Dopo la pandemia le bollette, cosa si può fare con un hub digitale locale?

scritto da il 07 Novembre 2022

Post di Luigi Angelini, CEO di Mediatip

In un periodo complicato come quello che stiamo vivendo. Non siamo ancora completamente al di fuori della pandemia e una guerra minaccia ogni giorno di trasformarsi in un conflitto mondiale che intanto ha portato un’impennata dei prezzi dell’energia. Può quindi apparire inevitabile che tante piccole attività siano destinate alla chiusura. Tra bollette insostenibili, inflazione in crescita e clienti sempre più attenti alla spesa, pronti a tagliare tutto ciò che non è strettamente indispensabile, incrociare le serrande abbassate nei centri storici è sempre più frequente.

Ma una soluzione, o meglio l’esempio di una best practice perfettamente replicabile ovunque, arriva dalla Romagna, precisamente da Cesena, la mia città, dove il Comune ha pensato di usare il potenziale dell’economia circolare unendolo a quello della rete.

Il primo passo con il Covid

Tutto nasce durante la prima ondata di Covid quando, chiuso in casa e con una trentina di collaboratori in cassa integrazione, ricevo una chiamata dall’Amministrazione Comunale di Cesena che mi chiede se, assieme al mio team avremmo potuto creare, a tempo record, una piattaforma a cui i cittadini costretti a casa dal lockdown potevano accedere per capire quali esercizi erano aperti e quali facevano le consegne a domicilio. Si trattava di un semplice servizio di pubblica utilità. Eppure trovò immediato e positivo riscontro tra i cesenati. Il Comune fu indotto a pensare di fare qualcosa in più, creare un luogo, una sorta di hub digitale. Qui sarebbero stati concentrati i servizi alla cittadinanza. Ma anche vetrine virtuali per i negozi del territorio. E la possibilità, da parte delle aziende o della stessa PA, di accedere a un wallet su cui caricare denaro spendibile, però, solo all’interno dell’area comunale.

Hub e wallet

Per capire se l’idea poteva funzionare la scorsa estate a stessa amministrazione l’ha testata scegliendo di ricompensare con un buono da 50 euro caricato sul wallet, 700 ragazzi delle superiori che si erano impegnati in opere di volontariato. E fin qui niente di strano, se non che quel buono era spendibile solo ed esclusivamente nelle librerie del territorio cesenate: dal capoluogo ai paesi di montagna. Niente Amazon o altri store online, solo i commercianti della provincia che, avendo aderito all’hub virtuale beneficiavano del ritorno di denaro investito nella piattaforma. Allo stesso modo il Comune, si assicurava che il bonus regalato ai ragazzi non prendesse altre strade che quel tratto di via Emilia che tocca Cesena.

Ad oggi il progetto di hub locale ha già ricevuto le adesioni di altri comuni romagnoli, Ravenna, Faenza, Bagno di Romagna, Gatteo Mare che hanno creato così una sorta di nuova piazza virtuale in cui i cittadini possono trovare beni e servizi che possono pagare attraverso il wallet digitale.

Un modello di resistenza, anche per il caro energia

Nato come nuovo modello di resistenza, in un periodo difficile come quello della pandemia, l’idea dell’Hub di prossimità non poteva non cercare una soluzione al caro prezzi dell’energia che fosse sostenibile per i piccoli comuni. È stato così che assieme ai partner di Albatros ho pensato di fare entrare anche le comunità energetiche all’interno degli hub.

hub

Precisamente stiamo lavorando per portare sulla piattaforma un wallet destinato a quei cittadini che sceglieranno di aderire alle comunità energetiche dei loro territori. Il progetto, in fase di start up, prevede che tutti i Comuni, in partnership con Albatros per la propria comunità energetica, adottino il portafoglio digitale per dare i 4 centesimi previsti dall’incentivo GSE alle famiglie che consumano energia locale. E di nuovo quei 4 centesimi di incentivo saranno spendibili solo sul territorio, contribuendo in questo modo a una nuova creazione di valore per la comunità.

Una rete al servizio della prossimità

Stiamo vivendo un momento davvero delicato per l’economia globale: le difficoltà che ogni giorno ci troviamo a dover affrontare sono tante, e alcune di queste sono assolutamente inaspettate. Il principio antico, e per me sempre attuale, di sostegno reciproco, quello che ha permesso ai nostri nonni di sopravvivere alla guerra condividendo ciò che ognuno aveva, è quello che mi fa credere che si possa passare attraverso alle difficoltà di oggi tenendolo come guida, implementandolo con il potenziale che la rete ci mette a disposizione. Non più in un’ottica di globalizzazione esasperata ma di vicinanza e di prossimità.