Il trasporto collettivo su gomma, motore dell’intermobilità

scritto da il 10 Maggio 2022

Post di Alessandra Astolfi, Group Exhibition Manager di IEG –

Nel Webinar “La domanda di nuova mobilità collettiva sostenibile per la Bus Industry e il TPL” del 3 maggio abbiamo presentato i risultati dati della ricerca* condotta da GPF Inspiring Research per IBE Intermobility and BUS Expo. Sapevamo che il trasporto collettivo su gomma è il motore del cambiamento, ma siamo i primi ad essere toccati dai risultati emersi. Oggi il 70% degli italiani vede nell’intermodalità un bisogno reale, con parecchi passi in avanti da fare, anche se si riconosce che tanti ne sono stati fatti.

Come organizzatori fieristici, in un contesto a rapida evoluzione come quello del trasporto collettivo di persone, l’interpretazione di tendenze e segnali ci è connaturata e diventa centrale per mettere tempestivamente a disposizione dei comparti produttivi e dei “policy maker” elementi di programmazione e di indirizzo coerenti con i tempi dell’industria. Il trasporto pubblico su gomma è il segmento che mostra l’evoluzione più marcata e un potenziale di sistema ancora inespresso che gli consente di candidarsi come attore proattivo dell’evoluzione dell’intero comparto, un vero e proprio “ambasciatore dell’intermodalità”. Al centro del cambiamento c’è la tecnologia che ci propone soluzioni per trasformare l’utente in un cliente che oggi chiede mezzi più adatti ai ritmi delle nostre città, automatizzati e sostenibili. E’ un percorso evolutivo in cui IBE Intermobility and Bus Expo, giunto alla sua X edizione, riafferma il proprio ruolo centrale per la Nuova Mobilità Collettiva Sostenibile.

Oggi l’ecologia non è più un “must” di facciata, ma risulta un “plus” imprescindibile per un bacino crescente di popolazione. Gran parte degli utenti regolari di trasporto pubblico auspica un trasporto all’insegna dell’ecologia e del rispetto per l’ambiente e complessivamente l’89,5% del campione dichiara che la scelta del mezzo con cui spostarsi è influenzata da considerazioni ambientali. Anche l’elemento economico ha il suo peso: quasi un terzo degli utenti si dice molto influenzato da questo fattore; complessivamente oltre 9 utenti su 10 si dice (quantomeno in una certa misura) influenzato da questa variabile.

Quale mezzo dovrebbe farsi paladino dell'intermodalità?*

Quale mezzo dovrebbe farsi paladino dell’intermodalità?*

Lato utenza, le innovazioni tecnologiche più attraenti consistono in interfacce “user-friendly” quali APP in grado di fornire informazioni integrate e acquisto biglietti per molti operatori, informazioni affidabili sull’arrivo del mezzo, aspetti pratici come una connessione WiFi all’interno dei mezzi, nonché un sistema che consenta di richiedere-prenotare il mezzo a una data ora-fermata, supportato da tecnologie GPS efficaci (posizionate sul mezzo e comunicate all’utente che può consultarle in tempo reale tramite cellulare).

Più in generale, il trasporto su gomma è nel pieno di una rivoluzione tecnologica e funzionale che gli consentirà di “cambiar pelle” nella direzione di una sempre maggiore autonomia, velocità, puntualità e flessibilità per l’utente. La tecnologia, attraverso sistemi avanzati di sicurezza e interfaccia con la strada e gli altri mezzi, consente già oggi di ridurre il gap di “certezza” e prevedibilità relativo a frequenza e velocità, tipico di alcuni servizi su rotaia. Tale approccio necessita un adeguamento infrastrutturale verso un sistema su linee/corsie dedicate al TPL su gomma sempre più automatizzato (“smart road”) che, in un futuro non troppo lontano, potrà portare alla guida autonoma.

