La democrazia è malata. Ecco una cura per evitare la deriva autoritaria

scritto da il 19 Gennaio 2019

Ce ne si accorga o no, è finita un’epoca. Sono cambiate le prospettive per chi nasce. Chi se ne è reso conto, si adatterà a fatica. Chi non se ne è accorto, navigherà nuovi mari con vecchie barche – a rischio costante di naufragio.

Sono in atto cambiamenti epocali

Forze profonde stanno cambiando il mondo. Il connubio tra democrazia e capitalismo – spina dorsale dell’Occidente da più di due secoli – ha perso smalto; la prima è in crisi, incapace di risolvere i problemi del secondo. Nell’economia globale, agricoltura e industria contano meno dei servizi, i flussi finanziari più dei flussi commerciali [i]. Disuguaglianza e nazionalismo sono in crescita. Il legislativo va cedendo potere all’esecutivo. Il “politically correct” – assurto a dogma delle élite globali – impedisce il confronto. L’individualismo ha vinto, la “centralità della comunità” ha perso. La tecnologia ha aumentato rapidità d’interazione e solitudine. L’attenzione – non l’informazione – è la risorsa da catturare: la viralità (i.e. la rapida diffusione) di una notizia importa più della sua attendibilità [ii].

Le istituzioni della democrazia rappresentativa stanno diventando irrilevanti. Decenni di governi inadeguati e politiche mediocri hanno delegittimato lo Stato e sancito il primato dell’economia sulla politica. Disillusi da mancanza di visione e clientelismo, molti cittadini si sono allontanati dalla res publica, convinti che il loro voto non conti nulla. Le sedi di rappresentanza democratica – partiti e parlamento su tutte – si sono svilite.  La partecipazione elettorale [iii] è bassa. L’élite è percepita come casta privilegiata e corrotta. La frattura tra establishment ed elettori pare irreversibile.

Ansia e rabbia sono entrate in politica. La crisi del 2008, iniziata dalla finanza, si è estesa a economia, società e cultura. Le istituzioni sovranazionali, lo stato di diritto e il libero scambio sono sotto attacco. Il ceto medio ha smesso di credere al “mito della crescita”; il posto fisso è un ricordo, il lavoro è precario. La periferia si ribella al centro, i lavoratori a chi vive di rendita. L’integrazione dei migranti crea crisi d’identità. L’aggressività prevale sulla collaborazione, il particolarismo sull’integrazione.

L’onestà (più sbandierata che provata) vale più della competenza. Il discredito dei partiti tradizionali ha squalificato politici, dirigenti e amministratori – e le “scuole di politica” che li hanno formati. I meno istruiti rivendicano un ruolo, l’ignoranza è titolo di merito. La propensione ad apparire alimenta l’autoreferenzialità.

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Ritorna la democrazia diretta; rischio di deriva autoritaria

Si torna all’antico: democrazia diretta. Ad Atene la democrazia era diretta. Oggi, il discontento e la tecnologia stanno riportando la democrazia all’antichità, trasformandola da “rappresentativa” a “diretta”. Grazie al web il cittadino è al centro della società – e vota ogni giorno, non solo durante consultazioni ed elezioni [iv].

In democrazia diretta ci vogliono elettori preparati. Il livello minimo di conoscenza necessario ad amministrare è ormai alto. Se chi vota non è in grado di giudicare [v] la competenza dei candidati o la qualità delle loro idee (e.g.: su fiscalità, pensioni, sanità, immigrazione o riforme del mercato del lavoro), l’eletto è spesso a digiuno [vi] dei rudimenti di diritto, storia ed economia – e dunque inadatto a gestire problemi collettivi complessi [vii].

Il contesto non aiuta: chi è impreparato fatica a maturare opinioni consapevoli. Una scarsa preparazione inibisce la capacità critica, espone alla manipolazione dei media e favorisce una percezione distorta della realtà. Analfabetismo funzionale e fake news, rese virali dai social media, viziano il voto.

