Gli italiani e la gestione del risparmio nel Never Normal

scritto da il 01 Giugno 2022

Post di Lorenzo Dornetti, neuroscienziato* –

Un’espressione rappresenta l’epoca in cui siamo e forse vivremo per lungo tempo, è “Never Normal”. Il mondo è in uno stato di “mai normalità”. Le persone non hanno stabilità di comportamenti ed abitudini. Le sfide da affrontare sono continue, inattese e diverse. Basti pensare all’inflazione alle stelle ed alle tensioni belliche legate all’Ucraina, il tutto in uno scenario in cui il virus resta il convitato di pietra. Come reagisce il cervello? Quali sono gli impatti sul risparmio? Iniziamo dai dati.

Nel biennio di pandemia, 2020-2021, i risparmi delle aziende sono aumentati di 100 miliardi, quelli delle famiglie di 130 miliardi. In pratica, gli Italiani nel biennio di convivenza con il Covid hanno aumentato i loro risparmi. E in questi primi 3 mesi di super inflazione? Il valore dei depositi bancari tra gennaio e marzo del 2022 è cresciuto di 10 miliardi rispetto al 2021. In un trimestre con un’inflazione “monstre”, si registra un ulteriore aumento della disponibilità sui conti correnti.

Le neuroscienze forniscono una cornice interessante per capire quanto accade e prevedere il futuro attraverso la biologia dello stress. Di fronte a continue sfide e problemi, il cervello rilascia grandi quantità di cortisolo, la molecola dello stress. L’eccesso di questo ormone, soprattutto la sua produzione continua, determina un insieme di comportamenti detti “freezing”. Si traduce letteralmente come “congelamento”. Le persone si fermano, quasi si bloccano.

risparmiografico

È la conseguenza di una forma estrema di paura. Le persone intimorite attuano 2 schemi comportamentali istintivi di profondo immobilismo: procrastinazione ed accumulo. Rimandano tutti gli acquisti non necessari e mettono da parte risorse per il futuro. La vertiginosa crescita delle disponibilità sui conti correnti, anche in questi mesi iper-inflattivi, ha una matrice psicologica, quasi neuropsicologica. È l’effetto del rilascio prolungato di cortisolo.

È difficile prevedere cosa accadrà in futuro, è più facile capire come reagirà il cervello delle persone nelle scelte connesse al risparmio nel “never normal”, se la situazione dovesse perdurare. Solo una minima parte delle persone adotterà un approccio razionale, calibrando i propri consumi ed investendo buona parte del risparmio per evitare l’erosione da inflazione. La maggioranza delle persone adotterà un approccio emotivo. I comportamenti di immobilismo da stress saranno sostituiti da comportamenti post traumatici da stress. L’impulsività sarà la regina della scena. Per impulsività si intende che molti attueranno decisioni riguardo al denaro su base affettiva, senza un’apparente logica.

Potremo osservare persone che dopo mesi di immobilismo finanziario attuano decisioni con elevato grado di rischio, magari su trend di moda, per recuperare l’impatto dell’inflazione, ovviamente non considerando che ogni rendimento elevato determina un rischio di pari grado. Potremo osservare persone che faranno lo stesso nei consumi, persone “comuni” si concederanno capricci sopra le proprie possibilità, come se il cervello volesse una gratificazione per la frustrazione da eccesso di risparmio. Una forma particolare di impulsività sarà il cambio radicale di vita, molte persone di fronte ad un mondo complesso anziché adattarsi preferiranno “fuggire”, considerando la dimensione economica e finanziaria come secondaria. Le reazioni individuali saranno ascrivibili all’emotività connessa alla presenza prolungata di stress.

Cosa fare quindi? Non esistono soluzioni semplici a questioni complesse, ma occorre che tutti gli operatori finanziari, ad ogni livello, siano pronti a gestire la profonda impulsività delle persone nei prossimi mesi. Educazione finanziaria da un lato e grande sensibilità umana in chi gestisce la relazione con i clienti sono gli strumenti concreti per aiutare le persone ad evitare che le decisioni impulsive post stress possano creare problemi a famiglie e imprese. Il fatto che l’investimento in fondi comuni abbia toccato il punto più alto in Italia è il segno di una crescita delle persone che affrontano con razionalità ed il giusto supporto momenti complessi.

La strada dell’impulsività sarà la via più diffusa nei prossimi mesi, per motivi che risiedono nella biologia cerebrale dei circuiti dello stress. Una parte di cervello pensata biologicamente per gestire la sopravvivenza in eventi salvavita oggi si attiva, colonizzando il cervello, in decisioni che richiederebbero il massimo della lucidità razionale. Il nostro cervello sembra inadatto a gestire il denaro nel “never normal”, ha bisogno di aiuto.

 

Lorenzo Dornetti*

Laureato in Neuroscienze all’Università Vita Salute San Raffaele di Milano, pubblica la propria tesi sulla rivista internazionale “Journal of Personality and Mental Health”. Iscritto all’albo degli psicologi della Lombardia è direttore del più grande laboratorio di neuroscienze privato in Italia, il Neurovendita Lab. Neurovendita è un campo di ricerca applicata che lega le più recenti scoperte sul funzionamento cerebrale al campo del marketing e delle vendite. Dornetti grazie al suo team collabora con il 23% dei top brand mondiali, secondo la classifica Forbes 2020. La chiave di lettura delle neuroscienze consente una lettura differente ed una previsione accurata di fenomeni economici, finanziari e di business, analizzando le dinamiche cerebrali alla base delle decisioni d’acquisto.