Italia cashless entro il 2050: il ruolo di pandemia, nudge di Stato e fintech

scritto da il 24 Giugno 2022

Post di Marc-Alexander Christ, co-founder di SumUp –

La digitalizzazione dei pagamenti è un trend inarrestabile, tanto da poter ragionevolmente ipotizzare che entro il 2050 la nostra società sarà completamente cashless. Si tratta di una previsione che vale anche per una nazione come l’Italia che, seppur storicamente in ritardo nei processi di digitalizzazione, negli ultimi tre anni ha visto una forte accelerazione derivata dalla combinazione di tre differenti processi: la spinta istituzionale, la pandemia e l’abilitazione delle tecnologie finanziarie. Le recenti misure previste dal PNRR 2 che entreranno in vigore nel mese di luglio 2022 relative all’obbligo del POS e alla fatturazione elettronica, sono infatti un ulteriore tassello di una progettualità di lungo periodo del governo italiano finalizzata a disincentivare l’uso dei contanti e che ha visto come elemento acceleratore la Legge di Bilancio del 2020 in cui è stato introdotto sia il Piano Italia Cashless, sia l’obbligo di pagamenti tracciati per le detrazioni mediche.

A questo processo guidato dall’alto si sono innestati da un lato l’arrivo del cigno nero della pandemia, che ha inevitabilmente dato una spinta alla digitalizzazione di settori particolarmente colpiti dai lockdown come il retail e l’horeca; dall’altro, l’elemento abilitante delle fintech: realtà innovative capaci di portare semplificazione e innovazione attraverso gli strumenti digitali, anche nei settori tradizionalmente più refrattari al cambiamento. In particolare gli small merchant e i piccoli imprenditori spesso considerano la digitalizzazione come un’incombenza che grava ulteriormente sulla gestione quotidiana della loro attività. In questo senso anche gli incentivi del governo finalizzati a stimolare i consumatori a pagare con carta (come la Lotteria degli Scontrini e il Cashback di Stato previsti dal Piano Italia Cashless), e a vincolare gli esercenti all’uso di strumenti digitali come il POS o la fattura elettronica, sono inizialmente guardati con timore. Tuttavia, uno sguardo al medio periodo dimostra che se questi stessi piccoli imprenditori e professionisti hanno a loro disposizione strumenti digitali integrati e di semplice utilizzo, l’approccio inizialmente refrattario si trasforma rapidamente in percezione di un reale vantaggio, in particolare in termini di fluidità ed efficienza dei processi.

L’accelerazione cashless durante la pandemia e il ruolo della Legge di Bilancio 2020

Gli ultimi 2 anni hanno visto un’accelerazione dei pagamenti digitali come conseguenza delle misure introdotte dalla Legge di Bilancio del 2020 che si sono innestate sul fenomeno pandemico. Gli esempi arrivano da ambiti differenti: dai liberi professionisti nel settore medicale, alla ristorazione. Durante il primo lockdown del 2020 il settore medicale (medici, professionisti della salute e farmacie), ha visto un incremento delle vendite di POS pari al +250% rispetto allo stesso periodo del 2019. Questo dato può essere interpretato guardando alle due esigenze emergenti dei consumatori: da un lato, evitare il contatto del denaro per motivi igienico-sanitari; dall’altro poter beneficiare delle detrazioni fiscali su spese mediche come, ad esempio, l’acquisto di medicinali e dispositivi medici in farmacia, che a partire dal 2020 devono essere effettuate con strumenti tracciabili (pagate dunque con carta di credito, bancomat, bonifici bancari o postali e assegni).

