrispondenza del fallito referendum di modifica della Costituzione (G). Infine, il punto H identifica l’attuale fase in evoluzione.

Dal confronto degli otto eventi soprarichiamati emerge che l’evento in corrispondenza delle elezioni del 2013 è stato quello che ha destato il maggiore interesse su scala globale. Le recenti elezioni, allo stato attuale, sembrano avere una dinamica simile, ossia forte crescita in corrispondenza della settimana delle elezioni e poi graduale riduzione delle ricerche nei due successivi mesi. Simile è stata anche la reazione dei mercati finanziari. Né il differenziale di rendimento tra BTP e Bund né le quotazioni azionarie hanno infatti subito rilevanti contraccolpi dalle due recenti tornate elettorali, entrambe caratterizzate da un risultato elettorale analogo. Infatti, sia nel 2013 che nel 2018 nessuna delle coalizioni politiche presentatasi alle elezioni è riuscita a ottenere la maggioranza parlamentare.

Eventi che hanno influenzato di più i mercati finanziari sono stati invece la caduta del Governo Berlusconi e del Governo Renzi (relativamente a quest’ultimo evento si veda anche “Referendum sì o no e la suscettibilità dei mercati“).

In definitiva, e in base ai dati relativi alla prima settimana di maggio, non appare essere presente su scala globale un timore che l’Italia possa avvitarsi in una situazione di instabilità politica, compromettendo così le prospettive di crescita (già non troppo elevate rispetto al resto d’Europa) e la capacità di ripagare l’ingente debito pubblico. Un ruolo fondamentale relativamente a quest’ultimo punto è svolto dalla BCE, soprattutto grazie al paracadute offerto dalle sue politiche monetarie non convenzionali (in particolare le Outright Monetary Transactions, OMT, lanciate nel 2012, e l’acquisto di titoli di Stato con il Quantitative easing).

Queste evidenze non devono però indurre nel ritenere che la moderata tranquillità osservata nel periodo recente sia un fattore acquisito. Come detto in precedenza, negli anni passati le vicende politiche italiane hanno effettivamente attirato l’attenzione dell’intero pianeta.

Nell’attuale contesto è probabilmente l’attivismo di Donald Trump che invece sta polarizzando l’interesse internazionale. Le forze politiche italiane devono essere consapevoli che la situazione può mutare rapidamente, e quindi non devono lasciarsi andare a posizioni via via più radicali, come ha ben sottolineato il presidente Mattarella alla recente conferenza “The State of the Union”. Sull’Italia, e sugli altri paesi con un eccesso di debito pubblico e privato, incombe infatti la spada di Damocle della sospensione delle politiche monetarie espansive adottate dalla BCE e la normalizzazione dei tassi d’interesse.

Twitter @MilaniC