Prudenza e innovazione nella protezione del patrimonio: alcune opzioni

scritto da il 03 Novembre 2020

Pubblichiamo un post di Raffaello Zanini*, fondatore del portale Planethotel.net. Laureato in urbanistica, assiste gli investitori del settore turistico alberghiero con studi di fattibilità, consulenza ai progettisti, ricerca di soluzioni finanziarie –

Il governo italiano ha deciso che il debito non è più un problema, così il deficit quest’anno andrà sopra il 10%. L’ultima volta che l’Italia ebbe un deficit a due cifre fu all’inizio degli anni ’90. Trent’anni fa.

Il timore di una “patrimoniale” è concreto.

Per questo, a fronte di € 1.600.000.000.000 (milleseicento miliardi di euro) liquidi, in conto corrente in Italia, le compravendite immobiliari calano drasticamente, si fatica a vendere un hotel anche quando il prezzo è stracciato, o a trovare l’equity per una buona idea imprenditoriale.

Serpeggia il timore di un futuro con troppe tasse, e di un’economia statalista e socialisteggiante dove lo stato investe al posto dei privati.

Think Tank presentano scenari ottimistici sugli effetti della crisi con rimbalzi fin dal 2021 (no, vere previsioni non ne fanno). Io credo che per settori come quello del turismo i tempi saranno lunghi. Qui sotto la previsione STR per il mercato americano, notoriamente assai più reattivo del nostro.

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Lecito domandarsi quali saranno allora gli effetti sui consumi, sul turismo, di cui mi occupo. Quanto durerà questa crisi? E cosa fare, come cambiare? (ne hanno scritto il professor Rodolfo Baggio e Robi Veltroni).

È sicuro che la contrazione si rifletterà anche sulle tasse che lo Stato ha previsto di ricavare da quei consumi che vengono a mancare, in una spirale negativa che colpirà ancora per alcuni anni la capacità dello Stato italiano di fare fronte ai propri impegni. Con cittadini pensionati o con redditi così bassi che non potranno nemmeno ambire ai voucher per le vacanze, come mostra già oggi il grafico qui sotto?

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Ecco perché per il turismo così come per molti altri beni del nostro artigianato, e della nostra agricoltura, dovremo fare sempre più affidamento sulla clientela lusso.

Questa crisi ha effetti pratici su come progettiamo il prodotto turistico. Spazi ampi, con tanto verde, natura, silenzio, sostenibilità, autenticità.

In tanti anni l’ho detto in libri, convegni, articoli: nel 2014 ad esempio ne scrivevo così: Il mercato dei viaggi e delle destinazioni luxury 

Il turismo italiano ha necessità di un forte investimento nel prodotto; ma perché investire diventi interessante lo Stato deve modificare radicalmente il proprio approccio verso l’impresa.
Invece il governo ha scelto di “contribuire” caso per caso, ad esempio con CDP. Il rischio (e spero di sbagliarmi) è che vengano privilegiati gli operatori amici e non i più bravi a fare utili, offrendo un prodotto eccellente.

Soluzioni innovative per un investimento prudente
Come può agire chi ha liquidità ed interesse sufficienti per investire a fronte di un quadro compromesso, dove appare sempre più possibile il ricorso ad una tassazione straordinaria sui patrimoni, che sta portando molti a vendere?

Come proteggere il proprio patrimonio (finanziario o immobiliare) facendo tesoro di quanto stanno facendo i cittadini di altri stati europei?

Una prima soluzione è quella di trasferire i propri patrimoni in Trust, che offre una serie di vantaggi in termini di riservatezza, tassazione, protezione.

La seconda è gestire i propri investimenti attraverso Polizze Vita Unit Linked Ramo 3 di diritto europeo: a volte può essere persino utile costituire un Trust che investa in una Polizza, con cui poi investire in titoli o aziende.

Consulenti finanziari specializzati, soprattutto stranieri (molti sono italiani trasferiti all’estero), studiano strutture finanziarie complesse costruite su misura delle esigenze dell’investitore professionale, quando vita personale e attività aziendale si intrecciano.
Strutture legali e solo apparentemente complesse, che richiedono professionalità, ma soprattutto strumenti utilizzati raramente in Italia.

Le polizze vita non sono una fregatura, non sempre
Un esempio di tali strumenti è dato dalle Polizze Vita, sulle quali va fatta chiarezza, visto che nei diversi paesi europei possono essere utilizzate in modi diversi, seguendo normative più o meno favorevoli all’investitore.

Capita di sentire commenti sbrigativi sul costo di gestione elevato della polizza, che la rende quindi poco interessante. Qualcuno la definisce “investimento a perdita garantita”.
Erano a perdita garantita certe polizze distribuite dalle banche, che investivano in un indice o un fondo esistente, con un rendimento oggi assai basso.

