La crociata contro il contante è un’arma di distrazione di massa?

scritto da il 17 Gennaio 2020

L’autore di questo post è Stefano Capaccioli, dottore commercialista, fondatore di Coinlex, società di consulenza e network di professionisti sulle criptovalute e soluzioni blockchain, nonché presidente di Assob.it – 

Da esperto di FinTech e di criptovalute, sognante un mondo virtuale di transazioni finanziarie senza intermediari, solo l’onestà intellettuale mi costringe a dover continuamente polemizzare in relazione all’attuale tendenza di legiferare sull’uso del contante finalizzato alla lotta all’evasione, sollevando questioni di diritto e di libertà individuali (derivante anche dalla mia formazione personale e professionale.).

L’evasione fiscale e la lotta al contante sono divenuti temi da guerra di religione, e congiuntamente ad altri scontri ideologici in politica, sta passando il letale messaggio che il rispetto della legalità e delle norme possa debba avvenire tramite l’azzeramento dei diritti e delle libertà individuali, una tendenza al livellamento verso il basso dell’autonomia dell’individuo costituzionalmente protetta.

Per fare un esempio, in breve, l’abolizione dell’istituto della prescrizione viene proposto quale soluzione per garantire giustizia, dimenticandosi che sia la CEDU sia la Costituzione italiana indichino quale diritto il tema della ragionevole durata del processo. In particolare l’art. 111, comma 2, Cost. secondo cui la «La legge […] assicura la ragionevole durata [del processo]» e l’art. 6, par. 1, Cedu in base al quale «Ogni persona ha diritto ad un’equa e pubblica udienza entro un termine ragionevole, davanti ad un Tribunale indipendente e imparziale costituito per legge».

Essendo i termini di prescrizione superiori ai termini della ragionevole durata del processo, incidere sulla prescrizione e non sull’accelerazione dei tempi del processo costituisce l’azione sbagliata per affrontare la questione, dato che si elimina il presidio a soluzione del problema (irragionevole durata del processo), piuttosto che risolverne le cause.

Questa stessa strategia è utilizzata per il denaro contante, ove la battaglia viene effettuata sulla base di una non meglio precisata idea di una società orwelliana, ove tutto e tracciato, l’evasione sparisce e tutto si “sistema”.

Per fare un ulteriore parallelo, ipotizziamo che ogni parola pubblicata su Facebook venga filtrata da un’apposita commissione che ne approva o meno la pubblicazione; in tale maniera sparirebbero i reati di diffamazione, di ingiuria e di hate speech: ma è un mondo in cui vorremmo vivere?

Nel corso del 2020 lo Stato italiano, in ossequio ad una presunta (ed indimostrata) correlazione tra utilizzo del contante ed evasione fiscale, introdurrà l’obbligo di tracciamento dei pagamenti per beneficiare delle detrazioni fiscali e ridurrà il limite di utilizzo da 3.000 a 2.000 euro per poi scendere ad ulteriore 1.000 nel 2021, norme tanto liberticide quanto largamente inutili ed illegittime.

Analizziamo le due nuove norme.

La legge di Bilancio 2020 (art. 1, commi 679 e 680) introduce il principio che le detrazioni spettino a condizione che il costo sia sostenuto tramite versamento bancario o postale ovvero mediante altri sistemi di pagamento tracciabili, quindi, per tradurre in maniera semplice, che lo stesso non venga pagato per contanti.

Pur sfuggendo le ragioni logiche (quelle ideologiche sono chiare) sottostanti ad una tale limitazione, i dati prevedono maggiori entrate per 868,0 milioni nel 2021 e 496,0 nel 2022. Tali scenari impongono una riflessione, dato che le ipotesi che possono generare maggiori entrate sono due:

1. Le entrate aumentano dato che i soggetti che erogano tali prestazioni sono costretti ad emettere il documento giustificativo fiscale (fattura o scontrino), vista la tracciabilità del pagamento e quindi aumenta la base imponibile per maggiore compliance.

2. Le entrate aumentano dato che attraverso la ricostruzione della capacità di spesa dei contribuenti, si migliorano i controlli e quindi aumenta la base accertata

Pur tuttavia, nella prima ipotesi, ci si dimentica che il contribuente, per beneficiare delle detrazioni dovrà presentare, ad oggi comunque, il documento giustificativo della spesa fiscale e si tratterebbe, quindi, un obbligo privo di qualsivoglia logica, dato che raggiunge un obiettivo già raggiunto!

Nella seconda ipotesi, già i dati sono indicati in dichiarazioni dei redditi e quindi nessuna informazione aggiuntiva.