(Adobe Stock)

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Sempre con la Legge di Bilancio 2020 è stato introdotto il Piano Italia Cashless, una progettualità particolarmente strutturata in cui il governo ha deciso di agire su due fronti: l’incentivo degli esercenti e quello dei consumatori. La possibilità di partecipare alla Lotteria degli Scontrini e di ricevere il Cashback di Stato sui pagamenti tracciati è stata sicuramente l’azione più nota, ma non bisogna dimenticare l’incentivo rivolto ai commercianti, ovvero la possibilità di ricevere un credito d’imposta sulle spese per acquisto o noleggio di POS e sulle commissioni sui pagamenti elettronici. L’impatto dell’incentivo rivolto ai commercianti è significativo, in particolare per lo sguardo di medio periodo: se, infatti, ragioni di scarsa sostenibilità economica hanno indotto il governo a sospendere il Cashback di Stato a giugno 2021, l’incentivo legato al credito d’imposta è stato ulteriormente rafforzato (dal 30% al 100%), fino a giugno 2022. Pur nella difficoltà a quantificare l’impatto diretto del Piano Italia Cashless, è innegabile il trend di crescita dei pagamenti senza contanti.

Uno spaccato particolarmente significativo in tal senso deriva dal settore della ristorazione. Secondo i dati dell’Osservatorio Caffè e Ristoranti di SumUp, tra il 2019 e il 2022 è possibile osservare una crescita sia dei pagamenti cashless, sia delle transazioni che avvengono senza contatto (attraverso carta contactless, smartwatch e smartphone). Nel settore Caffè e Ristoranti nel primo trimestre 2022 si è infatti registrato un aumento del valore del transato medio del +101% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e del +63% rispetto a quello del 2019, mostrando una crescita anche nei confronti del periodo pre-pandemia. Per quanto riguarda invece i pagamenti contactless, l’aumento rispetto al pre-pandemia è di 25 punti percentuali e si attesta nel primo trimestre del 2022 al 79,7% dei pagamenti totali. Questa crescita può essere quindi interpretata come il risultato di un circolo virtuoso a cui hanno contribuito diversi fattori, sia lato consumatore (la possibilità di ricevere il Cashback di Stato e di vincere alla Lotteria degli Scontrini, ma anche la comodità e sicurezza di pagare con lo smartwatch potendo lasciare a casa il portafoglio), sia esercente (il credito d’imposta che abbatte i costi delle transazioni e la possibilità di utilizzare i POS mobili per accettare pagamenti anche dai dehors che si sono particolarmente diffusi durante la pandemia).

Le novità del PNRR 2: fatturazione elettronica e obbligo POS

Alla luce dei trend osservati durante la pandemia, è possibile prevedere una crescita della digitalizzazione nei prossimi anni che non può prescindere dalla sinergia tra azioni istituzionali e sviluppo di tecnologie finanziarie che vadano ad abilitarle. Dal punto di vista istituzionale, il PNRR 2 prevede che da luglio 2022 vi siano delle integrazioni rispetto ad obblighi preesistenti: all’obbligo di POS già previsto dal 2012, sarà associata una sanzione amministrativa, mentre la fatturazione elettronica introdotta gradualmente a partire dal 2014 sarà estesa ai regimi forfettari. A fianco dell’obbligatorietà sono inoltre confermati sia l’incentivo rivolto al consumatore con la possibilità di partecipare alla Lotteria degli Scontrini, sia l’incentivo agli esercenti che potranno usufruire di un credito d’imposta del 30% sulle spese di gestione.

Quello che possiamo prevedere è che su entrambi i fronti, quello dei pagamenti digitali e quello della fatturazione elettronica, nel medio periodo si assisterà ad un’adozione degli strumenti digitali prevalentemente dovuta ai nuovi obblighi e che sarà favorita, in particolare per quanto riguarda i pagamenti digitali, dalla conferma degli incentivi lato consumatore ed esercente. Tuttavia, dopo una prima fase anche di potenziale difficoltà nell’affrontare i cambiamenti legati alle nuove normative, nel lungo termine ci possiamo aspettare che gli esercenti ne riconosceranno i vantaggi e svilupperanno consapevolezza dell’impatto positivo sul proprio business. Proprio in questo processo, entreranno in gioco aziende tecnologiche e fintech che hanno il ruolo da un lato di facilitare l’integrazione nei propri prodotti di tutte le funzionalità utili a rendere compliant l’utilizzo rispetto alla normativa, dall’altro di progettare soluzioni con al centro l’utente, che quindi saranno adottate non tanto per un vincolo normativo, ma per le opportunità di semplificazione che ne derivano.