1. Analfabetismo funzionale: Italia seconda in Europa. È analfabeta funzionale (o low skilled) chi: 1) ha “difficoltà a comprendere testi semplici” [viii]; 2) è incapace di rielaborare le informazioni necessarie alla vita quotidiana; e dunque 3) tende a considerare “vere” le opinioni allineate al suo sentire. Con più del 47 per cento della popolazione, l’Italia [ix] – a pari merito con la Spagna, preceduta solo dalla Turchia – è seconda in Europa per numero di analfabeti funzionali.

2. Fake news: fenomeno antico, reso virale dalla tecnologia. La Storia è costellata da episodi di disinformazione. Le notizie false – di contenuto sensazionalista e spesso violento – si diffondono più velocemente di quelle verificate [x]. Nel 1814, la borsa di Londra andò in tilt per la notizia (rivelatasi falsa) della morte di Napoleone [xi]. Nel 1938, la trasmissione radiofonica “La Guerra dei mondi” di Orson Welles scatenò il panico annunciando un’invasione aliena [xii]. Nel 2003, Colin Powell mostrò al Consiglio di Sicurezza dell’ONU una (presunta) fiala di antrace, a prova dell’arsenale chimico iracheno [xiii]. Nel 2018, 48 paesi (20 in più rispetto ai 28 del 2017) sono stati teatro di campagne di disinformazione.

3. “Percezione distorta della realtà”: Italia prima nell’Ue. La distorsione è misurata dal divario (in punti percentuali) tra dati reali e percepiti. Per esempio, in Italia: 1) dal 2000 ad oggi il numero degli omicidi è diminuito del 39 per cento, ma l’84 per cento degli italiani pensa che sia “cresciuto” o “non calato”; e 2) gli immigrati non-Ue sono l’8,4 per cento della popolazione [xiv], ma il 73 per cento degli italiani ne sovrastima la presenza al 1625 per cento [xv].

Rischio di deriva autoritaria. Milioni di cittadini, indeboliti e isolati, hanno paura del futuro e reclamano sicurezza – economica, sociale e culturale. I ceti medi non hanno certezze. La democrazia è a rischio, soprattutto se chi vota: 1) ignora o non capisce i programmi elettorali; 2) non esige competenza dai candidati; 3) non ha l’abilità di verificare la veridicità di una notizia; 4) si affida a percezioni più che a dati concreti; e dunque 5) tende al plebiscito. Senza buoni governanti, l’autoritarismo attrae consensi crescenti. Una deriva assolutistica – in forme inedite, moderne [xvi] – è un rischio reale.

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Che fare? Proteggere la democrazia, rafforzare il diritto di voto

La democrazia è conquista preziosa ma fragile … Spesso, la democrazia è venuta meno più per pecche proprie – e.g.: cristallizzando le paure dei votanti – che per intervento esterno [xvii]. Dall’Atene dei “Trenta Tiranni” [xviii] all’ascesa di Hitler [xix], la deriva autoritaria è stata favorita da: 1) contesti in rapida evoluzione, ogni giorno più complessi; 2) governanti inetti che hanno amplificato situazioni di crisi (e.g.: causando iperinflazione o assecondando istanze antidemocratiche); e 3) istituzioni incapaci di salvaguardare la democrazia.

… va protetta da leader competenti, eletti da cittadini consapevoli. In uno Stato mal governato non può esservi giustizia. La globalizzazione e i mercati richiedono preparazione. Per ristabilire il primato della politica sull’economia ci vogliono governanti abili, capaci di decisioni coraggiose in situazioni difficili. In democrazia diretta, per evitare che la stessa si trasformi in dispotismo, le classi dirigenti devono essere: 1) le migliori espressioni professionali e culturali del paese – i.e.: competenti (e affinché lo siano, deve esserlo anche chi le vota); e 2) legittimate dal riconoscimento popolare [xx]. Senza le istituzioni della democrazia “rappresentativa” ad operare da filtro, gli elettori hanno responsabilità che esigono competenze [ xxi]. A rischio è la stessa democrazia [xxii].