La nuova normativa, quindi, pare non aver alcun senso , ma a questo punto, pur nel presupposto che a pensare male si fa peccato… viene il dubbio che tale legge sottintenda un indicibile effetto (in)desiderato: rendere più difficile beneficiare delle detrazione tributarie, e quindi diminuire le richieste di detrazione (aumentando il gettito sulla pelle dei contribuenti)!

Ecco la provenienza delle maggiori entrate!

L’ulteriore azione consiste nell’abbassamento delle soglie di utilizzo del contante.

Sul sito della Banca Centrale Europea è apparsa una Opinione del 13.12.2019 con la quale viene fortemente criticata la limitazione sia da un punto di vista tecnico sia da un punto di vista di tenuta giuridica.

La crociata sul contante si dimostra quindi quello che è: un’arma di distrazione di massa per accalappia citrulli convinti che l’ingerenza statale sull’economia e l’occhio di Sauron sulle transazioni finanziarie possano risolvere i problemi.

Leggendo l’Opinione della Banca Centrale Europea traspaiono principi di democrazia evoluta che in questo paese appaiono miraggi: proporzionalità, efficacia e rispetto degli impegni che il nostro paese ha assunto con la firma dei Trattati.

In particolare, in tale Opinione si ricorda, come:

a) il Regolamento (CE) n. 974/98, istitutivo dell’Euro, indichi come “le eventuali limitazioni di pagamento in banconote o monete metalliche, decise dagli Stati membri per motivi d’interesse pubblico, non sono incompatibili con il corso legale delle banconote e delle monete metalliche in euro, a condizione che esistano altri mezzi legali di estinzione dei debiti pecuniari”

b) la Raccomandazione della Commissione n. 2010/191/UE del 22 marzo 2010 (a cui ha partecipato anche il rappresentante del Ministero delle Finanze e di Banca d’Italia) sottolinea come “L’accettazione delle banconote e monete in euro come mezzo di pagamento deve costituire la norma nelle operazioni al dettaglio. Un rifiuto è possibile solo se motivato dal principio di buona fede, (per esempio il dettagliante non è in grado di dare il resto).”

c) L’unica “limitazione” prevista nella Direttiva Antiriciclaggio (UE) 2015/849 è relativa ai soggetti che commerciano beni, non altrimenti soggetti obbligati, che devono essere comunque classificati come soggetti obbligati secondo la direttiva stessa e applichino misure di adeguata verifica della clientela, soltanto nei casi in cui effettuino o accettino pagamenti in contanti di importo pari o superiore a 10.000 euro.

Ora, sulla base di questa ubriacatura di principi e di Trattati, l’italica limitazione all’utilizzo del contante si trova anche senza alcuna copertura giuridica nella normativa antiriciclaggio europea (e anche nella conseguente legge delega che difetta di tale attribuzione).

Tali azioni legislative appaiono pertanto inutili, illegittime, ideologiche e inadatte per ridurre l’uso del contante. Tale obiettivo potrebbe essere perseguito attraverso sistemi di incentivi e di contrappesi, nel rispetto delle libertà e dei diritti, seguendo principi di proporzionalità e di necessità basati sulle attitudini ai pagamenti e alla diffusione tecnologica. Ad esempio, basterebbe partire dalla Relazione al Parlamento Europeo e al Consiglio sulle restrizioni ai pagamenti in contanti della Commissione Europea (2018) che rimanda ad uno Studio del Centre for European Policy Studies – Ecorys sul contante.

Ma in Italia, no.

Perseveriamo, non ascoltiamo e riteniamo che solo la delega forzosa al sistema bancario e parabancario della gestione finanziaria sia la panacea di tutti i mali, imposta a suon di sanzioni, ascoltando gli anti-vaccinisti della lotta contante.

Noi seguiamo le emozioni, la legislazione di urgenza, le retate a strascico indiscriminate, il principio ancora diffuso dalla Crociata contro gli Albigesi, nel XIII secolo: Arnaud Amaury, incaricato da Innocenzo III di reprimere l’eresia catara, durante l’assedio di Beziers, per distinguere i cattolici dagli eretici, ordinò il genocidio indiscriminato: “Uccideteli tutti! Dio riconoscerà i suoi“.
Quindi accertateli tutti, gli innocenti dimostreranno di esserlo (se ci riescono)!

Twitter @s_capaccioli

PER APPROFONDIRE:

Il contante è lo sterco del Diavolo! Ma è davvero così? 

Lotta al contante per diminuire l’evasione: è una strada percorribile?

La verità, vi prego, sull’evasione fiscale!)