Le novità fiscali di fine anno raccontate alle imprese dal Barone di Münchhausen

scritto da il 21 Dicembre 2016

Da parecchio tempo mi sollecitano un articolo sulle novità fiscali di quella che in origine era la Manovra Renzi. Ho sempre rimandato un po’ perché finché le leggi non vengono approvate il commentatore si appoggia a fragili fondamenta (e anche quando sono approvate manca sempre un decreto attuativo o un regolamento), un po’ perché siamo reduci da un Decreto Semplificazioni così complicato da aver portato alla prima manifestazione di protesta in piazza dei Commercialisti di questo nostro sfortunato Paese.

Non voglio però in questo clima natalizio tediare il lettore con lamentele e accurate descrizioni di normative bizantine ma, novello Barone di Münchhausen, con un po’ di fantasia proporvi ciò che c’è di buono e qualche sfida che, seppur in maniera goffa, il legislatore ci pone. Ed il fatto che a gettarci il guanto sarà, in un tripudio di titoli nobiliari, il Conte Gentiloni in fondo non potrà che far piacere al nostro Barone ed ai più nostalgici tra i nostri lettori.

Un bivio per l’innovazione
Le imprese italiane si trovano davanti ad un bivio: tendere a sopravvivere o modificare se stesse ed il proprio business model provando ad innovare. Tutta la dottrina ci indica da tempo la via:

1. Investire in ricerca e sviluppo;

2. Rinnovare macchinari e software;

3. Puntare sulle startup sia come partner sia come fornitori;

4. Aprirsi al mondo della finanza diventando attrattivi per nuovi investitori, instaurando un nuovo dialogo più aperto e maturo con il sistema bancario fino al non considerare le banche come unico soggetto finanziatore.

Gli imprenditori, in particolar modo i piccoli e medi, si sono sempre lamentati (a ragione) di venir trascurati dalla politica e di non trovare nel sistema fiscale quelle leve necessarie a crescere e a svilupparsi. Lo dico subito, non amo gli incentivi. Avrei preferito una riduzione strutturale delle tasse e veder trasformata parte della spesa corrente in investimenti ed infrastrutture. Sarebbe stato tutto molto più semplice e più efficace. È mancato come sempre purtroppo il coraggio.

Le opportunità offerte dal fisco
La nuova legge di bilancio non fa certo miracoli e sconta meccanismi burocratici faticosi e complessi (al punto da scoraggiare l’utilizzo di molte delle agevolazioni presenti) ma affidandoci ad uno sconsiderato ottimismo ed alla fantasia del Barone di Münchhausen forse possiamo intravedere qualche opportunità, se non concreta quanto meno di prospettiva.

1. Credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo. Esteso fino al 31 dicembre 2020 il periodo in cui possono essere effettuati gli investimenti ammessi al credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo, con l’aumento al 50 per cento della misura dell’agevolazione e l’innalzamento da 5 a 20 milioni di euro dell’importo massimo annuale riconosciuto a ciascun beneficiario;

2. Rinnovare macchinari e software, ovvero industry 4.0.

  • Superammortamento. Prorogato il superammortamento, cioè la maggiorazione del 40 per cento degli ammortamenti. La misura si applica agli investimenti in beni materiali strumentali nuovi. Sono esclusi i veicoli e gli altri mezzi di trasporto a deducibilità parziale perché come ho letto giorni fa su twitter “non si fa innovazione comprandosi l’auto nuova”;
  •  Iperammortamento. Per gli investimenti effettuati in beni materiali strumentali nuovi compresi nell’elenco allegato alla Legge di Bilancio 2017, il costo di acquisizione è maggiorato del 150 per cento. Si tratta di una nuova agevolazione legata all’acquisto di beni che “favoriscono i processi di trasformazione tecnologica e/o digitale in chiave Industria 4.0”. Tale agevolazione consente, inoltre, di beneficiare del super ammortamento al 140 per i software, precedentemente esclusi dall’agevolazione in quanto beni immateriali.
  • Nuova Sabatini. Prorogato di due anni il termine per la concessione dei finanziamenti agevolati alle Pmi per l’acquisto di nuovi macchinari, impianti, beni strumentali e attrezzature da parte delle piccole e medie imprese (cosiddetta “Nuova Sabatini”);

