L’investimento di Borsa non è mai certo e naviga in acque sconosciute

scritto da il 03 Dicembre 2021

L’investimento di  borsa non è come prendere un’aspirina: tutto cambia talmente velocemente che si naviga sempre in acque sconosciute …

In finanza avere pensieri “dissacranti” può essere criticabile per molti ma anche molto profittevole. Io sono convinto che le risposte giuste arrivano solo a chi si pone le domande giuste. Facciamoci quindi alcune domande sull’investimento di borsa, vuoi che derivino dall’analisi tecnica vuoi che derivino da quella fondamentale, non importa, sapendo come premessa che ci sono alcune domande per cui non esistono risposte semplici e per ciò che riguarda il mondo degli investimenti questo assume un valore ancora maggiore.

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Una verità che risulta dura per chi ama l’investimento di borsa è che non esistono risposte conclusive su quali siano i migliori metodi operativi: potremmo testare qualsiasi metodo che ci piace perché calza a pennello con il nostro profilo rischio / rendimento ma domani tutto potrebbe cambiare nel giro di pochi minuti. I mercati non sono mai uguali a sé stessi perché l’economia cambia continuamente e non ha senso parlare ad esempio di correlazione tra questo e quell’altro asset. Pensiamo alle crisi petrolifere degli anni ’70 e proiettiamole oggi in un mondo che si nutre di energie alternative: che senso avrebbe?

Tutti gli investitori convivono con alcune paure intrinseche del mestiere e derivanti dalla consapevolezza che ogni azione in finanza ha reazioni che non possono essere controllate, e anticipate, a pieno. Prendiamo per esempio la domanda che è la base di questo articolo è che è “Qual è il metodo operativo migliore nell’investimento di borsa?”. Diventare scalper oppure cassettista? Comprare alla rottura dei massimi o seguire i saggi insegnamenti di Buffett nella lettura dei bilanci?

Un interrogativo del genere potrebbe metterci angoscia, perché anche se in questo momento utilizziamo un metodo di investimento di borsa di nostra fiducia sappiamo bene che questo metodo non potrebbe essere il migliore o il più efficiente anche in futuro. Immaginate che vostro figlio entri nel vostro ufficio mentre state lavorando come trader o investitore di Borsa e inizi a porvi domande sulla vostra professione e su come riuscite a mettere insieme il pane con il companatico. Vi trovereste in difficoltà, giusto?

Se vorreste rispondere sinceramente a vostro figlio sareste costretti a mettere da parte le vostre certezze e rivelare che non esistono risposte prestabilite a tutte le sue domande e che non sapete affatto se quello che state facendo vi farà avere successo ancora una volta domani.

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Così come riponete fiducia in previsioni metereologiche che vi dicono che nevicherà anche quando il sole splende alto nel cielo dovete fidarvi del fatto che il vostro metodo di investimento di borsa continuerà ad avere successo in futuro perché la statistica del passato è positiva.

Non ci sono altre soluzioni a questo problema, del resto noi tutti prendiamo l’aspirina perché nei test sul passato ha dimostrato di essere efficace per guarire dal mal di testa.

Ma sappiamo che la verità con le serie storiche dei prezzi di Borsa è ben più triste di quella dell’aspirina: se un determinato pattern di prezzo ha funzionato fino ad oggi, non c’è garanzia che continui a funzionare anche in futuro. Il corpo umano cambia lentamente nel corso dei secoli, forse i nostri antenati dell’età del bronzo erano più resistenti di quanto non lo siamo noi oggi, questo lo potremmo anche credere, ma non possiamo credere che i mercati finanziari siano stabili e che le serie storiche dei prezzi di Borsa siano sempre le stesse e che quindi sia possibile leggerle e decriptarle sempre con gli stessi strumenti statistici e previsionali.

