PNRR e abbandono scolastico. Quattro proposte da Bussola Italia

scritto da il 07 Settembre 2021

Post a cura dell’associazione Bussola Italia – 

Arrivano i primi risultati dell’analisi di eseguibilità sul PNRR condotta dai gruppi di lavoro di Bussola Italia. Partiamo con il gruppo Educazione, composto da Emilio Morabito, Matteo Crippa, Giorgio Galeazzi, Donatella Volonté, le cui conclusioni qui anticipate saranno messe a disposizione, in dettaglio, delle istituzioni e degli organi attuatori delle PA.

Il PNRR include il provvedimento chiamato “Intervento Straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nei cicli I e II della scuola secondaria di secondo grado”. Dietro questo titolo un po’ freddo si cela uno dei fenomeni più distruttivi, dal punto di vista sociale: l’abbandono scolastico. Il nostro Paese soffre di un tasso di abbandono del 13,5% verso una media UE del 10,2% nei giovani tra 18 e 24 anni. Questi numeri collocano l’Italia al 23° posto su 27 Stati (fonte: Eurostat). Il PNRR, con questo ed altri provvedimenti, intende contrastare questo triste primato e riportare il nostro Paese almeno al di sopra della media UE.

Coerente con l’impegno del Governo, l’analisi di Bussola Italia non si concentra sul merito della proposta, il cui intento è senz’altro positivo, quanto sulla sua migliore modalità di attuazione ed eseguibilità. Il nostro Paese è infatti criticato, anche dai suoi stessi cittadini, non per le ottime idee, ma per la modesta capacità di metterle in atto efficacemente e nei tempi previsti.

abbandono-scuola

1. Beneficiari: selezionare subito e bene
Il progetto prevede il potenziamento delle competenze di base degli studenti con l’obiettivo di garantire un livello adeguato di almeno un milione di studenti all’anno, per quattro anni. Prevede inoltre programmi e iniziative di mentoring, counseling e orientamento professionale per aiutare gli studenti a scegliere e a costruire il proprio futuro; si tratta di 120.000 studenti di età tra i 12 e i 18 anni e 350.000 giovani tra i 18 e i 24 anni, oltre che del 50% dei docenti.

Proposta 1
Considerando l’ampiezza della platea dei beneficiari, è bene che l’esecuzione sia mirata su bisogni ben misurati e sul controllo di avanzamento, non solo della spesa, ma in termini di obiettivi raggiunti. Perché questo sia possibile è opportuno selezionare e definire al più presto le dimensioni e le caratteristiche dei bacini scolastici prioritari in funzione di criteri numerici, oggettivi e condivisi, come ad esempio il tasso attuale e target di abbandono territoriale e delle rilevazioni Invalsi.

2. Risorse: definire costi unitari e occhio agli sforamenti
Se analizzato singolarmente, il provvedimento ha una dotazione di 1,5 miliardi per la sua implementazione nel corso dei quattro anni considerati dal piano. Considerando che la platea dei beneficiari conta circa un milione di studenti, si tratta di una dotazione di circa 1.500 euro pro-capite, per ogni studente coinvolto, da dividersi nei quattro anni del piano. La valutazione di coerenza rispetto agli obiettivi diventa ancora più ardita anche alla luce del “bouquet” molto articolato di azioni, con interventi specifici declinati soltanto su pochi bacini di beneficiari rispetto all’intera platea di coinvolti.

Proposta 2
Sarebbe utile identificare i componenti standard di base e definire un set di costi standard unitari del pacchetto formativo individuale, declinato per i diversi tipi di attività previste per i sottogruppi. Questo permetterebbe di calibrare in maniera precisa il numero totale di studenti coinvolgibili nel corso dell’implementazione del piano, in modo da evitare svolgimenti incompleti dei piani formativi individuali o rimanenze di risorse non utilizzate. Inoltre, nel PNRR i criteri di stima non includono un coefficiente di imprevisti che come noto possono manifestarsi in qualunque tipo di progetto. È perciò opportuno minimizzarne gli effetti, in quanto non prevederli porta a rischio di sforamento delle risorse disponibili, che a sua volta porterebbe ad una interruzione del progetto, a tutto danno degli studenti.

Teenager hiding from bullying in abandoned building, lonely, adolescent problems

Teenager hiding from bullying in abandoned building, lonely, adolescent problems

3. Sinergie: non sprechiamo l’opportunità
Il PNRR prevede molti altri progetti e riforme contigui e complementari a questo sull’abbandono. Tutti possono contribuire incisivamente sull’abbandono scolastico come ad esempio i provvedimenti che puntano a: estensione del tempo pieno e delle mense (1 miliardo), potenziamento infrastrutture per lo sport a scuola (700 milioni), orientamento nella transizione scuola-università (250 milioni), alloggi per gli studenti e riforma della legislazione degli alloggi per studenti (960 milioni). Vale anche il contrario, cioè che il provvedimento sull’abbandono produca effetti collaterali favorevoli su quelli qui sopra citati insieme ad altri con impatto indiretto, come sviluppo del sistema di formazione professionale terziaria, ITS (1,5 miliardi) e ampliamento delle competenze e potenziamento delle infrastrutture (7,6 miliardi).

Proposta 3
La cooperazione fra le amministrazioni verticali, che riferiscono alle funzioni ministeriali, e quelle orizzontali come ad esempio quelle territoriali, è fattore determinante per la massimizzazione dei risultati degli investimenti complementari su aree e bacini dove l’abbandono scolastico è più elevato. Un esempio concreto potrebbe essere dare priorità all’estensione del tempo pieno all’interno di quegli istituti dove l’abbandono è maggiore. In questo modo si massimizzerebbe l’efficacia di ogni singolo investimento, a beneficio dei ragazzi e della prevenzione dell’abbandono scolastico.

4. Organi attuatori: attenzione a non disperdere energie e responsabilità
Secondo il PNRR l’attuazione del progetto sarà a cura del Ministero dell’Istruzione, con il supporto di Invalsi, scuole, Centri Territoriali di Supporto.

Proposta 4
È indispensabile trovare da subito un efficace equilibrio fra decisori, rispettive giurisdizioni e sinergie nazionali, così da garantire il necessario livello di granularità adatto alla specifica sfida e alla soluzione, individuando con precisione le amministrazioni e gli enti esecutori delle varie fasi dell’investimento. Sarebbe anche utile l’istituzione di una specifica cabina di regia dedicata al coordinamento delle diverse azioni relative alla lotta all’abbandono scolastico. Si tratterebbe di una struttura temporanea, sostanzialmente di progetto, in grado di impostare e lanciare le trasformazioni. Una volta che il metodo di trasformazione si consolida può essere smantellato e gli esperti allocati in altre iniziative di trasformazione.

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Bussola Italia è nata da un comitato promotore composto da tre associazioni da tempo rappresentative del mondo delle professioni, della business community e del civismo, attive tra Milano e Roma: APE Associazione per il Progresso Economico, Associazione CIVICUM, Associazione Forum della Meritocrazia, alle quali si sono poi affiancate anche #InclusioneDonna, AIDP, Officine Italia.

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