Pmi e internazionalizzazione: ecco come fare fronte a inflazione e costi

scritto da il 06 Luglio 2022

Post di Marta Bonati, Country Manager Ebury Italia – 

Nonostante il contesto internazionale in continua evoluzione, caratterizzato dall’attuale guerra in Ucraina, della crisi delle materie prime, dell’aumento dei costi energetici e dell’inflazione alle stelle, le PMI continuano a vedere nell’internazionalizzazione un percorso di crescita e una strategia di diversificazione dei rischi insiti nei mercati. Gli indicatori parlano chiaro: nonostante lo stop causato dalla pandemia, le aziende italiane stanno già accelerando sull’export: al netto delle esportazioni energetiche, l’Italia è il quinto Paese al mondo per surplus della bilancia commerciale, con più di 100 miliardi di attivo e nei primi tre mesi del 2022 l’export italiano ha segnato una crescita del 23 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021, con un forte aumento delle vendite sia verso l’area Ue (+23,5%) sia verso i mercati extra Ue (+22,2%). L’import registra un incremento tendenziale del 38,8%, che coinvolge sia l’area Ue (+23,7%) sia, in misura molto più ampia, l’area extra Ue (+61,0%).

La necessità di ripensare le strategie

L’attuale contesto internazionale e lo scenario post pandemia costringono le aziende a ripensare le proprie strategie e il posizionamento competitivo e ad attuare eventuali cambiamenti in termini di diversificazione del mercato, semplificazione delle catene del valore e promozione delle energie alternative, oltre ad aver ricoperto il ruolo di acceleratore nella trasformazione digitale dei processi e delle strutture.

È stata proprio la trasformazione digitale delle imprese ad aver reso possibile uno straordinario sviluppo di nuovi canali di vendita, in alcuni casi orientati ai mercati locali e, in altri, di portata globale.

L’emergere di piattaforme online e mercati digitali

Le piattaforme di vendita online stanno già rivoluzionando il modo di internazionalizzare le aziende, al punto da semplificare molti aspetti delle tradizionali strategie di internazionalizzazione, generalmente complesse e costose. Basti pensare che quando si parla di aree e mercati di sbocco, le stesse piattaforme digitali sono diventate oggi il vero mercato per molte aziende, soprattutto per le PMI.

Studi di settore rivelano, infatti, che l’e-commerce nel segmento B2B genera già un volume di affari nel mondo che supera i 12.000 milioni di dollari, prevedendo che la sua crescita sarà esponenziale, fino a superare i 21.000 milioni di dollari nel 2027. In Italia, sono oltre 18 mila le piccole e medie imprese che vendono su Amazon.it e che nel 2020 hanno registrato vendite all’estero per più di 600 milioni di euro e venduto più di 80 milioni di prodotti sulla nota piattaforma.

(Adobestock)

(Adobestock)

Il cambio di alleati commerciali nelle operazioni estere

Da un altro punto di vista, lo sviluppo delle piattaforme di e-commerce come canali di internazionalizzazione avrà sicuramente delle conseguenze sulla struttura stessa del mercato. In altre parole, molti dei tradizionali alleati commerciali delle aziende nelle  operazioni estere, come importatori o distributori, perderanno peso o diventeranno meno strategici, mentre i partner situati nel segmento logistico guadagneranno posizioni.

Anche il modo di fornire servizi finanziari sarà influenzato da questo nuovo paradigma digitale dell’internazionalizzazione. Va tenuto presente che, sebbene il rischio di cambio valuta non scompaia quando si effettuano o si ricevono pagamenti, le piattaforme stesse implementano servizi di valore per garantire semplicità, trasparenza e costi ridotti nelle transazioni internazionali.

La necessità di proteggersi dal rischio di cambio

Sebbene la digitalizzazione modifichi i processi, le esigenze delle aziende rimangono le stesse. Uno di questi ha a che fare con la gestione dei pagamenti e del tasso di cambio, fattore incontrollabile per le imprese, nella misura in cui è conseguenza di decisioni o eventi legati alla politica, all’economia, alla fiscalità o a misure legate alla politica  monetaria adottata dalle banche centrali. Tuttavia, una cattiva gestione di questo aspetto può portare le imprese a vedere ridotto o completamente annullato il margine di un’operazione.

Nella misura in cui la gestione del rischio di cambio e il raggiungimento di una maggiore efficienza nei pagamenti internazionali continuano ad essere fattori che incidono direttamente sul conto economico delle imprese che avviano attività all’estero, Ebury suggerisce alcune delle strategie che possono aiutare le organizzazioni a proteggere il più possibile i propri margini:

a) Pianificazione dei pagamenti e degli incassi

Partendo da una buona programmazione dei pagamenti e degli incassi da effettuare nel corso dell’anno, nel Paese di appartenenza, si dovrebbe proiettare il tasso di cambio al quale tali flussi si chiuderanno. Per fare questo, avere la consulenza di professionisti specializzati in questo campo è l’opzione migliore.

b) Prodotti a copertura del contratto

Esistono una serie di servizi finanziari specializzati che offrono soluzioni adatte alle esigenze delle PMI a condizioni molto interessanti in termini di trasparenza, versatilità e costi. Eccone alcune: da un lato c’è l’assicurazione del tasso di cambio, che è la formula più semplice con cui l’azienda può fare una previsione di bilancio dei propri flussi monetari all’estero. Di fronte alla possibilità di ricorrere al mercato spot (in contanti, comprando o vendendo in base al prezzo del momento), questa opzione assicura un tasso di cambio stabile in una determinata data (o periodo di tempo). Le assicurazioni sul tasso di cambio sono prodotti semplici e trasparenti che generano la certezza al 100% sul prezzo al quale le operazioni verranno chiuse a una data concordata.

Un’altra alternativa sono gli ordini di mercato. Consentono l’esecuzione automatica delle operazioni al fine di ottenere il miglior prezzo possibile e sfruttare i picchi di volatilità 24 ore su 24. Gli ordini di mercato consistono nello stabilire in anticipo una quota o un limite desiderato al quale si è disposti a vendere o acquistare, sia nelle operazioni che nella stipulazione di assicurazioni sui cambi, durante un periodo di tempo entro il quale, in caso di raggiungimento detto livello, la posizione verrebbe chiusa e l’operazione verrebbe eseguita.

c) Utilizzo di piattaforme che garantiscono l’esecuzione immediata delle operazioni

Oltre a questi prodotti, ci sono soluzioni che permettono all’azienda di poter eseguire pagamenti e riscossioni internazionali in più di 130 valute in tempi di esecuzione immediati o in poche ore e a tassi di cambio competitivi –  semplificando in questo modo a esportatori e importatori l’operazione di pagamento, o incasso dei profitti, dal Paese in cui vengono effettuate le vendite o da un conto in valuta estera in Italia, senza costi aggiuntivi; inoltre è possibile ottenere conti di incasso in diversi paesi per facilitare le transazioni con agenti locali e ridurre i costi.