Smart workers in vacanza? Ecco le migliori destinazioni per una workation

scritto da il 31 Maggio 2022

Post di Rosy Abruzzo, Public Relations Ma­nager, giornalista, conduttrice e social media specialist. Collabora con diverse testate giornalisti­che online e insegna diritto –

Voglia di andare in vacanza dovendo però continuare a lavorare online? Nessun problema! La città giusta per fare il turista pur senza rinunciare a business call, mail ed app varie, c’è ed ha tutte le caratteristiche perfette per semplificare la vita degli smart workers più incalliti! A stilare la classifica delle migliori città al mondo in cui è possibile conciliare il bisogno di vacanza con la necessità di dover lavorare da remoto ci ha pensato la piattaforma di apprendimento digitale Preply che in un recente studio ha esaminato le 74 città più popolose del mondo per scoprire quale di esse offra le migliori condizioni per una “workation”, ossia la possibilità di lavorare da remoto in un luogo dove potersi concedere anche una meritata vacanza.

“Mentre lo smart working sembrava un mito per la maggior parte dei lavoratori solo pochi anni fa, il COVID-19 ha reso il lavoro a distanza una realtà per molti professionisti”, dice Kirill Bigai, CEO di Preply. “La possibilità di tenere una riunione sotto le palme con temperature tropicali sulla spiaggia può improvvisamente diventare una realtà. Lo chiamiamo WORKATION: un modello ibrido di lavoro (work) e vacanza (vacation)”.

Lo studio di Preply, piattaforma online fondata in Ucraina nel 2013, confronta 74 città nel mondo alla ricerca della destinazione migliore dove andare in vacanza senza smettere di lavorare, dove cioè sia possibile il migliore bilanciamento tra il tempo da dedicare al relax, alla cultura, alla scoperta dei luoghi e quello da destinare al lavoro, in tutti quei casi in cui interrompere l’attività lavorativa sia impossibile. Concludere affari in infradito oggi è dunque possibile. La pandemia, in tal senso, ha agito come un catalizzatore per la digitalizzazione del mondo del lavoro e, se da un lato per molti dipendenti andare in ufficio ogni giorno è diventato obsoleto, dall’altro, è fiorito nell’ultimo biennio un mondo di professioni digitali che non possono fare a meno di alimentare il proprio flusso di lavoro con continuità.

Sempre più aziende in Europa stanno, infatti, rendendo possibile il lavoro da casa o a distanza e ciò che prima era possibile solo per i cosiddetti “nomadi digitali”, ora è diventato realtà per molti: viaggiare senza dover rinunciare al lavoro, portando con sé in vacanza un ufficio virtuale che resta sempre aperto, racchiuso in un laptop o in un semplice smartphone. Sono già noti i benefici sulla sull’ottimizzazione dei tempi che tale abitudine produce, riducendo gli spostamenti in auto e le emissioni inquinanti, lo stress dovuto a mezzi pubblici, le file e le attese a favore di un migliore work-life balance ossia un positivo bilanciamento tra qualità della vita e produttività individuale. Anche l’ambiente ne beneficia: una sola giornata a settimana di remote working porta ad un risparmio di circa 40 ore all’anno di spostamenti con una conseguente riduzione di emissioni inquinanti pari a 135 kg di CO2 all’anno.

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Al netto dei vantaggi per lo stile di vita e per l’ambiente e delle ricadute economiche sul sistema lavoro, lo studio condotto da Preply prende in esame 74 città in tutto il mondo classificandole in base a quanto esse siano adatte al lavoro da remoto, tenendo conto di una serie di indicatori tra cui il clima, l’ambiente, la qualità della vita, la conoscenza della lingua, i costi di affitti e la sicurezza.

A conquistare il podio come luogo ideale per lavorare da remoto è la città australiana di Brisbane. Con una temperatura media di 22°C, Brisbane offre le migliori condizioni climatiche per il benessere e la produttività degli smart workers e ottiene un punteggio particolarmente elevato grazie anche al fatto che la lingua ufficiale è l’inglese e il sistema sanitario risulta particolarmente efficiente, oltre ad avere un punteggio superiore alla media in termini di costo della vita. È seguita al secondo posto dalla capitale portoghese Lisbona, che ottiene punteggi sopra la media in quasi tutti i settori analizzati. Il terzo posto della classifica è occupato dalla città di Nicosia, capitale di Cipro, che gode di una media di 283 giorni di sole all’anno e di ottime condizioni in termini di costi e sicurezza.

Anche l’Italia è presente con Roma e Milano che, però, si trovano nella seconda metà della classifica. I risultati del WORKATION index evidenziano, infatti, che il lavoro a distanza in Italia appare piuttosto poco appetibile in un confronto internazionale. Nella classifica finale Roma e Milano si trovano, infatti, rispettivamente al 43° e al 50° posto.

Specialmente nel campo della “qualità della vita”, indicatore che tiene conto del livello di conoscenza dell’inglese, assistenza sanitaria e tempi di percorrenza, le città italiane ottengono un punteggio scarso, rispettivamente 40,9 e 37,7 con livelli bassi di padronanza della lingua inglese e tempi di percorrenza all’interno della città molto lunghi. Incidono negativamente anche i punteggi ottenuti alla voce “inquinamento” che non premiano né Roma né Milano: entrambe si fermano, infatti, rispettivamente ad un 33,4 e a 31,8. La migliore qualità della vita è a Reykjavik, Islanda, l’unica città che ottiene in questo parametro un 100 pieno.

In termini di “costi”, poi, Milano e Roma risultano due città molto care, con affitti medi elevati, soprattutto se paragonate ad altre città europee. Per confrontare i costi degli alloggi tra le città, sono stati presi in esame gli affitti mensili medi per un monolocale in una posizione centrale. Ebbene, Roma con 963 euro di affitto medio e Milano con 1.085 euro doppiano Londra che si ferma a 441 euro e addirittura superano di circa 4 volte le smart city europee di Dublino (273 euro) e Bruxelles (209 euro). Quest’ultima è l’unica tra le 74 città prese in esame che conquista un 100 alla voce “disponibilità di abitazioni”.

Infine non sorprendono i punteggi ottenuti con riguardo alla voce “tasse scolastiche” né quelli ottenuti su due degli indicatori che influiscono maggiormente nella scelta di una destinazione ossia “sicurezza” e “diritti umani”, dove l’Italia è in linea con quasi tutte le altre città europee.

Ci premia invece la nostra italica natura di paese soleggiato che rende le nostre città appetibili sulla base dell’assunto scientifico che siamo più attivi quando c’è luce e più stanchi quando è buio.  Di conseguenza lavoriamo meglio e facendo meno fatica in luoghi con molta luce solare. Ma non è tutto. È stato anche scientificamente provato che la temperatura può avere un’influenza positiva sulla nostra produttività e il nostro benessere: la temperatura ideale per lavorare è 22 gradi Celsius e più la temperatura del posto di lavoro si discosta da questa, più la nostra produttività e il nostro benessere ne risentono.

Dunque, non stupitevi se quest’estate incontrerete turisti in giacca e cravatta con crema solare ed infradito nella ventiquattrore: sono smart workers che hanno scelto il nostro paese per una “indimenticabile workation”.

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Tabella 1: la tabella mostra le posizioni in classifica delle città italiane di Roma e Milano (cliccare sull’immagine per ingrandire)

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Tabella 2: I 10 paesi dove scegliere di trascorrere una WORKATION