categoria: Draghi e gnomi
Lo spread, il moral hazard e i cretini che fingono che il 2011 non sia mai esistito
![](https://www.econopoly.ilsole24ore.com/wp-content/uploads/sites/91/authors/econopoly.png)
![](https://www.econopoly.ilsole24ore.com/wp-content/uploads/sites/91/2017/12/Draghi_whatever-e1513109031279.jpg)
Lo spread. Ci avete fatto caso che non se ne sentiva quasi parlare, da un po’? Sparito. Scomparso dai radar. Al massimo se ne leggeva ancora in qualche noioso libro di memorie. A dirlo oggi non sembra possibile che un sostantivo inglese di sei lettere ci abbia ossessionato per molti lunghi mesi, dall’estate 2011 all’approdo di Mario Monti a Palazzo Chigi e oltre. E non si finirà mai di ripetere che se questo è successo il merito va ascritto al celebrato “whatever it takes” di Mario Draghi. In pratica tre paroline che hanno salvato l’Italia dalla bancarotta e l’euro dall’andare in mille pezzi.
Tuttavia, benché non preoccupi come allora, sembra che torni a infiammarsi, lo spread. Del resto, i peggiori incubi non finiscono mai di riaffacciarsi. In Europa ci mettono del loro. Non passa giorno che un’indiscrezione su nuove richieste della Bce alle banche o il dibattito prima di una riunione dell’Eurogruppo non instillino il sospetto che siano ben presenti forze votate a spingere l’Europa verso un cupio dissolvi. Che riporterebbe in auge, ovviamente, l’odiato spread.
Ne ha parlato l’ottimo Thomas Manfredi sulla sua bacheca Facebook. E con una acrobazia ha colto la palla al balzo, ma su Twitter, Alessandro Guerani, per puntualizzare alla sua maniera. Noi di Econopoly mettiamo qui a disposizione i tweet di Guerani, contributor di questo blog fatto dell’apporto di molti autori. Un po’ perché Guerani è pigro (glielo diciamo spesso) e ama scrivere più i tweet che i post. Un po’ perché le sue sollecitazioni sono non di rado interessanti, quando non imperdibili. Buona lettura.
(testo aggiornato il 13 dicembre 2017)