NFT, bolla speculativa o reale opportunità economica?

scritto da il 18 Maggio 2022

Post scritto da Mik Cosentino, imprenditore digitale, esperto di NFT e creatore di Infomarketing X –

Il mercato degli NFT è in grande fermento. Secondo il rapporto di NonFungible.com nel 2021 ha raggiunto un giro d’affari di 17miliardi di dollari (150milioni nel 2020), mentre gli utenti coinvolti sono passati da 64mila a 400mila (metà dei quali si è interessata al mondo NFT negli ultimi tre mesi del 2021).

Dopo un 2021 da record, però, il primo trimestre 2022 ha registrato, sempre secondo NonFungible, come riportato di recente dal WSJ, un crollo del 50% nelle transazioni, mentre il volume dei dollari investiti sarebbe calato solo del 5%.

 Siamo di fronte all’inizio della fine o si tratta solo di un fisiologico aggiustamento di mercato?

 Per prima cosa è importante comprendere in tutte le loro sfaccettature gli NFTnon fungible token (gettone non replicabile). Sono opere digitali, uniche, non modificabili e dalla proprietà  certificata, grazie alla tecnologia blockchain. Rispetto alle criptovalute, sostituibili, i token non sono in alcun modo intercambiabili. Da un disegno, a una GIF, da un video a un testo, tutto può diventare NFT. Ma i token non sono solo dei contenuti digitali, garantiscono l’accesso esclusivo a contenuti ed esperienze, nel metaverso, come nel mondo reale, oltre a rappresentare uno status symbol. I token sono, inoltre, uno strumento creativo per avvicinare il mass market al mondo delle criptovalute.

Il primo mito da sfatare riguarda il fatto  che gli NFT non sono opere digitali realizzabili solo da artisti affermati. L’arte con gli NFT trascende il valore dell’opera stessa. Prendiamo l’ esempio del progetto Bored Ape Yacht Club, che ha visto il rapper Eminem spendere oltre  400mila dollari per possedere il token realizzato a sua immagine, o pensiamo alle cifre astronomiche sborsate da Jimmy Fallon o Snoop Dog, sempre per lo stesso progetto. Che senso ha pagare così tanto per il jpg di una scimmia, che qualcun altro potrebbe realizzare molto meglio? Perché quel singolo jpg diventa il lasciapassare per accedere a un club esclusivo, a un mondo di vantaggi e privilegi, dedicati ai soli possessori di NFT e allo stesso tempo rappresenta un asset rivendibile.

A mio avviso gli NFT rappresentano un nuovo modo per le persone di appropriarsi del loro posto all’interno di una community. Se faccio parte di un circolo esclusivo, ogni anno dovrò pagare una certa cifra, a fondo perduto, per continuare a esserne membro. Qualora decidessi di non essere più socio, il mio posto verrà semplicemente ceduto dalla struttura a un nuovo membro. Ipotizziamo ora di far parte di un club esclusivo, il cui accesso è garantito pagando una fee one time attraverso l’acquisto di un NFT. Se un domani decidessi di non essere più socio, sarei comunque titolare di un posto numerato, disponibile in quantità limitata, che avrà un preciso valore di mercato, misurabile secondo la logiche della domanda/offerta. Ed è molto probabile che il valore di quel posto, nell’arco del tempo, possa aumentare.

“Esclusività” è la parola d’ordine che meglio descrive gli NFT. Flyfish Club è il primo ristorante di NY il cui accesso è consentito ai soli possessori del relativo NFT. Sono solo 1500 in tutto il mondo i token rilasciati; la scarsità di posti, unita a un’alta richiesta di membership, garantisce un doppio valore agli holder che, da un lato godranno di un’esperienza culinaria esclusiva, ma allo stesso tempo potranno rivendere quel gettone di accesso ad altri.

