Tra Cina e Russia: soft power, donazioni, paranoie e real politik

scritto da il 02 Aprile 2020

Il tema delle donazioni, aiuti, vendite di prodotti sanitari dalla Cina/Russia verso l’Europa ha raggiunto un livello di bolla mediatica, con tesi più o meno fantasiose (al limite del complottismo), che necessitano una serie di chiarimenti. Partiamo dalle cose semplici

L’interesse nazionale

Ogni nazione ha una sua agenda d’interessi: ogni politico eletto fa gli interessi dei suoi elettori-cittadini che gli pagano lo stipendio. Traduco: Trump fa gli interessi degli americani, Macron dei francesi, Merkel dei tedeschi, Xi Jinping dei cinesi, Conte degli italiani. All’interesse nazionale si aggiunge quel tipo di umanità che, se una persona collassa di fronte, voi gli prestate soccorso. Gli stati, che considero forme di vita aggregate (composte da milioni di cittadini-umani), hanno umanità, e possono agire guidati da essa. Quindi per riassumere uno stato agisce sulla base di 3 ragioni: per interesse nazionale, per “umanità” o perché un altro stato lo comanda (ci arrivo dopo).

Doni cinesi o cavalli di Troia?

La Cina è stata la prima nazione ad attivarsi per aiutarci. Le donazioni cinesi non risolveranno la crisi italiana, ma ogni aiuto è di gran valore se sei messo male: noi lo siamo. Agli aiuti gratis seguiranno altri materiali regolarmente venduti. La “teoria atlantista” suggerisce che questi doni siano una strategia (testate come il Fatto Quotidiano parlano di semplice “real politik”). Lo scopo di questo piano, si legge tra le righe delle analisi, sarebbe indurre i politici italiani a sottometterci alla Cina concedendole tutto. Aziende, porti, diritti commerciali e quant’altro la Cina vuole da noi (mia riflessione basata sulle analisi atlantiste di cui sopra).

Cavalli di Troia di altri ne abbiamo?

Ovviamente lo stato cinese è stato imitato, nei suoi piani di contagio psicologico delle masse, da altri stati malevoli: la Russia di Putin che ci manda aiuti (Putin è ex Kgb e comunista), i cubani (ex comunisti ancora più cattivi, ricordate la crisi dei missili), gli indiani (cattivissimi, l’ho visto nel famoso documentario americano “Indiana Jones e il tempio maledetto”). Queste donazioni vedono un contro-altare (in ritardo di 3 settimane, ma meglio tardi che mai) dei nostri alleati storici. La UE che, dopo aver ricevuto materiali dalla Cina, li gira a noi (cioè fa da mediatore?). Persino i nostri alleati Cechi, dopo aver sequestrato beni diretti a noi (ma per sbaglio, si intende) han deciso, bontà loro, di mandarceli. Ovviamente mentre i doni dall’est (Cina, Russia, India) sono avanguardie di futuri ricatti psicologici e morali al nostro governo, quelli dall’occidente sono la manna dal cielo. Seguendo la logica degli interessi di stato ci son solo 2 ragioni per cui abbiamo ricevuto tutti questi doni: umanità o interesse nazionale. E allora vediamoli questi interessi.

Chi ha interesse per l’Italia

Alla Cina interessiamo perché siamo un porto naturale. I cinesi hanno interessi a espandere progetti con noi: il recente progetto Tridente caldeggiato da Bombassei di Fondazione Italia-Cina (alle spalle oltre 200 delle principali aziende italiane) è solo l’ultimo esempio. Il tutto all’interno della OBOR di cui il governo Lega-M5S han firmato il  Mou (scelta osteggiata da Usa e “alleati” europei). I Russi han interesse a noi: per la vendita di prodotti energetici, i gasdotti e oleodotti che li vedono competere con gli americani. Gli USA hanno uno storico interesse per noi dai tempi della guerra fredda. Da non dimenticare il Freedom gas che Trump vuole vendere a tutta l’Europa, Italia in testa, per soppiantare la dipendenza dal gas Russo.

Ma gli europei sono agnellini?

Nello storytelling delle donazioni dai paesi dell’Est rientra anche la visione che loro hanno istinti predatori e noi (italiani ed europei) siamo le prede. Noi europei abbiamo esportato democrazia, pace e libertà in tutto il mondo. Basta chiedere ai nativi americani (i pochi sopravvissuti). Oppure agli africani: una per tutte non i belgi (1900) e la loro passione per tagliare mani e piedi dei bambini africani.4

Oppure agli indiani: proteste del sale, crisi agricole e milioni di morti grazie al democratico Commonwealth inglese. 5

Oppure agli stessi cinesi: guerra dell’Oppio, sempre grazie agli Inglesi.schermata-2020-03-25-alle-17-45-37

fonte: https://www.britishempire.co.uk/media/foreigncartoons/foreigncartoon2.htm

Oggi noi europei siamo pacifici, ma ci piace esportare merce. Caso vuole che uno dei maggiori partner commerciali dell’Italia e dell’EU sia proprio la Cina. 1Tra l’altro un deficit commerciale che si è ridotto quest’anno (rispetto all’anno precedente).2Vogliamo inimicarci un’altra fonte di entrate?

