Si può creare sviluppo economico utilizzando la tecnologia blockchain?

scritto da il 03 Marzo 2018

In campagna elettorale abbiamo sicuramente accumulato tanti slogan e promesse (di spesa) generiche di massima, ma quello di cui si è avvertita la mancanza è stato proprio un dibattito informato. Diversi gli argomenti trascurati, ad esempio il tema della lotta alle mafie, come ricordato da Francesco Bruno, oppure il tema della sanità integrativa, l’unica voce sentita è stata del professor Alberto Brambilla. Ma forse il principale tema, che diviene oggi il vero dilemma, è proprio quello relativo allo sviluppo economico del nostro Paese: come garantirci una prosperità durevole?

Milano mostra spesso una certa dinamicità di idee e progetti. Così è stato la scorsa settimana nell’ambito dell’iniziativa “laboratorio Lombardia” lanciata dal Comitato Select Milano presieduto da Bepi Pezzulli, in cui sono emersi diversi spunti ed alcune proposte, in particolare il think tank Smart Institute ha sottolineato l’importante ruolo dell’innovazione tecnologica per garantire un adeguato sviluppo economico.

Anche il ministro Calenda in un recente dibattito pubblico ha evidenziato che il lavoro non si crea per decreto ma con investimenti, e gli investimenti si fanno con le competenze; ecco qui l’importante ruolo dei think tank nell’offrire un’analisi critica delle proposte.

Partiamo appunto dalla teoria economica. Nel 1953 Robert Solow pubblicava il paper rivoluzionario sul suo modello di crescita economica endogena, che gli valse poi il Nobel nell’85. La funzione di crescita, nel modello di Solow, dipende sia dal fattore lavoro sia dal fattore capitale. Tali fattori dipendono dall’innovazione tecnologica che agisce sulla produttività marginale del lavoro e sulla produttività marginale del capitale. La crescita alimenta la domanda di investimenti, sia pubblici che privati, e risulta guidata dall’innovazione tecnologica che supporta e facilita quel processo sociale sottostante che possiamo chiamare “innovazione culturale” necessaria per la formazione di una classe dirigente matura che, chiudendo il cerchio del nostro ragionamento, assicura quella crescita e prosperità tanto auspicata.

Fatta questa premessa, l’indicazione di policy che emerge riguarda l’esigenza di definire una vision strategica di lungo periodo insieme ad alcune azioni concrete da avviare subito.

In Smart Institute abbiamo affrontato tale dibattito focalizzando l’attenzione in primis su Milano e Lombardia, quale laboratorio appunto, con il progetto “Milano Locomotiva” tramite tre gruppi di lavoro coinvolgendo professionisti con competenze diverse e complementari. Sono quattro i principali driver sui quali concentrarsi e riguardano: fisco, giustizia, pubblica amministrazione e mercati finanziari.

L’approccio seguito è stato quello di guardare all’esperienza dell’uso delle tecnologie fatte all’estero per coglierne i vantaggi competitivi e poterli sviluppare prima in un “laboratorio” locale per poi estenderle a tutto il Paese.

Interessante l’esperienza della città di Zug, in Svizzera, che ha creato ed offerto ai propri cittadini un’identità digitale tramite la tecnologia blockchain permettendo di accedere a tutti i servizi cittadini, ad esempio l’invio dei moduli per il pagamento delle tasse locali, o ancora per i servizi della città come il bike sharing.

La vera rivoluzione è rappresentata dalla tecnologia blockchain [1] di cui oramai tutti avranno sentito parlare, Econopoly ha dedicato diversi post a questo tema. Banalmente si tratta di un database formato da blocchi con la caratteristica di essere decentralizzato e distribuito tramite un network. Il suo funzionamento dipende dalla “fiducia” nelle transazioni (rappresentate dai blocchi), la stessa fiducia che è alla base del funzionamento dei sistemi economici moderni.

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La proposta è quella di realizzare una blockchain della Regione Lombardia che potrebbe prevedere una criptovaluta regionale con la quale poter assegnare dei “crediti” a seguito di comportamenti virtuosi dei cittadini, applicando così un approccio di tipo “nudge” reso famoso dall’ultimo premio Nobel per l’economia, Richard Thaler. Gli stessi crediti possono poi essere utilizzati dai cittadini per il pagamento delle imposte locali, realizzando così un’integrazione con il sistema di tassazione locale.

Si pensi ad esempio alla gestione dei rifiuti, in particolare per la raccolta differenziata. Oppure al settore dell’istruzione, dalla gestione delle iscrizioni agli asili nido, certificati e vaccinazioni, fino all’accredito del diploma di laurea, tutto registrato digitalmente, in sicurezza, sulla blockchain regionale.

Ancora, pensiamo alle numerose imprese che lavorano con la pubblica amministrazione, al posto di attendere lunghi mesi per ricevere l’incasso delle fatture con la PA potrebbero optare per l’accredito immediato della criptovaluta regionale ed utilizzare la stessa per il pagamento delle proprie imposte.

In un articolo recentemente pubblicato su Info data veniva messa in risalto la classifica dei Paesi europei con maggiore innovazione digitale. L’Italia risulta al 25esimo posto. Contando che in Europa ci sono 28 Paesi non è molto confortante. In Italia la digitalizzazione della PA è partita, purtroppo solo per 62 comuni su ottomila. Il problema è che la digitalizzazione nel nostro Paese ha rappresentato principalmente la scannerizzazione dei documenti e la convivenza di sistemi diversi che non comunicano tra loro, un problema di legacy che comporta l’incomunicabilità dei sistemi. Questo problema potrebbe essere facilmente risolto con l’adozione di un sistema di information sharing basato sulla tecnologia blockchain, proprio come avviene nella cittadina di Zug.

Dunque come generare sviluppo economico? Iniziamo con il creare un sistema interconnesso, un hub scalabile in cui poter sviluppare servizi innovativi, creando un indotto funzionale alla crescita ed alla prosperità tanto attesa.

Questa è l’era della “cripto-economics”, sfruttiamola subito!

Twitter @pasqualemerella

[1] Il World Economic Forum ha paragonato l’innovazione della blockchain a quello che successe negli anni ’90 con l’avvento di Internet.