Temporary Management, per un approccio integrato all’internazionalizzazione

scritto da il 27 Luglio 2018

L’autore di questo post è Maurizio Quarta, managing partner di Temporary Management & Capital Advisors

Quando si parla di internazionalizzazione, l’impressione è che l’attenzione generale tenda a focalizzarsi soprattutto sul tema dell’export, con l’obiettivo primario di aumentare il numero delle imprese esportatrici, trasformando in abituali quelle che esportano in maniera occasionale e/o hanno un buon potenziale. In realtà, l’export è solo una parte di un approccio integrato. Dietro il concetto di internazionalizzazione si celano infatti processi ben più articolati e complessi: sono almeno tre gli aspetti da considerare:

1. Le PMI hanno bisogno di crescere dal punto di vista delle competenze manageriali per potersi avviare con successo su un percorso di crescita, specie sui mercati internazionali

2. Internazionalizzare significa non solo export

3. Internazionalizzare significa anche operare sui processi di attrazione degli investimenti esteri in Italia.

Un approccio interessante, e mirato a rafforzare managerialmente le PMI nei loro percorsi di sviluppo e crescita, anche internazionali, è il programma Elite di Borsa Italiana/London Stock Exchange Group (LSEG). Ne ha descritto finalità e modalità operative Marta Testi, a capo dei programmi Elite e Elite International, durante il convegno ‘Pmi e internazionalizzazione. Oltre il luoghi comuni’ – organizzato da Promos/Invest in Lombardy in collaborazione con Temporary Management & Capital Advisors e Studio Argento-Bollini-Ravera

Elite è un programma mirato ad accompagnare e sostenere internazionalmente aziende private ad alto tasso di crescita per pianificare e gestire ulteriore sviluppo attraverso la condivisione di conoscenze ed esperienze e l’accesso ad opportunità di finanziamento.
Le aziende selezionate per far parte del programma possono beneficiare dell’esperienza cumulata di LSEG con piccole e medie realtà e delle relazioni con la business community (business leader, imprenditori, accademici, consulenti e advisor, investitori, società di temporary management) che consentono di mettere a loro disposizione una combinazione di formazione, supporto al business, mentoring e accesso a conoscenze manageriali e a capitali. Ad oggi, il programma conta oltre 909 aziende in oltre 30 differenti paesi.

Per evidenziare i benefici che alle PMI possono derivare da un approccio Elite-like, possiamo immaginare che l’efficacia della risposta di una impresa agli stimoli del mercato sia rappresentabile come una curva che cresce sempre più lentamente per poi appiattirsi: l’ impresa innovatrice è quella capace di “saltare” su una nuova curva ad un livello superiore: per farlo è necessario identificare ed introdurre in azienda un elemento avente la missione di traghettare l’ azienda sulla nuova curva, agendo da catalizzatore e stimolatore di tutti i processi afferenti le aree di interesse.

Possiamo in tal senso distinguere tra tre tipologie di impresa in relazione all’approccio internazionale praticato:

§ quelle vecchia maniera, che vedono mercati esteri come mercati di sbocco di tipo addizionale e nulla più (imprese esportatrici)

§ quelle innovatrici che considerano i mercati esteri come fonte di fattori produttivi e quindi come destinatari di investimenti diretti (imprese internazionalizzate)

§ quelle che si trovano a metà del percorso, la maggior parte, che, pur percependo il bisogno di cambiare non sanno come coniugare questo bisogno con i vincoli derivanti dal loro passato.

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Il problema per le aziende “a metà strada” è come immettere nuove capacità che permettano loro di accelerare i tempi di passaggio alla fase della maturità e quindi di aumentare nel tempo l’ efficacia della risposta agli stimoli del mercato saltando su una nuova curva: il temporary management può essere una soluzione ottimale in tal senso.

Oltre alle risorse manageriali, servono risorse finanziarie.

Alessandro Paoli, Head of Unicredit International Center, ha illustrato come un grande gruppo bancario a forte propensione internazionale opera a supporto delle aziende innovative: attraverso un’unità dedicata al supporto delle iniziative cross-border, composta da professional, capaci di operare in diverse lingue e con specifiche conoscenze dei mercati internazionali e che si pone come un single entry point per le aziende, cui viene fornito supporto attraverso un’ampia gamma di prodotti bancari: dall’accensione di un semplice conto corrente “cross border” fino alle più complesse e strutturate soluzioni finanziarie

Adelio Bollini ha posto l’accento sull’importanza di come monitorare le attività intraprese per l’estero, sia nella fase preliminare di preparazione di un business plan in cui le strategie vengono tradotte in dati di mercato, investimenti, spese e obiettivi di ricavi, così da valutare come reperire le adeguate risorse finanziarie a sostegno dello sviluppo; sia nella fase successiva all’investimento effettuato nella struttura estera, utilizzando diversi strumenti, es. adeguati report gestionali, dashboard personalizzati per l’analisi di business intelligence, strumenti di mappatura dei risultati e di supporto per le decisioni direzionali.
Internazionalizzare non è solo export, dicevamo all’inizio.

Diversi provvedimenti legislativi sono stati emanati nel corso degli anni per favorire l’export attraverso lo strumento del temporary management fino al più recente che prevede stanziamenti in forma di voucher per “invogliare” le PMI a utilizzare Temporary Export Manager.
Si tratta di un segnale sicuramente positivo anche nell’ottica di dare un segnale “psicologico” al sistema, pur se la limitata dimensione quantitativa del voucher rischia di ricadere nella filosofia del dare poco a tanti, privilegiando operazioni spot mirate ad un export opportunistico e di brevissimo periodo e ponendo in secondo piano strategie di internazionalizzazione più a lungo termine, che è quello che spesso manca alle aziende italiane. In un’ottica più ampia si potrebbe per il futuro considerare una formula più selettiva che attribuisca voucher molto più alti a meno aziende, ma capaci di presentare un piano di internazionalizzazione concreto e ragionato e che estenda il discorso anche ad altre forme di presenza più diretta sui mercati esteri, ad esempio attribuendo il voucher anche a coloro che utilizzino temporary manager “locali” (quindi stranieri) nei paesi di loro interesse.

Fin qui si è parlato di flussi outbound (dall’Italia verso l’estero): altrettanto importanti sono però i flussi inbound di investimenti esteri sul territorio italiano.

Non sempre a torto, si tende vedere l’Italia come un paese poco attrattivo per gli investimenti esteri, sia per motivi “strutturali” nazionali, sia per l’oggettiva difficoltà per un investitore estero, specie se non di grandi dimensioni, di potersi muovere agevolmente a livello locale. In realtà esistono a livello regionale diverse iniziative volte a favorire e supportare tali investimenti: un caso di successo è quello di Invest in Lombardy (e dell’omologo Invest in Tuscany), che, attraverso la creazione di una rete di partner pubblici e privati, ad esempio nel caso del temporary management, mira non solo ad attrarre investimenti nella regione, ma anche a supportare e facilitare l’operatività degli investitori una volta che si siano insediati.

Invest in Lombardy, operando in stretta collaborazione con Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia, segue e assiste annualmente oltre 150 progetti di investimento esteri sul territorio lombardo, in sinergia con attori locali (Comuni ed altri enti) e attori nazionali (ICE, Mise, Maeci).

Per approfondimenti: www.temporary-management.com

Gruppo LinkedIn: International Interim & Temporary Management