La credibilità del contratto Salvini-Di Maio e le poesie di Andreotti recitate da Bucci

scritto da il 27 Maggio 2018

Pubblichiamo un post di Fedele De Novellis, partner ed economista senior di REF Ricerche 

I programmi di politica economica producono i propri effetti sull’economia anche attraverso i cambiamenti nelle aspettative che da essi derivano. In taluni casi il cambiamento delle attese può produrre effetti sostanziali sul comportamento degli operatori economici. È anche per questo motivo che il contratto Salvini-Di Maio sulla politica economica del prossimo governo rappresenta de facto il primo provvedimento di politica economica del nuovo Governo. Esso avrà riflessi sui comportamenti dei cittadini e delle imprese, sui rapporti con l’Europa, sulle attese dei mercati finanziari. Naturalmente, non contano i provvedimenti scritti nel contratto, ma ciò che di quei provvedimenti gli operatori si attendono sarà attuato, e con che modalità.

Il primo step dell’agenda del prossimo Governo è quello dell’eliminazione degli aumenti dell’Iva programmati per il 2019. Si tratta di una cifra consistente, più di 12 miliardi, che potrebbe rappresentare uno scoglio per un Governo che ha dichiarato (fortunatamente) di non volere adottare misure di riduzione della spesa sociale. Purtroppo il contratto è parco di indicazioni sulle modalità con cui si intende gestire l’annullamento degli aumenti dell’Iva programmati.

Per provare a fornire un contributo sulla questione dell’Iva, sottoporrei all’attenzione del futuro Ministro dell’economia quanto riferitomi l’altra sera dal maestro Flavio Bucci, il quale mi ha raccontato di avere ricevuto molti anni addietro una esenzione completa dal pagamento dell’Iva con decisione ad personam varata dall’allora ministro Cirino Pomicino. Nonostante il beneficio d’inventario, che è d’uopo se si pensa alla reazione che d’istinto può scatenare in un grande artista l’incontro con un piccolo economista, l’ipotesi di un’indulgenza collettiva, una sorta di amnistia questa volta erga omnes dal pagamento dell’Iva non mi è apparsa meno credibile della narrazione che ispira il contratto e gli altri provvedimenti che in esso seguono a quello sull’Iva.

Come noto la sfilza include l’introduzione della flat tax (che le quantificazioni disponibili stimano avere un costo sopra i 50 miliardi all’anno), il reddito di cittadinanza (che gli allibratori quotano a circa 17 miliardi all’anno), l’abolizione della legge Fornero (10 all’anno) e altre misure minori (abbattimento di accise benzina etc etc) per un totale che supera largamente i 100 miliardi. Sono rimasti fuori dal contratto, ma forse, con un po’ di sforzo, potranno essere recuperati in una seconda fase, i 250 miliardi di richiesta di abbuono sul debito dalla Bce che stavano in una prima bozza.

Non sappiamo a quali santi sarà utile appellarsi per le nuove fasi del programma. Sempre il maestro mi riferiva però che l’indulgenza sull’Iva gli era stata concessa grazie alle benemerenze derivategli per avere recitato alla presenza del Papa alcune poesie scritte dall’onorevole Andreotti. Non sono certo che me l’abbia raccontata giusta, ma almeno, sarà perché un grande attore ha altre capacità di recitazione, a me è parso pur sempre più credibile del contratto Salvini-Di Maio.

Twitter @fdenovellis1

Ps. È vero che Flavio Bucci ha recitato poesie composte da Giulio Andreotti alla presenza di Giovanni Paolo II. Non si hanno ancora riscontri sulle veridicità della narrazione a sostegno delle misure del contratto.