Le proposte sul tavolo non convincono.  Per risolvere l’equazione “elettori impreparati = governanti incompetenti”, le tentazioni più diffuse sono: 1) ridurre il ruolo dello Stato [xxiii]; 2) ripristinare il voto obbligatorio [xxiv]; o 3) subordinare il diritto di voto al superamento di un test [xxv].  Nessuna convince. L’alternativa a uno Stato che non funziona non è uno “Stato ridotto”, ma uno Stato ben governato ed efficiente [xxvi]. Il voto obbligatorio aumenta l’affluenza, non la partecipazione attiva – e non incentiva a informarsi. Il test “propedeutico” al voto non è opzione praticabile, per motivi di: a) costituzionalità; e b) costi d’implementazione [xxvii].

Che fare? Ridisegnare le istituzioni democratiche … Il processo di evoluzione della democrazia liberale – lungi dall’essere concluso –  deve poter continuare. Affinché la democrazia rimanga il sistema prevalente occorre ripensarne le istituzioni, in un contesto in cui: 1) le dinamiche più rilevanti sono globali; 2) l’elezione è designazione di capacità; e 3) l’eletto rappresenta lo Stato, non i suoi elettori.

… con principi meritocratici a salvaguardia. In Italia, per proteggere il funzionamento della democrazia la Costituzione impone doveri, introduce restrizioni [xxviii] (spesso basate sul merito [xxix]) e limita [xxx] il diritto di voto. In altre parole, il sistema democratico viene salvaguardato da principi non-democratici, quasi fossero anticorpi.

Il voto è un diritto [xxxi], ma comporta doveri … L’equazione “elezioni = democrazia” è falsa; le prime sono condizione necessaria – ma non sufficiente – per la sussistenza della seconda. Nella polis greca la partecipazione era un dovere. Oggi, al diritto di voto corrisponde il dovere [xxxii] di essere (un minimo) preparati nell’esercitarlo: per esempio, riconoscere pregi e difetti dei candidati che si presentano alle elezioni, delle politiche che propongono, e scegliere il miglior candidato, o la policy migliore.

… maturità e competenza. Per esercitare il diritto di voto e scegliere i governanti sono necessarie: a) maturità; e b) un’elementare preparazione politica [xxxiii]. In quanto a maturità, in Italia la Costituzione restringe il suffragio per età: i minorenni, quasi il 20 per cento della popolazione, non possono votare – mentre per eleggere il Senato bisogna aver compiuto 25 anni [xxxiv]. In quanto a competenza, il vincolo della maggiore età implicitamente garantisce un livello minimo d’istruzione, quello della scuola dell’obbligo [xxxv].

Mari nuovi, barche nuove: aumento del livello minimo di istruzione obbligatoria. La “titolarità” di un diritto non implica “competenza” nell’esercitarlo (e.g.: con la maggiore età si acquisisce il diritto di guidare un’automobile; ma per usufruirne è obbligatoria la patente [xxxvi]). In futuro, i requisiti della scuola dell’obbligo dovrebbero includere un grado più alto dell’attuale minimo, e.g.: per votare efficacemente gli elettori dovrebbero aver ottenuto un diploma di maturità [xxxvii].

Cambiare la Weltanschauung, adeguare le norme. Il mondo sta cambiando. È il momento di cambiare “visione del mondo”; altrimenti, la fase di pace e prosperità che dura da 74 anni (dalla fine della II guerra mondiale) potrebbe volgere alla fine. Il domani va affrontato inventando nuove regole – non con norme vecchie, ormai non più valide. Per sopravvivere, la democrazia deve essere capace di trasformarsi [xxxviii].