E qui arriviamo al 3° caso dei tre: quando uno stato sovrano obbedisce agli ordini di un altro stato o coalizione di stati. I cinesi (e altre nazioni dell’est) ci inviano aiuti e ci vendono materiale (quello che altri stati europei ci negano o danno con il conta-gocce) e noi italiani vogliamo veramente criticarli? Lo facciamo per una nostra scelta indipendente o perché qualcuno ce lo “suggerisce”? Vediamo come i “suggerimenti” del “politicamente corretto” han portato benefici, negli anni recenti, a tutte le nostre imprese di ogni dimensione. Due casi per tutti. I Russi sono cattivi, quindi teniamoli lontani. Perdite stimate nel commercio Italia Russia 10 miliardi (fonte Agi). Gli iraniani son cattivissimi: altre perdite per 15 miliardi (fonte Formiche). Chi sarà il prossimo partner commerciale a cui dovremo dire di no? La Cina?

Ma i nostri “alleati” son tutti bravi?

Nello storytelling contro la Cina non possono mancare: gli abusi dei diritti umani, i campi di educazione dei cittadini dello Xinjiang. Non si dimentichi che la Cina ha fatto esplodere il Coronavirus gestendolo male. Lodevole l’analisi della rivista americana  Foreing Policy che mappa le aziende Americane che operano con i cinesi. Come dire si critica la Cina e poi ci si lavora? E i nostri alleati? Magari, dico magari, non dimentichiamo che le ultime 3 crisi mondiali le han generate gli americani: 1987, 2001, 2008-10. Gli USA potevano contenere le ultime tre crisi finanziarie o prevederle? Solo citando l’ultima crisi (2008) basta vedere  il film “La grande scommessa” o la semplice lettura del Dry Baltic Index.3

Si può capire come le cose fossero fuori controllo (grazie anche all’ignoranza del governo Usa). Non dimentichiamoci di altri partner commerciali come il medio oriente: dal Qatar (che ha investito molto in Italia) dove si usano gli schiavi per costruire gli stadi, alla Arabia saudita che tortura gli Yemeniti  e li bombarda allegramente (grazie a bombe made in Sardegna!). Come dire all’est tutti cattivi ma in occidente tutti santi?

Dopo il Coronavirus chi metterà soldi in Italia?

Quando la quarantena sarà finita da dove arriveranno i soldi per il supposto “Piano Marshall 2021”? Buttiamo lì qualche ipotesi.

Dalla UE? Ci spero ma ne dubito. Ad oggi (28 marzo) i ricchi paesi del nord (Germania e Olanda in testa) han chiarito che i corona-bond non li vogliono: dividere il debito (alias mettere i soldi) per supportare le “cicale del sud”. Ultima chicca, giusto per dare l’esempio, il ministro delle finanze Olandesi che chiede un inchiesta sui paesi come Spagna e Italia sul perché han conti cosi messi male. schermata-2020-03-26-alle-19-42-15

Foto: “no”e “si” aggiunti da me quali stati primari han votato No ai coronabond tra i principali contributori netti (noi italiani siamo i 3°)

 

Dalla UE tramite SME (fondo salva stati)? Sarà improbabile senza che l’Italia si sottometta a un trattamento lacrime e sangue (stile Grecia).

La Bce? Speriamo. Sappiate che dietro l’elegante Lagarde ci stanno i tedeschi come Weidmann che si taglierebbero un braccio piuttosto di supportare un QE della BCE prolungato nel tempo.

Dall’Fmi? Non è esattamente una banca mondiale, difficile pensare che ci metta soldi. Tra l’altro il trattamento FMI è sangue e lacrime (Argentina qualcuno ricorda?). Ma potrebbe partecipare a un trio già famoso…

La Troika (Fmi, BCE e Commissione europea)? Perché no: la cura della Troika è stata un tocca-sano per i greci. Quando la Germania partecipò al salvataggio della Grecia alcuni dei suoi politici, suggerirono addirittura di avere in cambio le isole greche.

Fondi sovrani di paesi altamente democratici come i medio orientali? Han già rimpatriato i loro soldi, e han paura con il petrolio così basso (in crollo sotto a 20 dollari barile?)

Restano gli stati dell’Est: Russi e Cinesi. Sono due realtà che hanno soldi e interessi che l’Italia e l’Europa si riprendano al volo. Certo, se stiamo denigrarli tutto il tempo potrebbero essere meno inclini a investire quando avremo bisogno.

Mi piace pensare che in un momento di crisi come questo gli italiani, le imprese e i politici, sappiano fare fronte unito e possano far capire al mondo che l’Italia è aperta ad aiuti (non regali, non siamo pezzenti). Ma vorrei anche che chi ci aiuterà comprenda che gli italiani non sono 60 milioni di Coolie, di Montagnard o di Cosacchi bianchi…. usa e getta.

Mi piace pensarlo, spero che i fatti mi diano ragione.

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