Compito principale di questi investimenti è la protezione del patrimonio, che si concretizza nell’acquisto di quote di fondo monetario o obbligazionario. Se a tutti i costi e tasse pagati dal fondo, si deve sottrarre anche il costo di gestione della polizza (e il prezzo di caricamento) a quel punto davvero il denaro investito non rende nulla e guadagna solo chi ve la propone.

Ma non sempre è così.

Vi sono casi in cui la stessa compagnia di assicurazione investe e gestisce in modo dinamico il premio versato, seguendo le indicazioni dell’assicurato, senza ricorrere a fondi terzi, dove non sono previsti costi di caricamento, ma solo costi di riscatto che si riducono fino ad annullarsi nel tempo. In questo caso il rendimento annuo medio, calcolato su un periodo di 10 anni, è decisamente superiore a quello di altri strumenti finanziari, considerati altrettanto sicuri.

Segnalo un altro utilizzo, ancora più interessante delle polizze vita di emittenti europei.

L’ investitore professionale che sottoscrive la polizza può dare istruzioni personalizzate al gestore, il quale seguirà con costanza l’acquisto e la vendita di titoli per conto del cliente, oppure può istruire il gestore a fare certi investimenti in determinate aziende per suo conto senza figurare esplicitamente come origine dell’investimento: un comparto separato di una società di assicurazione è un ottimo strumento di protezione del patrimonio.

Così chi intenda acquistare un immobile o finanziare una attività o ovunque nel mondo o in Europa, può versare il denaro in una polizza europea, e istruire poi il gestore a fare gli investimenti previsti, con vantaggi che ad ogni avvocato o commercialista italiano risultano subito chiari.

Le compagnie di assicurazione hanno obblighi di segretezza, e controllo del riciclaggio del denaro, come e più delle banche.

Securitization
In questo periodo assistiamo ad imprenditori giovani e motivati che desiderano far crescere la propria attività alberghiera, acquistando nuovi hotel, grazie alle molte opportunità che si incontrano sul mercato.

Sovente tali imprenditori hanno un patrimonio immobiliare illiquido, e gestiscono aziende alberghiere ben funzionanti (fatto salvo il 2020), pensano quindi di utilizzare lo strumento del finanziamento bancario, incontrando però i noti problemi, oggi ancor più difficili da risolvere.
Altri imprenditori, oramai in là con l’età, pensano al passaggio generazionale, che vorrebbero facilitare senza alienare i beni di famiglia.

In tutti questi casi la soluzione sta nella “securitization” – di solito questo avviene attraverso società lussemburghesi a questo dedicate, ne parlo qui – e conseguentemente investire la liquidità ottenuta nel proprio progetto o in attività finanziarie a maggiore profitto, continuando peraltro a conservare il controllo del bene immobiliare, e dell’attività che vi si svolge.

Questa è la soluzione disponibile per aziende con un grande patrimonio immobiliare, per gli albergatori che abbiano completamente pagato l’hotel, che potrà così essere separato dalla società che gestisce l’attività, permettendo di proseguire con l’attività turistica alberghiera mentre il patrimonio immobiliare viene messo a frutto.

Questa via è alternativa a vendita, ricerca di soci, o indebitamento bancario, da suggerire proprio in momenti come quello che attraversiamo, in presenza di una caduta dei valori immobiliari, come è avvenuto per gli hotel particolarmente in Irlanda Spagna e Portogallo, o come in Italia dove i valori sono ancora un buon 20% sotto i massimi del 2008.

Diversificare il rischio paese
In un momento di crisi come questo gli strumenti tradizionali non bastano.

È un momento di svolta, utile per programmare il futuro mediante strumenti e soluzioni che il mercato mette a disposizione, potenzialmente molto interessanti.

Poiché l’economia italiana è nelle condizioni a noi tutti note si può investire in Italia partendo dall’estero: per questo il consiglio dell’avvocato e del commercialista di fiducia è sempre indispensabile.

Il mondo della finanza si stia complicando sempre più, e richiede l’intervento professionale di più specialisti coordinati, come ricorda Massimo Scolari durante i convegni di Ascofind che è sempre assai interessante seguire

* LEGAL DISCLAIMER
Raffaello Zanini, fondatore del portale PLANETHOTEL.NET, laurea in urbanistica, è consulente senior in tema di sviluppo alberghiero e ospitalità, e non fornisce consulenza finanziaria, legale, o fiscale. Né questo articolo vuole costituire quel tipo di attività di consulenza.
 Dal 2003 scrive regolarmente per L’Albergo e dal 2015 scrive su Econopoly. Raccomanda a tutte le persone che desiderano utilizzare i prodotti ed i servizi di cui si parla in questo articolo di richiedere sempre una consulenza professionale ad un consulente autorizzato in materia legale, fiscale e finanziaria.

Twitter @PLANETHOTEL_NET