Twitter @AMagnoliBocchi

Linkedin Alessandro Magnoli Bocchi

 

NOTE

[i] In termini di valore aggiunto e occupazione, i servizi sono più rilevanti di agricoltura e industria. In termini di valore, il mercato più grande del mondo è il mercato dei cambi, con volumi medi giornalieri superiori a 5 trilioni di dollari (quasi tre volte il prodotto interno lordo dell’Italia). In altre parole, i flussi finanziari sono più influenti e sistemici del commercio internazionale.

[ii] Sui social media, un titolo vale più di un articolo – a prescindere dall’autorevolezza di chi pubblica e dalla veridicità del contenuto. Si veda nota numero 10.

[iii] In tutto il mondo, la partecipazione elettorale è bassa; di conseguenza vince una minoranza, non la maggioranza. Nei paesi industrializzati circa un quarto dell’elettorato si astiene dal voto. In Svizzera vota circa la metà degli aventi diritto. In Italia, la partecipazione è scesa al 70 per cento (dal 90 dell’inizio della storia repubblicana). Nel dicembre 2016, 19 milioni di votanti (il 37 per cento dell’elettorato) hanno vinto il referendum costituzionale. Nel 2017, alle elezioni regionali siciliane ha votato il 46,7 per cento dell’elettorato. Nel 2018, alle elezioni politiche la partecipazione è stata di poco superiore al 70 per cento. In Francia, alle elezioni presidenziali del 2017, Macron ha ottenuto al primo turno poco più del 24 per cento dei voti e al secondo turno poco più del 66 per cento (del 74 per cento degli aventi diritto al voto). Nel Regno Unito, nel giugno 2016, al referendum sull’appartenenza all’Unione europea (Brexit) ha optato per uscire il 52 per cento del 72 per cento degli aventi diritto al voto. Negli Stati Uniti, nel novembre 2016 Donald Trump è stato eletto quarantacinquesimo presidente con un quarto dei voti degli aventi diritto. In Turchia, nel 2014 Recep Tayyip Erdoğan è stato eletto presidente dal 52 per cento del 76 per cento degli aventi diritto al voto.

[iv] Secondo Gianroberto Casaleggio: “La democrazia rappresentativa, per delega, perderà significato (…) le organizzazioni politiche e sociali attuali saranno destrutturate, alcune scompariranno”. “La democrazia diretta è una rivoluzione prima culturale che tecnologica, per questo, spesso, non viene capita o viene banalizzata

[v] Secondo l’effetto Dunning-Kruger, le elezioni tendono a portare a scelte mediocri e – di conseguenza – le democrazie non scelgono i migliori leader. Secondo David Harsanyi, una democrazia disinformata è “il preludio a una farsa o a una tragedia”. Secondo Indro Montanelli: “La democrazia è sempre, per sua natura e costituzione, il trionfo della mediocrità”.

[vi] Il 15 novembre 2018, il senatore del Movimento 5 Stelle Agostino Santillo ha accusato il senatore Renzi di aver nominato il professor Monti senatore a vita nel 2011. È importante notare che: 1) i senatori a vita vengono nominati dal presidente della Repubblica; e 2) all’epoca dei fatti Renzi era Sindaco di Firenze; il presidente della Repubblica era Napolitano e il primo ministro Berlusconi, di cui Monti prese il posto.

[vii] Secondo James Madison, quarto presidente degli Stati Uniti: “Un governo popolare, quando il popolo non sia informato o non disponga dei mezzi per acquisire informazioni, può essere solo il preludio a una farsa o a una tragedia, e forse a entrambe”.

[viii] Per esempio, un analfabeta funzionale non è in grado di comprendere le istruzioni di un frullatore o di uno smartphone.

[ix] Con un valore medio di 250 punti l’Italia si colloca agli ultimi posti nella graduatoria internazionale a fronte di una media Ocse pari a 273 punti.

[x] La partecipazione sui social media viene aumentata dalle emozioni – per esempio l’indignazione. Le notizie oltraggiose ma false attirano più attenzione delle notizie vere e documentate. Per esempio: 1) su Twitter, rispetto alle notizie comprovate, le falsità hanno il 70 per cento di probabilità in più di essere ritwittate; e 2) l’algoritmo di YouTube indirizza gli utenti verso contenuti più controversi, per massimizzare numero di “clic” e le entrate finanziarie.

