Cannabis terapeutica, ecco quanto impatta sull’economia italiana

scritto da il 01 Febbraio 2019

L’autrice di questo post è Mariachiara Marsella, co-founder e web marketing manager di BEM Research –

Il dibattito sull’apertura ad una maggiore diffusione della cannabis si è recentemente riacceso dopo la proposta avanzata dal Movimento 5 Stelle di liberalizzare l’utilizzo della canapa per finalità ricreative.  La proposta, che però ha trovato l’immediata opposizione da parte dell’altro partito di maggioranza, tende quindi ad ampliare il potenziale perimetro di legalizzazione della cannabis.

A partire dalla fine del 2017 in Italia è diventato possibile curarsi anche attraverso terapie a base di canapa medica. Diverse sono infatti le evidenze scientifiche che individuano nelle infiorescenze di questa pianta molteplici applicazioni in campo farmacologico e terapeutico. Il legislatore italiano ha ritenuto quindi opportuno normare l’ambito di utilizzo della cannabis al fine di consentire a soggetti affetti da determinate patologie, anche gravi, di accedere ad una possibile terapia validata dalle ricerche mediche.

Ad un anno di distanza dalla diffusione della cannabis a scopo terapeutico è possibile fare un primo bilancio sugli effetti indotti dalla riforma. In uno studio condotto da BEM Research per Eusphera, intitolato “Cannabis terapeutica: percezione ed effetti in Italia” interamente disponibile in formato PDF, emerge come il consumatore italiano sia particolarmente interessato alla canapa per finalità mediche.

Guardando alle tendenze di ricerca su Google di termini connessi con “cannabis medica”, come ad esempio cannabis uso terapeutico, marijuana terapeutica, cannabis curativa, erba medica, canapa, ecc., si osserva una forte crescita delle ricerche degli utenti in tutta Europa nel periodo compreso tra il 2011 e il terzo trimestre del 2018 (grafico 1).

L’Italia è il paese che ha visto crescere in modo più intenso l’interesse degli internauti, soprattutto a partire dal 2014, quando è iniziato il dibattito interno sulla possibilità di legalizzare l’uso per finalità terapeutiche. Francia, Germania e Spagna hanno visto aumentare l’interesse verso la cannabis medica, ma con un’intensità di circa la metà rispetto a quella italiana.

Grafico 1. Europa: dinamica delle ricerche sul web relative all’argomento “cannabis medica”
(100 = frequenza ricerche in Italia nel primo trimestre 2011)

grafico1-europa

Note: dati medi trimestrali.
Fonte: elaborazioni BEM Research-Eusphera su dati Google Trends

Per approfondire quale sia la percezione dell’utilità della cannabis terapeutica, il suo utilizzo e i benefici avvertiti, nello studio di BEM Research-Eusphera sono riportate anche le evidenze ottenute da un’indagine demoscopica condotta attraverso Google Consumer Surveys (il sondaggio ha riguardato un campione di 1000 utenti).

Agli intervistati sono stati presentati tre quesiti specifici su cannabis e i trattamenti alternativi rispetto ai farmaci tradizionali. Va evidenziato che la versione originaria del questionario conteneva un riferimento esplicito alla cannabis terapeutica. Su richiesta vincolante di Google Consumer Surveys è stato necessario modificare i quesiti (1). Gli amministratori di Google Consumer Surveys hanno infatti ritenuto che la domanda riguardasse l’utilizzo di droghe, violando in tal modo le linee guida di Google che impediscono di fare domande sull’uso di stupefacenti, sugli orientamenti sessuali e religiosi. Nonostante la nostra argomentazione sul fatto che la cannabis a scopo terapeutico sia del tutto legale in Italia, Google si è comunque rifiutato di procedere con la versione originaria del questionario. Questo approccio evidenzia probabilmente dei preconcetti del gigante di Mountain View.

Grafico 2. Percezione sui benefici della cannabis ad uso terapeutico
(percentuale di rispondenti)

grafico2-percezioneNote: dati ponderati per i pesi campionari. L’eventuale mancata quadratura dipendente dall’arrotondamento.
Fonte: elaborazioni BEM Research-Eusphera su dati Google Consumer Surveys

Questi ipotetici pregiudizi non sembrano invece esistere tra i consumatori italiani. Dalla survey emerge che il 66% dei rispondenti ritiene che l’utilizzo della cannabis comporti dei benefici; solo un terzo circa degli intervistati non ritiene invece che la canapa abbia effetti benefici o non si è formato un’opinione al riguardo (grafico 2).

