Sanità, i bravi professionisti non bastano. È l’ora di una rivoluzione tech

scritto da il 19 Febbraio 2021

Post di Antonio Spera, amministratore delegato e presidente GE Healthcare Italia – 

La situazione di emergenza sanitaria generata a livello mondiale dalla pandemia di Covid-19 ha evidenziato in modo dirompente due necessità non più rimandabili per il settore: l’ammodernamento tecnologico e la trasformazione digitale. La sanità italiana oggi si trova di fronte a sfide estremamente impegnative ma anche a nuove opportunità che è importante cogliere e indirizzare in modo da ottenere risultati tangibili in termini di efficientamento del sistema sanitario.

Le risorse del Recovery Fund – con i fondi destinati alla sanità passati dai 9 miliardi della bozza iniziale a 19,7 miliardi, di cui 12,8 per innovazione, ricerca e digitalizzazione e 7,9 per assistenza di prossimità e telemedicina – rappresentano oggi un’occasione da non sprecare per promuovere l’ammodernamento tecnologico delle strutture ospedaliere e per investire sull’innovazione tecnologica del settore. È importante ricordare che l’innovazione in ambito sanitario va vista come un investimento e non come un costo, cosa ancora più evidente in una situazione di emergenza.

L’ammodernamento tecnologico dei macchinari di diagnostica per immagini, peraltro, rappresenta una priorità per il Sistema sanitario italiano da ben prima dell’emergenza coronavirus: si stima che nel nostro Paese oltre il 35% delle apparecchiature di diagnostica per immagini siano obsolete, dato che ci attesta come uno tra i peggiori stati in Europa per livello di vetustà del parco installato.

La tecnologia e l'intelligenza artificiale devono entrare sempre più anche negli ospedali italiani

La tecnologia e l’intelligenza artificiale devono entrare sempre più anche negli ospedali italiani

La sostenibilità del sistema, soprattutto in situazioni di emergenza come quella che stiamo fronteggiando da ormai un anno, dipende fortemente dalla disponibilità, oltre che di strutture e professionisti, anche di dotazioni tecnologiche moderne, di piattaforme interoperabili, di strumenti avanzati per la gestione da remoto dei pazienti, di raccolta e analisi dei dati per il miglioramento della ricerca e dei processi di cura.

GE Healthcare ha stimato che un’applicazione ottimale dei sistemi di Industrial Internet a livello ospedaliero – con un miglioramento del solo 1% di efficienza – si tradurrebbe in un risparmio per il SSN di oltre 1 miliardo di euro all’anno. È quindi essenziale cogliere l’opportunità offerta dalla digitalizzazione per la raccolta e l’analisi di big data, che permetteranno di misurare gli outcome di salute e la valutazione del ritorno dell’investimento in ottica di creazione di valore economico e sociale.

Teniamo presente che se l’intelligenza artificiale fosse integrata in modo continuativo nell’attività giornaliera dei professionisti della medicina, potrebbe supportarli nei processi di decision making routinari, liberando risorse per le attività più complesse. Nei Command Center di GE Healthcare, ad esempio, l’applicazione di tecnologie di intelligenza artificiale in sanità è già una realtà: la soluzione fornisce, al personale appositamente formato e dedicato, informazioni in tempo reale per aiutarlo a prendere decisioni rapide sulla gestione del flusso dei pazienti consentendo il coordinamento delle cure per ogni singola persona, riducendo, per esempio, le liste di attesa e aumentando la capacità di posti letto. Il personale opera in ambienti fisici del tutto simili alle torri di controllo del traffico aeroportuale ma al tempo stesso le informazioni sono disponibili anche su un semplice smartphone.

L’intelligenza artificiale, comunque, può e deve lavorare per e con gli operatori sanitari per creare un ecosistema solido e integrato. Secondo le evidenze di uno studio condotto da MIT – Technology Review Insights, in collaborazione con GE Healthcare, per essere efficace l’AI deve infatti essere qualcosa di più di una tecnologia: più l’applicazione dell’AI è umanizzata, più sarà adottata e migliorerà i risultati e il ritorno dell’investimento. La priorità è ovviamente il paziente: grazie all’implementazione dell’AI nelle strutture sanitarie il medico è in grado di risparmiare fino a 2/3 del proprio tempo dando così più spazio alla relazione umana. Il 75% degli intervistati per la survey concorda sul fatto che l’AI ha permesso di fare previsioni migliori nel trattamento delle malattie, riducendo anche il margine di errore.

Prevenzione, diagnosi precoci, cure tempestive oggi sono possibili grazie a tecnologie sempre più avanzate che attraverso sistemi di analisi di grandi quantità di dati consentono agli operatori della sanità di disporre di informazioni rilevanti in tempi più rapidi e a costi sempre minori. Tutto questo è necessario per poter compiere un grande passo in avanti verso la medicina di precisione, per migliorare ulteriormente le performance ospedaliere e incrementare l’assistenza sanitaria domiciliare, consentendo la cura dei pazienti da remoto. Una sanità più tecnologica, digitale, innovativa è anche una sanità più efficiente e più preparata ad affrontare le sfide del futuro e a fare i conti con eventuali nuovi scenari pandemici. Non c’è tempo da perdere.