[xi] Il 21 febbraio 1814, un uomo vestito da ufficiale borbonico – rispondente al nome di Charles de Berenger – entrò in una locanda a Dover annunciando la morte di Napoleone. Pur priva di prove, la notizia arrivò velocemente a Londra. Il giorno dopo la Borsa aprì in forte rialzo, il prezzo dei titoli di stato (gilts) aumentò. Ne approfittarono sei individui che “ne vendettero per più di un milione di sterline”.

[xii] Il 30 ottobre 1938, la trasmissione mandò in onda una serie di (finti) comunicati di autorità statunitensi che annunciavano uno “sbarco di extraterrestri ostili nella località di Grovers Mill, nel New Jersey”. Nonostante gli avvisi trasmessi prima e dopo il programma, molti radioascoltatori non si accorsero della finzione.

[xiii] Il 5 febbraio 2003, Powell – Segretario di Stato degli Stati Uniti (Presidente George W. Bush) – rivelò di “essere in possesso di informazioni sicure su programmi di proliferazione chimica e batteriologica del regime iracheno”. La fonte di Powell si rivelò essere un ingegnere chimico iracheno, che anni dopo ammise di essersi inventato tutto. Le dichiarazioni di Powell furono smentite anche da ispezioni ONU successive al 2003.

[xiv] Secondo gli ultimi dati, gli stranieri residenti in Italia al 1° gennaio 2018 sono 5 milioni 65mila e rappresentano l’8,4 per cento della popolazione residente totale.

[xv] Anche quando ai cittadini vengono fornite informazioni precise e affidabili sul numero di immigrati, tali distorsioni rimangono tali.

[xvi] Il processo è noto: 1) il crollo di partiti e sindacati e le tendenze autoritarie portano a presidenzialismi di fatto, paternalismo statale e a una società passiva; 2) il “capo” entra “in rapporto diretto con il popolo”, ne manipola la volontà e accentra il potere; e 3) la politica diviene lo strumento per derogare alle leggi.

[xvii] Secondo Mario Tanassi: “Sempre la democrazia è caduta per la debolezza dei democratici, non per la forza dei totalitari.”

[xviii] Durante la II guerra del Peloponneso, il declino militare e politico di Atene iniziò con il fallimento della seconda spedizione ateniese in Sicilia (413 a.C.). Tucidide, ne La Guerra del Peloponneso – Libro VIII, pagina 1, scrive: “Allorché Atene fu colta dalla notizia la città stette per lungo tempo incredula, perfino contro i lucidi rapporti di alcuni reduci, uomini di garantito stampo militare, che rimpatriavano fuggiaschi dal teatro stesso delle operazioni: l’annientamento dell’armata non poteva davvero esser stato così totale. Ma quando ogni dubbio cadde e ci si rese conto del disastro, la folla ruppe in una feroce protesta contro i politici che avevano pubblicamente incoraggiato la spedizione, quasi non fossero stati i cittadini stessi, col loro voto, i responsabili.” Seguirono il colpo di Stato aristocratico (411 a.C.), l’iperinflazione e la resa definitiva (404 a.C.) – in seguito alla quale Sparta impose ad Atene istituzioni oligarchiche, un regime affermatosi con il nome di “governo dei Trenta Tiranni”.

[xix] Hitler ascese al potere sfruttando la sconfitta della Germania nella I guerra mondiale, l’iperinflazione e la crisi economica (attribuita ai risarcimenti imposti alla Repubblica di Weimar dal Trattato di Versailles – e non alle conseguenze della Grande depressione del 1929-1939).  Il 30 gennaio 1933, senza disporre della maggioranza assoluta (nelle ultime elezioni libere del 1932 i nazisti ottennero il 33 per cento dei voti, 196 dei 584 seggi disponibili), su nomina del presidente von Hindenburg, Hitler divenne Cancelliere – a capo di un governo di coalizione in cui i­l partito nazionalsocialista era il primo partito – e fece uso della Costituzione per consolidare il suo potere.

