Difendere il Made in Italy da se stesso

scritto da il 03 Ottobre 2015

Bravi, bravi, bravi! Sgomberiamo il campo dai fraintendimenti, i due ragazzi di Grom sono riusciti in poco tempo a creare una impresa interessante e, nonostante le perdite degli ultimi anni, a rivenderla alla multinazionale Unilever.

Per evitare equivoci su quanto sto per dire dichiaro fin da subito che, a differenza di molti altri, non amo il loro gelato e che quello della piccola gelateria artigianale dietro casa è straordinariamente più buono. Questo potrebbe condizionare le mie considerazioni.

Molto si è scritto sui multipli di vendita e sulla qualità o meno ma non è su questo che vorrei invitarvi a riflettere.

Da qualche anno a questa parte (dalla fine del periodo più feroce di crisi economica, diciamo) si assiste alla presa di coscienza dei nostri imprenditori migliori che l’Italia è ormai la provincia di un impero di cui fatichiamo a comprendere sia i contorni sia a definire con esattezza il centro.

Le imprese che hanno successo vendono non i prodotti della tradizione italiana ma i prodotti fatti come all’estero immaginano siano quelli italiani. Così avviene per le auto, per il gelato, per il food e tutto il resto.

Il nostro Made in Italy sta subendo una forte trasformazione, altro che l’eterna favola dell’artigianato di qualità legato al territorio (che io peraltro continuo a preferire e a scegliere come consumatore) .

Dopo anni passati a rimproverarci il successo di Starbucks e Pizza Hut ( la catena di ristorazione americana famosa per aver portato la pizza in tutto il mondo) forse stiamo imparando la lezione.

Tutto questo è un bene o un male?

Un bene per le imprese che applicano questo modello industriale con successo, un male forse se il Paese non fa quadrato per difendere le sue tradizioni e le sue eccellenze del fatto a mano e fatto bene.

Difendere il Made in Italy da se stesso, la tradizione dallo storytelling, il buon vivere italiano contemporaneamente dal lusso estremo e dalla banalizzazione industriale scalabile che proprio dell’artigianato si nutre per avere successo. Questo è il problema.

Twitter @commercialista