3. Start-up e Pmi innovative. La Manovra contiene misure che rafforzano gli incentivi fiscali per investimenti in start-up e Pmi innovative. La Manovra introduce inoltre una specifica disciplina per il trattamento tributario della cessione delle perdite prodotte nei primi tre esercizi di attività di nuove aziende a favore di società quotate che detengano una partecipazione nell’impresa cessionaria pari almeno al 20 per cento;

4. IRI, ACE ed Equity crowdfunding. Gli utili non distribuiti sconteranno le imposte con un’aliquota agevolata del 24% al fine di incentivare la capitalizzazione delle imprese. Inoltre l’operatività della disciplina dei portali on-line per la raccolta di capitali (equity crowdfunding), attualmente riservata alle start-up innovative e alle Pmi innovative, è estesa alla raccolta di capitale di rischio da parte delle Pmi tradizionali, nonché degli organismi di investimento collettivo del risparmio (Oicr) o altre società che investono prevalentemente in Pmi.

Per completare la panoramica
In una veloce panoramica elenchiamo le numerose altre novità ( o le riaperture di agevolazioni già proposte in anni passati) che citiamo brevemente senza pretesa di esaustività alcuna:

1. Rivalutazione dei beni di impresa, dei terreni e delle partecipazioni

2. Riaperti i termini in tema di assegnazione o cessione di taluni beni ai soci e di estromissione dei beni immobili dal patrimonio dell’impresa da parte dell’imprenditore individuale

3. Rottamazione delle cartelle di Equitalia;

4. Voluntary disclosure – bis;

5. Abrogazione degli studi di settore e soppressione di Equitalia (entrambi i provvedimenti nonostante le apparenze non paiono ad una prima analisi avvantaggiare i contribuenti nonostante le aspettative alimentate da Governo e stampa).

Meglio non affrontare invece il tema dell’introduzione di nuovi adempimenti a carico delle imprese: la comunicazione analitica dei dati delle fatture emesse e ricevute e la comunicazione dei dati delle liquidazioni periodiche Iva. Una semplificazione così complicata da far scendere in piazza i commercialisti a protestare.

Il guanto di sfida del Conte

Ai miei clienti imprenditori dirò che questa volta è importante raccogliere il guanto di sfida. E non importa se le agevolazioni sono insufficienti o di difficile fruizione. Quello che importa è avere un progetto imprenditoriale fatto di innovazione e sviluppo, di curiosità e voglia di confrontarsi con startup serie, in grado di ridefinire il mercato. Un progetto capace di essere attrattivo nei confronti non solo dei clienti, non solo dei talenti ma anche di potenziali investitori. Perché essere una PMI oggi è un limite ma la flessibilità che caratterizza le ridotte dimensioni può diventare una straordinaria opportunità.
La manovra Renzi/Gentiloni basterà? Non lo credo. Non lo credo perché non si sono affrontati i nodi fondamentali legati alla semplificazione ed alla certezza del diritto. Possiamo però lamentarci solo se abbiamo pianificato il futuro senza subirlo passivamente. La sfida non è fiscale ma aziendale.

Quel sottofondo lontano di jazz e bossa nova

E mentre lascio il Barone di Münchhausen alle sue fantasie e ritorno alla realtà, allo sconforto di un apparato burocratico che è capace di scoraggiare chi fa impresa e chi lo assiste, mi capita sottomano così, per caso, un articolo (che vi suggerisco caldamente di leggere) di Diego Piacentini, Commissario Straordinario per l’attuazione dell’Agenda Digitale:

“Abbiamo deciso di seguire un consiglio di João Gilberto, uno dei maestri della bossa nova, che così parlava a un giovane Enrico Rava, durante i suoi anni a New York: “Suona solo le note necessarie. Le altre cerca di non suonarle”. Il buon jazzista sa che suonare implica anche – e a volte soprattutto – suonare di meno, suonare solo ciò che è necessario, sapendosi prendere pause e imparando ad ascoltare gli altri musicisti, perché si crei l’armonia giusta.”
[…] “La nostra parola d’ordine sarà: SEMPLIFICAZIONE, semplificazione e ancora semplificazione.”

E mi abbandono a quel sottofondo lontano di jazz e bossa nova, sognando un legislatore capace di emanare meno leggi (solo quelle necessarie), capace di ascoltare i cittadini perché si crei l’armonia giusta, mentre auguro a voi ed ai vostri cari un buon Natale e felice anno nuovo.

Twitter @commercialista