Gli NFT rivoluzioneranno anche il mondo della formazione: oggi siamo abituati al concetto “spend to learn”, ma con gli NFT si passerà al livello “spend to learn and earn”. In quanto possessore di NFT accedo a una formazione esclusiva, ma allo stesso tempo possiedo un asset digitale che mi permette di guadagnare cedendo il mio token d’ingresso.

Più in generale è ormai appurato che gli NFT cambieranno il mondo dell’economia, generando nuovi e interessanti meccanismi di domanda e offerta, ma anche di comunicazione tra un’azienda o un artista e il suo pubblico.

Si tende erroneamente a pensare che siano un mercato di nicchia. In realtà gli NFT sono una tecnologia che oggi si trova nella sua prima fase di attuazione e a tendere sarà sempre più mainstream, riguardando la ristorazione, la formazione, l’immobiliare, il mondo della musica, degli eventi, del cinema. Possiamo paragonarli, in quanto a diffusione e percezione, a come Facebook veniva visto nel 2007, prima di diventare la piattaforma social conosciuta in tutto il mondo.

immagine di Andrey Metelev per Unsplash

immagine di Andrey Metelev per Unsplash

Per tornare quindi alla domanda iniziale, oggi nel mercato NFT è in corso un’operazione di taglio dei rami secchi. Fino a dicembre, chiunque lanciasse una collezione otteneva quasi in automatico il sold out, ma si era di fronte a una bolla, alimentata dal lavoro di promozione degli addetti ai lavori e dalla cosiddetta FOMO (fear of missing out) con la relativa corsa per accaparrarsi a tutti i costi quanti più NFT possibile, senza selezionare la qualità degli stessi.

Oggi da un lato il mercato inizia a maturare, non tutte le collezioni hanno successo. Gli acquirenti iniziano a essere più selettivi e consapevoli: prima dell’acquisto si informano sul founder di una collection, gli investitori chiedono garanzie sui fondatori e soprattutto spendono solo se quell’NFT garantisce l’accesso a un qualcosa di unico. Delle migliaia di progetti lanciati, solo una minima percentuale sopravviverà nel tempo, ci sarà una sorta di selezione naturale: a fare la differenza, saranno i “fondamentali” che stanno dietro all’NFT, dalla roadmap ben definita, al piano di marketing ben strutturato, all’idea vincente.

Dall’altro lato però non si può non tenere conto della situazione macroeconomica globale che allontana le persone dagli investimenti innovativi, in favore di soluzioni più tradizionali e ritenute emotivamente più sicure, come ad esempio le azioni. Va inoltre precisato che il mondo delle cripto è legato a quello degli NFT, in un modo particolare: a una fase di pumping delle cripto, non corrisponde una crescita dei volumi di transazioni NFT. Questo perché l’entusiasmo generato dal facile guadagno porta gli investitori a comprare unicamente le cripto.

Lo stesso avviene quando il mondo cripto attraversa una fase di dumping, che è quanto sta accadendo oggi, o si è verificato nel maggio 2021, con le criptovalute in forte perdita. In questo caso subentra il panic selling, con le persone che escono dal mercato e convertono le cripto in valuta tradizionale, per poi puntare su investimenti classici. Anche in questo frangente, quindi gli NFT non subiscono variazioni.

Il mercato degli NFT tende a crescere, invece, quando le cripto, per un periodo di tempo medio-lungo rimangono stabili, allora in quel caso l’attenzione delle persone si trasferirà sui progetti NFT, perché le possibilità di guadagno con le cripto sono poco interessanti.

Ecco le ragioni di questo presunto rallentamento: da un lato sta prevalendo il concetto di meno quantità e più qualità, dall’altro è l’andamento del mercato delle cripto a influenzare gli NFT.

 Per concludere, nel mondo NFT sta andando forte chi ha costruito un progetto di unicità, capace di offrire esperienze, conoscenze e una community, grazie ai quali gli holder possono acquisire nuovi tool per superare il difficile momento macroeconomico e di incertezza generalizzata. Nei momenti di recessione, infatti, le persone non vogliono sentirsi sole, cercano risposte, soluzioni al problema.