Decreto Rilancio, sette cose che proprio non vanno

scritto da il 21 Maggio 2020

L’autore del post è Stefano Capaccioli, dottore commercialista, fondatore di Coinlex, società di consulenza e network di professionisti sulle criptovalute e soluzioni blockchain, nonché presidente di Assob.it –

Dopo venti giorni di travaglio, faticoso e doloroso, con schiere infinite di funzionari e straordinari burocrati che hanno lavorato alacremente 24 ore al giorno, ha visto la luce il decreto aprile, denominato Rilancio.

Sforzi straordinari, incensati dal Governo e dagli scroscianti applausi della claque di Stato, nonché da qualche lacrima di qualche ministro, hanno visto la loro realizzazione in questo capolavoro di tecnica e di diritto di 252 pagine e di 266 articoli.

Fino a che se ne parla, va tutto bene: l’impatto con la realtà impone di rendersi conto di tanti aspetti: un accozzaglia di norme, normette, prebende, violazioni, scorrettezze che reclamano vendetta.

Andiamo per ordine, anche se ordine in tutto quello che è stato pubblicato non ve ne è.

PUBBLICAZIONE
Il decreto legge 34 del 19.05.2020 entra in vigore lo stesso giorno della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, avvenuta con S.O. n. 21/L del 19.05.2020, ma fino alle 2 del 20.05.2020 nel sito della Gazzetta Ufficiale non c’era!

Quindi i sudditi devono sottostare alle norme che non hanno potuto conoscere se non il giorno dopo: inaccettabile!

A ben guardare, questa violazione serve (tra l’altro) a coprire il fatto che il 18.05.2020 terminava il divieto di licenziamento per giustificato motivo oggettivo che l’articolo l’art. 46 del DL 23 del 17 marzo 2020 (Cura Italia) sospendeva per sessanta giorni e con la pubblicazione del 19.05.2020 si estende tale divieto (art. 80) per cinque mesi (peraltro senza la certezza della copertura della cassa integrazione)!

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CONTRIBUTO A FONDO PERDUTO
All’art. 25 viene stabilito un contributo a fondo perduto per i soggetti esercenti attività di impresa e di lavoro autonomo (senza avere la benché minima idea che con questo termine si intendono i professionisti) e di reddito agrario colpiti dall’epidemia, escludendo i professionisti iscritti a casse di previdenza private (quindi tutti gli iscritti agli Albi Professionali), senza alcuna motivazione né spiegazione, ne prevedendo alcuna sovvenzione (cone per i professionisti iscritti alla gestione separata) generando una categoria di figli di un Dio minore ed addirittura privilegiando chi svolge attività riservate in maniera “abusiva” (vedi ex multis Cass. n. 12282/2020).

È preferibile stendere un pietoso velo sul commento tecnico dato che viene assunto come elemento il fatturato (e non volume di affari), elemento che in alcuni casi nulla ha a che vedere con l’attività economica (la cessione di un bene strumentale/immobile rientra nel fatturato ma non nel volume di affari).

APP DI SCAMBIO
L’art. 38 prevede il rafforzamento dell’eco sistema delle start up innovative, intervento sicuramente lodevole, anche se appare molto contenuto: purtuttavia al comma 12 prevede la creazione di un fondo denominato “First Playable Fund” con dotazione di euro 4 milioni finalizzato a sostenere le fasi di concezione e pre-produzione dei video-games necessarie alla realizzazione di prototipi con contributo a fondo perduto del 50% delle spese ammissibili per ogni singolo prototipo nel limite massimo di euro 200.000.

Viene da trasecolare, ma sovviene un dubbio: si investe perché si pensa di tornare al lockdown totale con panem et video-circenses (e lo scenario atterrisce) o è un subdolo modo per ristorare coloro che hanno proposto e sviluppato gratuitamente le app di contact tracing? Obiettivamente se fosse vera questa ipotesi costituirebbe un meschino modo di ristorare chi si è proposto e sarebbe stato preferibile pagarli direttamente!

INPS e INAIL
Il decreto prevede stanziamenti straordinari per 68 e 45 milioni di euro per consentire lo sviluppo dei servizi finalizzati all’erogazione delle prestazioni destinate a contenere gli effetti negativi sul reddito dei lavoratori: orbene, con l’epic fail del sito, il personale non impegnato in controlli e verifiche, tali somme appaiono abnormi e fuori luogo.

AVVISI BONARI: SI PREMIANO SEMPRE I FURBI
L’art. 144 rimette in termini per i versamenti dovuti per avvisi bonari e controlli formali scaduti tra l’8 marzo 2020 e il 18 maggio 2020, ritenendoli tempestivi se versati entro il 16 settembre 2020, premiando chi non ha versato, con l’ennesimo condono e sanatoria per chi le norme non le ha rispettate, senza neanche richiedere interessi simbolici, incitando ancora di più alla disobbedienza tributaria, tanto arriva sempre una regolarizzazione.

ALITALIA
Art. 202: stanziamento di 3,350 miliardi di euro. Non penso che debbano essere aggiunte altre parole e viene da fare il tifo per olandesi, tedeschi e scandinavi che ci commissarino, che arrivi la troika, il default perché non è possibile gettare in questa fase ulteriori soldi in questo buco nero di Stato.

DECRETI ATTUATIVI
Per ora ne sono stati contati 98, necessari per rendere attive tutte le procedure, senza poi contare le Circolari, Risoluzioni e provvedimenti Regionali per implementare i 266 articoli.

CONCLUSIONI
“Se pensa di poter fare di meglio, ne terremo conto alla prossima emergenza” è una risposta del premier data ad un giornalista che esponeva critiche. Dopo aver letto il decreto Rilancio è possibile affermare che è difficile poter fare di peggio! La propaganda è finita, andate in pace.

Twitter @s_capaccioli