Per gli intervistati il beneficio maggiore offerto dalla canapa medica è la riduzione di ansia, stress e depressione (37% dei rispondenti), seguito dall’aiuto contro il dolore per malattie gravi (20%), da altri benefici non specificati (8%) e in misura residuale al contrasto nella formazione delle rughe (1%).

Guardando alla ripartizione per sesso, età e area geografica di residenza si riscontrano ulteriori interessanti informazioni circa l’utilità percepita della cannabis medica. Le differenze in termini di genere dei rispondenti sono sufficientemente contenute: la fiducia nei benefici della canapa è leggermente più alta negli uomini (68%), rispetto alle donne (64%).

Dalla classificazione per età dei rispondenti si riscontrano invece delle differenze più marcate. Al diminuire dell’età aumenta la percezione positiva sui benefici della cannabis. I soggetti con età compresa tra 18 e 24 anni sono quelli più fiduciosi (83%), seguono quelli di età tra i 25 e i 34 anni (79%) e tra i 35 e i 44 anni (65%). Al di sotto della media generale è la percezione dei benefici per i soggetti di età compresa tra 45 e 54 anni (57%), tra 55 e 64 anni (55%) e gli ultrasessantacinquenni (52%).

La macroarea geografica dove si riscontra la più alta percezione sui benefici della cannabis medica è il mezzogiorno (71%). Non molto diverso è comunque il giudizio al centro (65%) e al nord (64%).

Analizzando le risposte circa la diffusione dei trattamenti alternativi rispetto ai farmaci tradizionali, si osserva la prevalenza delle erbe terapeutiche, categoria di cui fa parte anche la canapa (2), con il 18%. Segue l’omeopatia con il 17%. Più distanziati altre tipologie di trattamento (7%) e agopuntura (1%). Nel complesso, i trattamenti alternativi sono utilizzati dal 44% degli intervistati, mentre il 56% fa solo uso di farmaci tradizionali.

Nel complesso si può stimare pari al 15% gli utilizzatori in Italia di canapa medica, ovvero circa 5 milioni di residenti.

Ed ecco qual è l’identikit di questi soggetti:

– in prevalenza donne (16,6%; 13,7% gli uomini);

– di età compresa tra i 25 e i 34 anni (22,9%);

– residenti nel mezzogiorno (19,8%);

– con titolo di studio elevato (16,4%; 7,9% per quelli con basso livello di titolo di studio);

– lavoratori autonomi (21,2%), e in secondo luogo medici (19,2%);

– con reddito netto mensile compreso tra i 500 e i 1.500 euro (20,9%).

Lo studio ha anche stimato l’impatto economico dell’utilizzo della canapa medica. Attraverso una domanda del questionario è stato infatti possibile stimare quante giornate lavorative gli utilizzatori di canapa medica hanno potuto “risparmiare”.

Circa il 40% degli intervistati tra quelli che si stimano utilizzare la cannabis terapeutica come principale trattamento alternativo ai farmaci tradizionali ha indicato un miglioramento del benessere fisico/psichico nell’arco di una settimana compreso tra i 60 e 120 minuti. Elevata è anche la quota di chi ha risposto tra le 3 e le 5 ore settimanali (39%), mentre l’11% è la percentuale di coloro che hanno risposto tra 6 e 10 ore e 9% chi ha segnalato un effetto benefico superiore a 10 ore.

Escludendo dall’analisi i soggetti non attivi sul mercato del lavoro, ovvero disoccupati e pensionati, si può stimare tra 5 e 10 milioni circa le ore di lavoro risparmiate in un anno dagli occupati grazie all’effetto benefico percepito a fronte dell’utilizzo di cannabis medica. In termini economici, l’impatto complessivo sull’economia italiana derivante dai benefici connessi con l’utilizzo della cannabis terapeutica è stimabile tra i 5 e i 10 miliardi di euro su base annua. Considerando il bacino di potenziali utilizzatori di canapa medica, ovvero quei soggetti che nel questionario hanno risposto di non curarsi esclusivamente con farmaci tradizionali e di ritenere che la cannabis terapeutica apporti dei benefici, la stima sale tra gli 11 e 23 miliardi di euro.

Twitter @uale75

NOTE

1 – Nella versione originaria delle domande 2 e 3 al posto di “erbe terapeutiche” e di “trattamenti alternativi rispetto ai farmaci tradizionali”, rispettivamente, era stato indicato “cannabis/canapa terapeutica”. 

2 – Secondo un censimento effettuato dalla Scuola Agraria del Parco di Monza sono circa 120 le specie di erbe e piante officinali coltivate in Italia, tra cui le più utilizzate sono menta piperita, lavanda, camomilla, origano, passiflora, melissa, finocchio e salvia.