Click day, un problema che va ben oltre la questione dei 600 euro

scritto da il 18 Aprile 2020

Post di Luisa Scarcella, PhD Candidate, Dipartimento di Diritto Tributario e Fiscale, Università di Graz. Coordinatrice del Finance, Law and Economics Working Group YSI/INET – 

Recentemente, il possibile impiego del click day per la distribuzione del bonus di 600 euro ai lavoratori autonomi (proposta a cui fortunatamente non si è dato seguito) ha sollevato pesanti critiche da più parti. Critiche che non possono che essere totalmente condivise, dato che il ricorso al click-day suscita forti dubbi di incostituzionalità. La sproporzione tra risorse disponibili e l’elevato numero di domande che verrebbero presentate, renderebbero infatti la selezione puramente casuale, esaurendosi in un arco di tempo brevissimo e dipendendo unicamente dalla potenza delle apparecchiature informatiche impiegate dai richiedenti stessi o dai professionisti che li assistono nella compilazione e invio delle domande. Tale meccanismo avrebbe dunque comportato un’irragionevole disparità di trattamento tra gli aventi diritto a questa forma di sostegno. Proprio loro che sotto il profilo economico risultano essere tra i più colpiti dalla tragedia del COVID-19.

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Non è però la prima volta che un click day viene adottato in tempo di crisi. Nel 2009, in piena crisi finanziaria, si era già fatto ricorso all’utilizzo di un tale meccanismo nell’ambito del riconoscimento di crediti d’imposta per ricerca e sviluppo. Su questo caso, anche la Corte di Cassazione, pur sostenendo di non potersi ritenere irrazionale il criterio selettivo prior in tempore potior in iure, aveva puntualmente sollevato dubbi di incostituzionalità con riferimento al click day. Secondo gli Ermellini, la selezione si sarebbe infatti puramente basata sulla «potenza e sofisticatezza delle apparecchiature informatiche, di cui dispongono i singoli contribuenti o i professionisti che li assistono» e il risultato della procedura sarebbe stato completamente scollegato dal merito delle ragioni di credito e dalla solerzia nel loro esercizio.

Eppure, il sistema del click day, talmente competitivo da sembrare una lotteria, nel corso degli anni è entrato in gioco sempre più spesso come “efficiente” meccanismo per l’erogazione di finanziamenti pubblici volti alla creazione e al sostegno del tessuto imprenditoriale italiano.

Ad esempio, il click day è utilizzato da anni nell’ambito del bando annuale Isi dell’INAIL che permette alle imprese di ottenere un finanziamento a fondo perduto da utilizzare per la messa in sicurezza dell’ambiente di lavoro e dei propri lavoratori. Una volta presentata la domanda, le aziende ricevono un codice e per poter risultare vincitrici, il giorno prefissato a una data ora dovranno cercare di essere le prime a cliccare. È incredibile come queste dinamiche per l’attribuzione di finanziamenti pubblici abbiano addirittura portato alla creazione di siti web che offrono alle aziende corsi per “velocizzarsi” nel cliccare o la possibilità di avvalersi di “cliccatori” a pagamento. Il lato tragico della vicenda è che finanziamenti finalizzati alla messa in sicurezza delle aziende non vengano unicamente attribuiti sulla base di criteri di necessità o premiali del progetto ma che sulla graduatoria incida pesantemente il fattore del chi primo arriva, primo alloggia. Purtroppo, il drammatico dubbio è che chi arrivi primo sia unicamente colui che abbia le infrastrutture migliori, o che possa contare sul consulente con la connessione WiFi più veloce o che decida di avvalersi a pagamento di un “cliccatore”.

Il click day è stato recentemente utilizzato anche dalla Regione Veneto per l’erogazione di due milioni e 650 mila euro per contributi a fondo perduto da destinare all’imprenditoria giovanile. In una delle Regioni che ha fatto della sua ripresa economica post-crisi un vanto, pare dunque che avere un’idea innovativa non sia criterio sufficiente al fine di assicurarsi la vittoria. Al giovane aspirante imprenditore non basterà avere un’idea imprenditoriale valida e competitiva, egli verrà premiato solo se dimostrerà di avere anche l’indice, il mouse e la connessione più veloce del Nord Est.

Ovviamente, al momento sono ben altre le priorità per i cittadini e il Governo. Rimane però l’auspicio che in questi giorni bui si possa guardare ai problemi strutturali del sistema economico Italia da una prospettiva diversa. Uno Stato democratico e innovatore che lavora in sinergia con il mondo imprenditoriale, non può permettersi di essere un Paese che premia imprenditori o che assicura misure di welfare sulla base del click più veloce. Una volta sopravvissuti a questa pandemia, sarà necessario rimettere in moto l’economia italiana. Vi sarà più che mai bisogno di un ponderato dispiego delle risorse pubbliche che sia volano per iniziative d’impresa innovative e che sia in grado di sostenere le imprese in difficoltà e di valorizzare il tessuto economico produttivo. Le decisioni sull’attribuzione di risorse pubbliche a ciò destinate non possono e non devono essere demandate ad un iniquo e veloce click.

Twitter @luisa_scarcella