Digitalizzare la PA: quanto è indietro l’Italia e due cose concrete da fare

scritto da il 21 Giugno 2016

La diffusione dell’innovazione è un fattore riconosciuto nella letteratura economica come tra i più importanti nel determinare le capacità di crescita di un paese. Dalla digitalizzazione dei processi produttivi si possono ottenere guadagni in termini di produttività molto elevati, che sono tanto più grandi quanto più l’innovazione è diffusa in tutti i settori economici, sia privati sia pubblici. Relativamente a quest’ultimo ambito, il processo di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione (PA) ha un ruolo particolarmente importante.

L’Italia mostra in questo campo un notevole ritardo rispetto agli altri paesi europei (si veda al riguardo Chiara Bussi e Antonello Cherchi su Il Sole 24 Ore del 13 giugno 2016). Nel 2015 appena il 24 per cento degli italiani hanno interagito telematicamente con la PA (cosiddetto e-government, o e-gov). Solo Romania (11 per cento) e Bulgaria (17 per cento) hanno fatto peggio di noi in Europa, dove invece l’utilizzo medio dell’e-gov si attesta al 50 per cento circa. Anche da un’analisi dinamica il nostro paese registra valori inferiori. L’Italia ha, infatti, visto crescere la diffusione dell’e-gov di appena 4 punti percentuali dal 2008 ad oggi, tra le peggiori prestazioni in Europa.

Grafico comuni egov

Fonte: BEM Research – Grafico classifica performance online comuni italiani

Se l’Italia nel suo complesso risulta essere in netto ritardo nella diffusione dell’e-gov, sia considerando i paesi economicamente avanzati sia quelli meno sviluppati, appare importante individuare alcune best practice, ovvero quelle realtà della PA che meglio fanno nell’utilizzo di Internet ai fini dell’erogazione di servizi utili per i cittadini. Insieme a Mariachiara Marsella abbiamo realizzato per BEM Research, istituto che monitora le prestazioni sul web di istituzioni pubbliche e società private, un’analisi su 20 comuni capoluogo di regione valutando, sulla base di informazioni oggettive, i) la prestazione dei relativi siti web, ii) l’interazione attraverso i social network e iii) la disponibilità e l’utilità dell’applicazioni per dispositivi mobili specifiche per il trasporto pubblico locale.

Dallo studio è emerso che Venezia è il comune con le migliori prestazioni complessive sull’online, seguito da Bari, Bologna, Firenze e Milano (grafico 1). Tra le altre grandi città Roma è settima, Torino ottava e Napoli nona. In fondo alla classifica, ben distanziata dagli altri comuni, appare Campobasso. Nelle ultime posizioni si trovano poi il comune de L’Aquila e Palermo.

Nel complesso i comuni del Nord mostrano le migliori prestazioni sull’online. Non molto distanti si trovano i comuni del Centro, mentre evidenziano un certo ritardo quelli del Mezzogiorno. A fare meglio sono i comuni di media-grande dimensione, che staccano in modo più consistente gli altri comuni (grafico 2). Le maggiori difficoltà si riscontrano nei comuni più piccoli e in quelli nelle zone con altitudine più elevate, dove la morfologia del territorio può rendere più difficile la diffusione delle tecnologie digitali.

e-gov comuni italiani

Fonte: BEM Research – Classificazione per area geografica

Che fare per velocizzare il processo di digitalizzazione della PA, con effetto volano su tutta l’economia? Nel brevissimo termine andrebbero condivise le esperienze di eccellenza che si possono trovare già nel nostro paese. Il principio cardine dovrebbe essere puntare a un e-gov che rispetti requisiti minimi di qualità, il che implica eliminare complicazioni inutili che rendono i servizi telematici di difficile utilizzo.

Per poter agganciare il livello di digitalizzazione che si osserva nel resto d’Europa è comunque necessaria una politica a più ampio respiro. Mutuando le azioni messe in campo in altre realtà europee, bisognerebbe attuare un piano di formazione su larga scala che coinvolga, in primis, i dipendenti pubblici, sfruttando anche l’attuale fase di riorganizzazione prevista dalla cosiddetta riforma Madia. Infine, non si può prescindere da un piano di investimenti in tecnologia. Nello specifico andrebbe attuato un piano di interventi coordinato affinché tutte le amministrazioni, sia centrali che locali, si dotino di infrastrutture hardware e software tra loro compatibili e che quindi facilitino per l’utente il dialogo con la PA.

Twitter @MilaniC