Ecco al via la carica delle professioni green, anche in Italia

scritto da il 09 Maggio 2022

Post di Robert Hassan, direttore della rivista jobnewsitaly, notizie sul mondo del lavoro e social media specialist –

Bioarchitetto, informatico ambientale, mobility manager, esperto in gestione dell’energia: queste le professioni in crescita nell’ambito della green economy, un settore che creerà  nuovi posti di lavoro nei prossimi anni. I profili del futuro saranno quindi  legati alle professioni “verdi”, caratterizzati da una maggiore stabilità di contratti. Fino al 2023 ogni 5 nuovi posti di lavoro creati in Italia uno sarà nelle aziende ecosostenibili: in tutto ci sarà bisogno di quasi 500mila nuovi professionisti green, oltre il 50% in più di quelli generati dal settore digital. L’occupazione in ambito green coprirà una quota di circa il 20% sul totale del fabbisogno generato fino al 2023.

“La blue economy – spiega Davide Boati di Hunters Group, società di ricerca del personale – può essere considerata un’evoluzione della green economy e ha un obiettivo preciso: arrivare a zero emissioni di CO2. Questo si traduce in un aumento del 50% di richieste, da parte delle aziende, di professionisti che abbiano notevoli competenze tecniche, ma anche che dimostrino grande attenzione alla sostenibilità. I green jobs in Italia sono caratterizzati da un elevato livello di titoli di studio: in un caso su tre (35,2%) è richiesto un livello d’istruzione universitario. Dai professionisti verdi le imprese si aspettano non solo una formazione più elevata, ma anche un’esperienza specifica. Resta sempre complesso il processo di reperimento e di onboarding di queste figure: circa il 40% delle aziende lamenta difficoltà a identificare il profilo giusto”.

Crescono le richieste anche di contabili green, esperti di marketing ambientale, eco-designer, avvocati green. In ambito digital, infine, continueranno ad essere molto richiesti gli sviluppatori di software o applicazioni, i responsabili dei servizi clienti e chi si occupa della gestione degli e-commerce. Tra i green job più richiesti rientrano inoltre: l’ecobrand manager, il responsabile di acquisti verdi, il responsabile nella commercializzazione dei prodotti di riciclo, il risk manager ambientale che si occupa del rispetto delle norme in materia ambientale e di sicurezza sul lavoro, il meccatronico green e il green manager. Quest’ultimo supporta la definizione delle strategie ambientali, in accordo con le indicazioni del Gruppo, coordina la gestione ambientale guidando l’attività degli specialisti ambientali e sociali dei negozi, sovrintende sull’applicazione della legislazione ambientale. Inoltre, sviluppa i progetti ambientali nazionali e sovrintende su quelli locali, coordina la formazione ambientale del personale, supporta tutte le funzione aziendali nel tenere in considerazione le problematiche ambientali nello sviluppo del business. Infine, raccoglie i dati di prestazione ambientale, coordina gli audit interni e verso i fornitori sui temi della sostenibilità, ha rapporti con stakeholders esterni sui temi ambientali e riporta al management e alla struttura internazionale le prestazioni ambientali. Tra le figure più richieste nel comparto green spicca infine il certificatore energetico. Per la vendita di immobili è infatti obbligatoria l’attestazione di certificazione energetica. Questo documento viene rilasciato da questo professionista che è iscritto ad un organismo di accreditamento. È richiesto che il certificatore possieda: un diploma di geometra, perito industriale o agrario oppure una laurea triennale o specialistica in ingegneria, architettura, scienze ambientali, chimica, scienze e tecnologie agrarie, scienze e tecnologie forestali e ambientali. Nell’ottica di una accresciuta sensibilità verso la tutela ambientale, anche per le imprese cresce l’esigenza di certificazioni che dimostrino l’affidabilità e la qualità ecologica dei loro prodotti.

L’attuale scenario della disponibilità delle risorse energetiche e lo stato in cui versa l’ambiente ci pongono quotidianamente di fronte alla necessità di ripensare ai modelli di produzione e consumo per garantire la sostenibilità dello sviluppo. Di pari passo anche le mansioni e le competenze di un’altra figura green in forte crescita, l’ingegnere ambientale, stanno cambiando. Questo ruolo generalmente deve saper coniugare conoscenze ecologiche con competenze di carattere economico, legale e tecnologico. Questo profilo opera nel campo dello sviluppo di tecnologie denominate “pulite”; deve saper misurare ed analizzare gli agenti inquinanti nell’ecosistema, studiare il trattamento e la gestione dell’acqua, il riciclaggio dei rifiuti, la protezione dei siti naturali e pianificare gli spazi verdi. Deve inoltre tenersi costantemente aggiornato in materia di normative sulla protezione della natura, del paesaggio e dell’ambiente. L’ingegnere ambientale si occupa di risparmio energetico e deve quindi saper realizzare degli interventi che consentono di risparmiare almeno il 25 per cento dei costi energetici annui. Una posizione junior, in affiancamento ad una figura con maggiore esperienza, può essere ricoperta da un neolaureato in ingegneria energetica o meccanica. Per una posizione senior viene normalmente richiesta un’esperienza pluriennale tecnico-professionale specifica, di studi di fattibilità, di progettazione dei sistemi per la produzione e per l’utilizzo dell’energia e una buona conoscenza delle tecnologie tipiche dell’area di gestione dell’energia. Inoltre, occorre essenzialmente avere capacità organizzative e decisionali, disponibilità per il lavoro di squadra e capacità di comunicazione.

illustrazione di Giorgio De Marinis per Il Sole 24 Ore

illustrazione di Giorgio De Marinis per Il Sole 24 Ore

L’importanza di questa figura professionale nasce anche dal fatto che le aziende stanno elaborando politiche e strategie che favoriscono una riduzione dei consumi, un’ottimizzazione degli utilizzi e una conseguente riduzione dei costi. In realtà le problematiche da affrontare sono più ampie ed articolate e devono sicuramente integrare due aspetti fondamentali: la valutazione delle potenzialità di autosufficienza energetica o quantomeno di autoproduzione di una quota, sia grazie alle energie rinnovabili che a sistemi di cogenerazione e, in secondo luogo, la valutazione del consumo di risorse lungo tutto il ciclo di vita di un servizio e, quindi, non solo in fase di produzione, ma anche in fase di approvvigionamento della materia prima, fino alla sua distribuzione. Attualmente in Italia sono ancora poche le aziende sensibilizzate a queste metodologie, con una netta prevalenza di multinazionali e grandi imprese. L’attuale sfida consiste nel coinvolgimento del tessuto produttivo delle piccole e medie imprese, rilevanti in termini di Pil nazionale e in difficoltà nell’attuare politiche e strategie integrate senza un adeguato supporto.

Con il tempo, grazie al veloce accelerare della ricerca tecnologica e al sempre crescente interesse dell’Unione Europea nei confronti delle tematiche ambientali, l’ingegnere ambientale acquisirà sempre più importanza in quanto intervengono nelle situazioni di impatto dell’uomo sulla natura. Questo ruolo deve avere conoscenze di ecodesign industriale, di efficientamento dei processi, di logistica e di tecnologia per il frazionamento, riciclo e valorizzazione dei rifiuti.

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