Dieci mosse per allontanare lo spettro del lockdown

scritto da il 16 Ottobre 2020

Lo spettro del lockdown si aggira per l’Italia e per l’Europa. Ancora una volta il dilemma è tra tutela della salute e tutela dell’economia, già messa a dura prova dalla prima ondata.
Ci sono delle azioni che si possono fare subito per provare a frenare una curva esponenziale e cercare di prevenire ora i danni all’economia che potremmo ritrovarci di nuovo a contare dopo?
Secondo me sì. Con una serie di misure che in un paio di settimane potrebbero essere realizzate, avendo un ampio mandato a farle e – soprattutto – la volontà politica.

1. Portare il numero dei tamponi effettuati a 400mila al giorno, usando massicciamente i tamponi rapidi antigenici, non solo quelli RT-PCR. I tamponi rapidi antigenici consentono di avere risultati immediati, con una procedura simile a quella dei test di gravidanza, con una buona affidabilità (7% falsi negativi, 1% falsi positivi). Bisogna anche introdurre il pooling test, un metodo che consente di esaminare i campioni di più persone in meno tempo e con meno reagenti

2. Centralizzare il contact tracing umano in un unico call center nazionale che può scatenare l’erogazione di un tampone in meno di 24 ore

3. Tutte le attività produttive che possono essere gestite da remoto online vanno gestite da remoto online

4. Fermare gli sport di contatto

5. Nel caso di positività, dare la possibilità alla persona di fare la quarantena in luoghi dedicati. In alternativa bisogna mettere in quarantena tutta la famiglia

6. Chiedere a tutte le comunità organizzate (scuole, aziende, uffici pubblici) di far scaricare Immuni ai loro membri e averlo con BlueTooth acceso. Va inoltre migliorata la parte “umana” del tracing, attraverso quello che ho detto al punto 2: centralizzare in un call-center il contact tracing e quando una persona è positiva chiedergli esplicitamente se ha immuni e quindi quale codice ha e dare a questo call-center nazionale il compito di inserire dentro al programma “tessera sanitaria” il codice generato da Immuni.

7. Avere un sistema di chat o di videovisita centralizzato per la gestione clinica remota dei positivi. I medici a bordo dovrebbero essere innanzitutto medici di medicina generale ma bisogna allargare ad altri, come i medici laureati non specializzati. Accanto a questo bisogna mandare a casa dei positivi un saturimetro che permetta di capire l’andamento e la gravità.

8. Definire un tasso di positivi (uguale in tutta Italia) sopra il quale scatta automaticamente la zona rossa, che significa persone a casa e forte limitazione di flussi in entrata e uscita.

9. Definire protocolli di testing delle comunità: aziende, scuole, ospedali, uffici pubblici

10. Spostare sulla domiciliarietà una parte consistente delle erogazioni sanitarie fisiche, per continuare a occuparsi della salute delle persone senza aumentare i rischi di contatti pericolosi.

Twitter @lforesti