[xx] Anche in democrazia diretta, potere (kratos) del popolo (demos) non equivale a “popolo al governo”. Il ruolo del “demos” non è quello di governare, bensì quello di: 1) scegliere tra vari politici (capaci e in competizione) a chi affidare il governo; e 2) controllarne l’operato.

[xxi] John Stuart Mill, nelle “Considerazioni sul governo rappresentativo”, distingue tra “cittadini attivi e passivi, sia per cultura politica, sia per interesse”. Secondo Mill, a cittadini dotati di maggiori conoscenze potrebbero essere concessi voti supplementari. In generale, il principio del suffragio ristretto – stabilendo requisiti soggettivi di capacità e preparazione (suffragio capacitario) – vede il voto non come diritto, ma come funzione, esercitata nell’esclusivo interesse dello Stato: non viene dunque conferito a tutti i cittadini, ma solo a chi è capace di poterlo esercitare.

[xxii] Secondo Platone, “(…) è naturale che la tirannide si formi solo dalla democrazia”. Platone. La Repubblica, Libro VIII. Aristotele ne temeva la degenerazione in oclocrazia (tirannide delle masse). Aristotele ne scrive nel trattato Τὰ πολιτικὰ (Politica), Libro IV, e – pur ammettendo che l’essere umano è per natura “animale politico”, quindi portato a “realizzare il proprio bene insieme agli altri” – sottolinea come la guida della pόlis cada troppo facilmente “alla mercé di volizioni delle masse”.

[xxiii] Se la maggioranza elegge candidati inadeguati, di cui non è in grado di valutare l’operato, lo Stato si indebolisce. Secondo Ilya SominIl governo che governa meno non è sempre il migliore. Però è la forma di democrazia meno vulnerabile all’ignoranza politica. Il controllo democratico dello Stato funziona meglio quando c’è meno Stato da controllare”.

[xxiv] Nel mondo, 26 paesi obbligano al voto, ma solo 10 prevedono sanzioni. In America Latina, l’astensione è: 1) sanzionata in Argentina, Brasile, Ecuador, Peru e Uruguay; 2) non sanzionata in Bolivia, Costa Rica, Repubblica Dominicana, Guatemala, Honduras, Messico, Panama e Paraguay. In Brasile, l’astensione è punita con una multa di 3,51 réais (meno di un euro); chi risulti astensionista per più di tre volte non può: a) candidarsi; b) rinnovare documenti (carta d’identità, passaporto, etc.); c) beneficiare della pubblica istruzione (scuola, università, etc.); e d) ottenere credito da una banca di stato. In Europa, l’obbligo è rispettato in Lussemburgo; in Belgio – dove vige l’obbligo più antico, sancito dal 1894 nell’articolo 62 della costituzione, ma non sono comminate sanzioni dal 2003 – Grecia e Cipro l’astensione non è sanzionata. In Italia, la Costituzione (Art. 48) indica il voto come un “dovere civico”. Fino alla riforma del 1993, erano applicate sanzioni in caso di astensione, quali: a) giustificarsi con il sindaco; b) la pubblicazione dell’elenco dei non-votanti nell’albo comunale, per un mese; e c) la menzione “non ha votato” nei certificati di buona condotta, per cinque anni (Art. 115 del Testo unico delle Leggi elettorali, abrogato nel 1993). In Asia (Singapore e Thailandia), Africa (Gabon, Libia e Repubblica Democratica del Congo) e Medio Oriente (Egitto, e Turchia) l’obbligo esiste, ma l’astensione non è sanzionata. In Libano, il voto è obbligatorio solo per i cittadini di sesso maschile. In Oceania, in Australia l’obbligo è in vigore dal 1924; chi non vota deve pagare una multa di 20 dollari australiani (circa 12 euro), e a volte presentarsi davanti a un giudice e scontare una pena detentiva.

