Che cos’è la finanza sostenibile e perché sta prendendo il largo

scritto da il 23 Giugno 2020

L’autrice di questo post è Alessia Di Noto, laureata in Finanza Quantitativa all’Università degli Studi di Verona, adesso Analyst nella società di consulenza Deloitte – 

Il profondo mutamento del ruolo della finanza nei sistemi economici ha già cambiato in modo radicale la vita delle persone. L’industria finanziaria ha raggiunto dimensioni tali da poter condizionare ogni momento della nostra vita. A conferma di questo, si stanno affermando una serie di strumenti rivolti specificatamente all’analisi delle responsabilità degli investimenti che permettono di contrastare i fenomeni più gravi di irresponsabilità (speculazione incontrollata, eccessiva propensione al rischio, corruzione o altre pratiche distorsive).

Si parla dunque di Finanza sostenibile.

Con questo termine, si intende l’applicazione del concetto di sviluppo sostenibile all’attività finanziaria, con l’obiettivo di creare valore nel lungo periodo.

Il connubio tra finanza e sostenibilità che si è venuto a creare è molto forte e sembra che stia funzionando: le aziende che devono raccogliere capitale sul mercato oggi sempre di più sono misurate dagli investitori per il modo in cui si confrontano con queste tematiche, che riguardano l’ambiente e l’aspetto sociale.

La “sostenibilità”, dunque, è un concetto acquisito, non più ignorabile.

Negli ultimi anni il mercato della finanza sostenibile sta registrando una crescita significativa a livello mondiale, europeo e italiano: crescono le masse gestite secondo strategie di investimento sostenibile e responsabile e cresce il numero di operatori che integrano i criteri ESG, acronimo che sta per Environmental, Social, Governance utilizzato in ambito economico/finanziario per indicare tutte quelle attività legate all’investimento responsabile (IR) che perseguono gli obiettivi tipici della gestione finanziaria tenendo in considerazione aspetti di natura ambientale, sociale e di governance.

Gli investimenti sostenibili e responsabili “SRI – Sustainable and Responsible Investment” si stanno gradualmente affermando a livello mondiale, grazie alle molteplici opportunità offerte a investitori istituzionali e retail.

Gli SRI mirano a creare valore per l’investitore e per la società nel suo complesso attraverso una strategia di investimento orientata al medio-lungo periodo che integra l’analisi finanziaria con quella ambientale, sociale e di buon governo.

Si fondano su tre punti-chiave:

1. obiettivo di generare rendimento per l’investitore;

2. orientamento al medio-lungo periodo;

3. integrazione dei criteri ESG nella selezione dei titoli.

Secondo i dati della Global Sustainable Investment Alliance, all’inizio del 2018 i capitali investiti a livello globale secondo le strategie SRI ammontano a 30,7 mila miliardi di dollari. La crescita degli investimenti sostenibili e responsabili è stata del 34% in due anni (contro il 25,2% nel biennio precedente). La maggioranza degli investimenti si concentra in Europa, che rappresenta il 46% del mercato SRI globale. Seguono gli USA con il 39%.

Questi dati ci comunicano che sarà cruciale fornire ai mercati maggiori informazioni sulle implicazioni finanziarie dei rischi climatici basate su dati ed evidenze scientifiche; in tale ottica, è importante definire la rilevanza dei criteri ESG non soltanto in termini di rischio, ma anche di opportunità.

Un ruolo centrale nel guidare e orientare gli investitori verso i prodotti SRI viene riconosciuto alla consulenza.

Un tema chiave è l’adeguata formazione del consulente finanziario, assicurativo e previdenziale in modo tale da guidare i clienti che non manifestano grande conoscenza o sensibilità ESG e che intendono svilupparle con l’aiuto di un “professionista”.

Questa evoluzione del mercato permetterà agli “addetti ai lavori” di sapersi reinventare e riuscire ad approcciare le tematiche della Finanza Sostenibile con grande proattività.

Twitter @AlessiaDiNoto