Il successo di Snapchat celebra la vittoria delle emozioni sulle informazioni

scritto da il 06 Novembre 2016

Snapchat, l’unicorno da 20-25 miliardi di dollari, sta scaldando i motori e si prepara a quotarsi nel 2017 sul mercato, consentendo ai due soci fondatori Evan Spiegel (26 anni, altro che sdraiato!, fidanzato con la modella australiana Miranda Kerr) e Bobby Murphy di incassare cifre spaventose. Hanno fatto bene a rifiutare due anni fa l’offerta di Mark Zuckerberg per “soli” 3 miliardi di dollari!

Un tempo per ambire a queste somme bisognava avere un’impresa frutto di generazioni e con migliaia di dipendenti. Oggi Snap Inc. fattura circa 300 milioni di dollari e fino al 2015 aveva meno di 50 dipendenti. Nel 2014 Whatsapp – che allora aveva 55 dipendenti – venne comprata da Facebook per 19 miliardi di dollari.

Snapchat – che ha come logo un fantasmino, un ectoplasma – rappresenta la vittoria dell’effimero e dell’intrattenimento. Sul sito snap.com si legge: “Snap Inc. è una società che si basa sull’utilizzo della fotocamera. Crediamo che reinventare il concetto di fotocamera rappresenti la più grande opportunità per migliorare il modo di vivere e comunicare delle persone. I nostri prodotti permettono alle persone di esprimersi, di vivere il momento, di scoprire il mondo e divertirsi insieme”.

Come è noto i messaggi e le foto, le “storie” su Snapchat si eliminano automaticamente dopo 24 ore. La memoria non è più un valore. Il nuovo deve soppiantare il vecchio, in una baraonda di foto e video che ammazzerebbe un toro.

Gli utenti attivi di Snapchat sono ormai 150 milioni, ogni giorno vengono scambiati 15 miliardi di filmati. La forza di questo social media è l’età dei partecipanti, che vede protagonisti i millennials (nati tra i primi anni ’80 e i primi anni 2000). Oltre il 70% dei suoi utenti ha meno di 35 anni. Un iscritto su due usa Snapchat almeno una volta al giorno e la media è una permanenza di oltre 30 minuti al giorno sulla app. Gli analisti dei dati e gli ingegneri del software – i più richiesti nella pagina “Lavora con noi” – lavorano giorno e notte per segmentare il pubblico e offrire agli inserzionisti pubblicitari campagne con target per età e per interessi.

John Gapper sul Financial Times – Snapchat puts its charm on millennials, 3 novembre 2016 – presume che il libro preferito di Evan Spiegel sia “Il libro del riso e dell’oblio” di Milan Kundera. Infatti “laughter and forgetting are the messaging and photo app’s core appeal”. La combinazione di gusto per l’effimero e la forza di emozioni positive rende Snapchat potentissima.

Se ci pensate, la crisi di Twitter è figlia della civiltà delle immagini; è la vittoria dell’entertainment sul ragionamento e la riflessione, che richiedono la parola scritta. Snapchat vive di immagini, è uno strumento inefficiente per comunicare con un testo. La maggior parte degli user posta foto e video durante la giornata, aggiungendo piccoli commenti o emoticon. Insomma, cazzeggio, non informazione. Idem per Instagram, altro social media controllato da Facebook, che vive di immagini e likes.

Gapper conclude amaramente che siamo costruiti per apprezzare maggiormente l’intrattenimento rispetto alle notizie, le emozioni invece che le informazioni.

In chiusura, vale la pena di citare le osservazioni del premio Nobel per la letteratura Mario Vargas Llosa: “La rivoluzione tecnologica ha messo il giornalismo alla portata di tutti. Ma se il sensazionalismo si rafforza è anche perché nella cultura del nostro tempo l’intrattenimento, il divertimento sono diventate priorità assolute. Il gossip è un fenomeno interessante perché ha assunto le dimensioni di un fatto culturale universale. Si estende a tutti i Paesi, sviluppati o meno. Attrae ogni tipo di pubblico, dalla gente semplice a quella più raffinata. E ha finito per contaminare anche la stampa più autorevole”.