[xxv] Negli Stati Uniti, gli immigrati legali ottengono il diritto di voto se superano un test. Secondo David Harsanyi, lo stesso criterio andrebbe usato per ottenere cittadinanza e diritto di voto: “Se il voto è un rito consacrato della democrazia, come sostengono i progressisti, è giusto che la società abbia delle pretese minime su chi vi partecipa; e se la cittadinanza è un valore sacro, come sostengono i conservatori, allora si può pretendere da un potenziale elettore lo stesso livello di informazione di un potenziale cittadino”.

[xxvi] L’osservazione che uno Stato meno esteso è meno vulnerabile alle scelte elettorali di cittadini disinformati e alla mala gestio di governanti incompetenti è un non sequitur.

[xxvii] Per votare efficacemente, gli elettori dovrebbero superare un esame di educazione civica. Esempi di domande usate nei concorsi pubblici: In Italia: 1) Quali sono i tre poteri fondamentali dello Stato? Risposta: a. legislativo, i.e.: fare le leggi; b. esecutivo, governare nel rispetto della legge; e c. giudiziario: giudicare se la legge è rispettata; 2) A quale età si può votare? Risposta: a 18 anni per tutte le consultazioni (elezioni europee, nazionali, regionali, referendum), ma a 25 per il Senato; 3) Quali sono le funzioni di Camera e Senato? Risposta: uguali, e il governo deve avere la maggioranza in entrambe; 4) Chi è il Presidente della Repubblica? Risposta: Sergio Mattarella, dal 3 febbraio 2015; 5) Chi è il Presidente del Consiglio? Risposta: Giuseppe Conte, dal 1 giugno 2018; 6) Chi ha più poteri secondo la Costituzione? Risposta: il Presidente della Repubblica (può sciogliere le camere, firma le leggi, invia messaggi alle Camere); 7) Il divorzio è legale? Risposta: si, dal 18 dicembre 1970 (Legge n. 898); 8) L’aborto è legale? Risposta: si, dal 22 maggio 1978 (Legge n.194). Negli Stati Uniti: 1) Cita tre dei tredici stati originari; Risposta: Colonie del New England: New Hampshire; Massachusetts Bay; Rhode Island e Piantagioni di Providence; Connecticut. Colonie di mezzo: New York, New Jersey, Pennsylvania. Colonie del sud: Maryland; Virginia; Carolina del Nord; Carolina del Sud; Georgia; Delaware; 2) Cita un diritto o una libertà sancita dal Primo Emendamento; Risposta: libertà di religione, di parola e di stampa, diritto di riunirsi pacificamente; e diritto di appellarsi al governo per correggere i torti.

[xxviii] La Costituzione italiana – nei principi fondamentali, all’articolo 2 – richiede l’adempimento di doveri inderogabili. Anche chi governa ha doveri, i.e.: “l’assunzione di responsabilità” richiesta dal proprio ruolo nella collettività. L’articolo 54 co. 2 impone ai “cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche” (…) “il dovere di adempierle con disciplina ed onore”. Inoltre, la Costituzione richiede “l’abilitazione all’esercizio professionale” (art. 33), dispone l’accesso “agli uffici pubblici e alle cariche elettive (…) secondo i requisiti stabiliti dalla legge” (art. 51), stabilisce che il Presidente della Repubblica “abbia compiuto cinquanta anni d’età” e “goda dei diritti civili e politici” (art. 84).

[xxix] La Costituzione italiana non menziona esplicitamente il principio del merito, ma lo istituisce quando prevede che: a) vengano rimossi gli ostacoli che, “limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona” (art. 3, comma 2); b) gli studenti “capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi” abbiano “il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi” attraverso concorsi e borse di studio (art. 34); c) il lavoratore abbia “diritto a una retribuzione proporzionata alla qualità e alla quantità del suo lavoro” (art. 36); e d) il superamento di un concorso per l’accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni (art. 97) e alla magistratura (art. 106).