E dunque, tornando alla domanda di vostro figlio, come fare ad ammettere che chi fa Borsa naviga in acque sconosciute per definizione? Ovvero che l’unica verità inopinabile è che il mercato cambia e gli investitori devono stare al passo ed evolvere insieme al mercato?

La tecnologia è sempre cambiata e il mondo è sempre cambiato, questa è una banalità direte voi, ma è la velocità del cambiamento che oggi come oggi è insolitamente rapida e profonda. Avreste mai immaginato che un giorno i bitcoin potessero diventare così importanti come una delle principali valute mondiali? O che le economie dei paesi sviluppati potessero piano piano affrancarsi dal petrolio?

Una tecnica di trading è sempre frutto del suo tempo e mettere le cose nella giusta prospettiva storica è fondamentale, perché ci aiuta a capire ed apprezzare meglio il potenziale di un mercato e soprattutto a diffidare dai profeti del “facile e subito” nell’investimento di borsa.

Io adoro perscrutare questo lato oscuro del trading per cui non è la stessa cosa fidarsi dell’aspirina e fidarsi delle serie storiche dei prezzi di Borsa. E se volete trovare conferma di quello che vi sto scrivendo ora vi consiglio di leggere un libro che io continuo a considerare anche oggi (dopo 20 anni dalla sua prima pubblicazione) uno dei migliori libri di trading mai scritti: Market Rap: The Odyssey Of A Still-Struggling Commodity Trader di Art Collins, pubblicato da Traders’ Press ed ora esaurito (ma lui ha scritto altri 4 interessanti almanacchi che sono invece disponibili clicca qui per la sua pagina personale su Amazon).

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Il titolo stesso è un’illuminazione per chi si occupa di finanza in maniera professionale. In questo libro, infatti, Collins racconta la sua storia di trader e il suo background di investitore. Il libro è allo stesso tempo divertente e informativo, con dettagli tecnici sparsi con nonchalance qua e là nelle pagine. Del resto Collins è laureato in lettere e questo si sente durante la lettura per lo stile accattivante del racconto.

Il tema del libro è uno solo: come il mercato finanziario cambi continuamente per cui ogni trader che finalmente trova un pattern di trading può dare per scontato che se lo testa con successo nel passato con tutti i crismi della statistica può stare certo che di lì a poco il pattern smetterà di funzionare. E questo per una sola ragione: i mercati cambiano carattere e natura perché l’economia che li muove cambia anch’essa faccia ogni giorno in cui sorge il sole.

La definizione di sé stesso come un trader “still-struggling” (ancora in lotta) suggerisce che l’autore non si considera una persona di successo e questo sicuramente cala il racconto in una aurea di sincerità che nel mondo dei superuomini della finanza si incontra di rado.

L’esempio impressionante che Collins produce è quello dei mercati futures sui cross valutari del CME prima e dopo l’introduzione della negoziazione elettronica. Se i mercati alle grida dei futures valutari erano molto trend following, per cui un banale trading system basato sulla rottura dei massimi produceva guadagni impressionanti non appena le quotazioni sono diventate elettroniche è cambiato il comportamento del mercato e quello stesso sistema che prima ti avrebbe arricchito in pochi anni ora distruggeva consistentemente ricchezza inanellando perdita dopo perdita.

Una lezione illuminante per chi crede ciecamente come davvero il passato possa illuminare con certezza il futuro in finanza.

Il passato, questa è la conclusione, è l’unico elemento che ci permette di testare un metodo di investimento di borsa e quindi è l’unica risposta attendibile che possiamo dare alle nostre ansie di trader ed investitori.

Ma da qui a sostenere che questo sia il verbo, purtroppo, no.

E se questa conclusione ci fa venire il mal di testa nessuna preoccupazione: una aspirina e il mal di testa passa… perché anche l’aspirina è stata testata su dati passati ma almeno in questo caso ci possiamo fidare.

Twitter @EmilioTomasini

La pagina di Emilio Tomasini sul sito dell’Università di Bologna