Secondo gli “stakeholder” (rappresentati da addetti ai lavori dal lato dell’offerta e da opnion maker” di settore) l’interazione tra offerta di mezzi e gestione infrastrutturale darà tuttavia il meglio di sé nelle realtà urbane dove si possano prevedere quartieri/”hub” autonomi ed esterni rispetto al centro città; contesti “a 15 minuti” o anche “a 5 minuti”, concepiti per l’intermobilità e dove il trasporto su gomma non sia soggetto a variabili di traffico, con mezzi a “emissioni zero” che consentano la sostenibilità economica del servizio.

Secondo la ricerca GPF-IBE lato utenza, ulteriore valore aggiunto della tecnologia è percepito in particolare in termini di sicurezza: basti pensare ai servizi avanzati di frenata, guida assistita e tenuta di strada automatizzata, in grado di dare al conducente dettagli in tempo reale sulla strada (per esempio sensori che segnalino ostacoli o pedoni, sviluppati attorno a infrastrutture IOT). A questi aspetti (ascrivibili ai bisogni “primari” di “security”) si affiancano elementi tesi a garantire maggiore efficacia e fluidità al servizio, quali l’interconnessione con i semafori (per trovare sempre verde al passaggio del mezzo, la c.d. “onda verde”) o con altri mezzi, nonché la strumentazione in grado di informare il “driver” sulle condizioni del percorso e sullo “stato della domanda” cioè i passeggeri in attesa alle fermate.

Infine, ma non per questo meno importante, l’esigenza di intermodalità efficace ed efficiente in uno scenario in cui i mezzi “si parlano” tra loro per garantire la maggior efficienza. In un futuro scenario soddisfacente ed efficace l’approccio Mobility as a Service (MaaS) richiede quindi la collaborazione e cooperazione tra un numero sempre più ampio e variegato di attori: regolatori, amministratori pubblici, costruttori (hardware: mezzi / bus), sviluppatori (software: app, servizi, piattaforme digitali), in un “unicum” nei confronti del cliente (ex-utente).

Quanto sono sentite le dinamiche ambientali, in particolare nella scelta tra mezzo pubblico e privato?*

Quanto sono sentite le dinamiche ambientali, in particolare nella scelta tra mezzo pubblico e privato?*

Frequenza, sicurezza, affidabilità e personalizzazione sono alcune parole chiave per il trasporto pubblico del futuro. Il trasporto su gomma in particolare dovrà essere idealmente più rapido, accogliente, scorrevole, capillare e informatizzato. Un servizio offerto con mezzi più “compatti” (rispetto a quelli del segmento Coach/Shuttle), frequenti, ad alta automazione, nonché naturalmente più ecologici. Di fatto, tecnologia ed ecologia (termine ancora spontaneamente citato accanto a quello di “sostenibilità”) rappresentano due capisaldi irrinunciabili: conditio sine qua non che dovranno imperativamente caratterizzare il futuro del trasporto su gomma in primis e il TPL in generale. In questo contesto l’impatto dell’innovazione e della tecnologia assume particolare impatto sulle dinamiche evolutive del settore in cui si intravede una progressiva convergenza tra filiere di settore e nuove filiere (energia, telecomunicazioni e servizi digitali).

L’ecosistema si sta ampliando e la tecnologia si propone come connettore tra settori e collante tra domanda e offerta in un processo dinamico in cui le incognite non mancano, ma con una certezza: la presenza e l’impegno di IBE come catalizzatore della nascente comunità della Mobilità Sostenibile.

*La ricerca IBE GPF è stata condotta su un campione costituito da 633 fruitori di trasporto pubblico, campione costruito per quote socio-demografiche di genere, età e distribuzione geografica, per provincia di residenza e ampiezza centri, con tecnica di rilevazione CAWI, integrata da colloqui in profondità a “stakeholder” negli ambiti della mobilità, TPL, servizi TLC e IT relativi all’intermobilità.