[xxx] In Italia, il quarto comma dell’art. 48 della Costituzione dispone limitazioni al diritto di voto per: 1) incapacità civile (limite costituzionale reso inoperante dall’art. 11 della legge 180/1978); 2) sentenza penale irrevocabile; o 3) indegnità morale. Secondo la legge ordinaria, non hanno diritto di voto i: a) sottoposti a: i) misure di prevenzione; ii) misure di sicurezza detentive; iii) libertà vigilata; o iv) divieto di soggiorno in uno o più comuni o province; e b) i condannati a pena che comporta l’interdizione dai pubblici uffici – perpetua o temporanea.

[xxxi] L’idea del voto come diritto individuale (un essere umano = un voto) è stata accolta nel costituzionalismo moderno dal principio di uguaglianza. In epoche precedenti il voto era esercitato per gruppo di appartenenza (e.g.: comitia curiata o centuriata dell’antica Roma o gli ordini negli Stati generali dell’Ancien Régime).

[xxxii] Il “De officiis” (Sui doveri) di Cicerone, la seconda parte della Summa theologiae di Tommaso d’Aquino, il libro Dei doveri dell’uomo di Mazzini indicano i doveri cui ogni cittadino deve attenersi in quanto membro dello stato e della società.

[xxxiii] Secondo Sabino Cassese, che si rifà alla democrazia ateniese, il cittadino libero – attraverso l’ethos, la prassi e l’educazione – apprende arte e virtù della politica, il sapere di come si comanda e si obbedisce. Secondo Barak Obama, “(…) alla fin fine, se le persone prestano attenzione, si ha un buon governo e una buona leadership. E quando diventiamo pigri (…) il risultato è un cattivo governo e una cattiva politica”. Originale in inglese: “I always believe that ultimately, if people are paying attention, then we get good government and good leadership. And when we get lazy, as a democracy and civically start taking shortcuts, then it results in bad government and politics”.

[xxxiv] In Italia, per eleggere i 630 deputati, la cui età non può essere inferiore ai 25 anni, gli elettori devono aver “raggiunto la maggiore età” (articolo 48 della Costituzione); tuttavia, per eleggere i 315 senatori, la cui età non può essere inferiore ai 40 anni,  è necessario aver “superato il venticinquesimo anno di età” (articolo 58).

[xxxv] In Italia, l’articolo 34 della Costituzione stabilisce che: “L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita”. È dunque obbligatorio superare con buon esito l’esame di scuola secondaria di primo grado, la scuola media.

[xxxvi] Liberamente adattato da Platone: 1) dal trattato Πολιτεία (La Repubblica), Capitolo VIII; e 2) dal dialogo Πολιτικός (Politico).

[xxxvii] Diverrebbe dunque obbligatorio superare con buon esito l’esame di Stato al termine della scuola secondaria di secondo grado (LiceiIstituti tecnici, e Istituti professionali).

[xxxviii] Secondo Giovanni Sartori: “L’uomo che nasce con la democrazia è un bambino viziato e ingrato che riceve in eredità benefici che non merita e che, di conseguenza, non apprezza”. Secondo Karl Popper: “Vi sono soltanto due tipi fondamentali di istituzioni: quelle che consentono un mutamento senza spargimento di sangue, e quelle che non lo consentono. (…) Personalmente, preferisco chiamare democrazia il tipo di reggimento politico che può essere sostituito senza l’uso della violenza, e tirannide l’altro.”. Secondo Gustavo Zagrebelsky: “Il dogma – cioè l’affermazione definitiva e quindi indiscutibile di ciò che è vero, buono e giusto – come pure le decisioni di fatto irreversibili, cioè quelle che per loro natura non possono essere ripensate e modificate (come mettere a morte qualcuno), sono incompatibili con la democrazia.”